Il muscari, pan d’l coucou

Habitat, uso fitoterapico e diffusione e aneddoti sul Muscari comosum Mill: le proprietà di questa pianta perenne molto amata in passato

Ossia il “cibo del cuculo”. Di che si tratta? Di una pianta che mette le sue foglioline quando torna la primavera e, con essa, torna a cantare il cuculo.

Muscari comosum Mill

Muscari comosum Mill
Muscari comosum Mill

Appartiene alla famiglia delle Hyacithacee (sebbene sino a pochi decenni fa fosse classificato tra le Liliacee e qualcuno lo inserisca persino tra le Asparagacee) e il suo nome latino è Muscari comosum Mill.

Ma pan d’l coucou, come si dice in Piemonte, ci piace di più.

È una specie conosciuta in tutto l’arco alpino e, siccome da sempre è stata impiegata per l’alimentazione della gente di montagna, non solo in Italia, ma anche in Francia, ci sembra simpatico riscoprirne i segreti.

Il lettore lo avrà forse sentito nominare quando, da bambino, ascoltava i racconti dei nonni. Detto beciciura in Liguria, giazint selvadegh in Lombardia, ajo de bissi in Veneto, cipollaccio col fiocco in Toscana e lampascione in Puglia e in Calabria, il muscari allieta i contadini con la sua fioritura precoce che decreta la fine dell’inverno e con quel suo colore viola che brilla nel verde tenero dei prati. Predilige i terreni sabbiosi e argillosi.

È tipico della Pianura Padana perché ha il suo habitat ideale nelle zone d’origine alluvionale.

La pianta del Muscari comosum Famiglia delle Hyacithacee

La pianta del Muscari comosum Famiglia delle Hyacithacee
La pianta del Muscari comosum Famiglia delle Hyacithacee

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È una pianta erbacea perenne che può raggiungere un’altezza di settanta centimetri circa.

Le foglie, lunghe, carnose e lineari, formano una rosetta basale.

Lo stelo reca una singola infiorescenza a pennacchio, costituita da un racemo cilindrico o conico di piccoli fiorellini, che sbocciano tra marzo e maggio.

I frutti sono capsule ovato triangolari che custodiscono pochi semi.

I bulbi di colore rosato e ovoidi sono interrati a una profondità d’una trentina di centimetri e, nell'uso popolare, erano considerati una prelibata ghiottoneria.

Conoscendo bene il muscari nella sua fase di crescita (altrimenti è preferibile astenersi, per non confonderlo con specie tossiche), anche oggi si possono estrarre con lo strumento che utilizzano i giardinieri oppure con un robusto cucchiaio.

Il periodo indicato per la raccolta è compreso tra febbraio e marzo, quando principia la vegetazione e affiorano dal terreno le prime foglioline. Attendere la fioritura che evidenzia con certezza la specie botanica è sbagliato perché, avvicinandosi l’estate, i bulbi si svuotano per permettere l’accrescimento del fusto e il rigoglio delle infiorescenze stesse.

Fitoterapia: le proprietà del Muscari comosum

Fitoterapia: le proprietà del Muscari comosum
Fitoterapia: le proprietà del Muscari comosum

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Dal punto di vista fitoterapico, contengono mucillaggini, flavonoidi (quercetina), zuccheri, tannino, vitamine, sali minerali (zolfo), saponine, pectine e oli essenziali, che li rendono un alimento che giova come emolliente dell’apparato urogenitale, come ottimo diuretico, leggero lassativo, antinfiammatorio, stimolante della funzione digestiva e nelle diete dimagranti, dato il loro basso apporto calorico. In Spagna sono persino ritenuti afrodisiaci!

Nell'uso esterno, come cataplasma, curano le infezioni della pelle in genere e l’acne. La medicina popolare li proponeva anche per lenire l’artrite. Essendo così vari i loro impieghi, non deve dunque stupire il significato che la pianta ha assunto nel linguaggio dei fiori, ovvero: “io ti sono utile”…

I bulbi di muscari, dal sapore gradevolmente amarognolo, venivano mangiati abitualmente in insalata (a cui si possono aggiungere i fiori violacei): dopo averli fatti lessare, cambiando sovente l’acqua per ridurre la nota amara, si condivano con olio, aceto e sale. C’era, tuttavia, chi li faceva fritti, scottandoli prima in acqua bollente, infarinandoli e poi saltandoli in padella con olio o burro. In questo caso, un modo gustoso di servirli era l’abbinamento con la mostarda d’uva.

Abbiamo anche trovato notizia di bulbi di muscari arrostiti e strapazzati con l’uovo, oppure cucinati con dadini di formaggio, come gli asparagi. Venivano addirittura messi sotto aceto, per l’inverno. In alcune località, sopravvive ancora la consuetudine di conservarli con aceto e sale e di mangiarli durante la Quaresima, come fanno da secoli anche in Grecia, insaporiti solamente con qualche lieve goccia d’olio.

Muscari Habitat, uso e diffusione

Muscari Habitat, uso e diffusione
Muscari Habitat, uso e diffusione

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E in Irlanda? Come accadde nella vicina Gran Bretagna, il muscari, che non è specie autoctona, fu introdotto all'inizio del XIX secolo quale pianta ornamentale.

Già verso la fine dell’Ottocento, questa specie era però sfuggita dai giardini (la varietà di riferimento è il muscari armeniacum o muscari atlanticum) e si era inselvatichita adattandosi all'ambiente naturale dell’Isola di Smeraldo, tanto da prendere il nome gaelico di bú fíniúna, che letteralmente significa “giacinto della vite” e che potremmo tradurre come “giacinto a grappolo”, dato che la sua infiorescenza ricorda per forma e colore un grappolo d’uva.

La sua diffusione allo stato selvatico è avvenuta soprattutto nel sud est dell’isola, nella zona di Cill Mhantáin (Wicklow), di Loch Garman (Wexford) e di Port Lairge (Waterford).

Qui il decotto di muscari si impiega per colorare le uova pasquali (tradizione pure presente nel nord est italiano, ad esempio) che, cotte in esso, avranno i gusci impreziositi da un’elegante sfumatura di indaco.

Elaborazioni CaffèBook. Foto da Wikipedia, Père Igor, Hans Hillewaert.