La betonica, rosea patrona degli ubriachi
Insieme con l’erica, la betonica è l’altra pianta che tinge di rosa la brughiera.
In Irlanda è chiamata lus beatha, che significa “pianta della vita”, perché nell’Isola di Smeraldo sin dalla notte dei tempi le sono state attribuite rare virtù.
A questo proposito, ci sono due detti famosi che gli anziani contadini ripetono spesso:
“Che tu possa avere tante qualità quante ne ha la pianta della vita!”
e “Vendi tutto, piuttosto, ma compra la betonica!”.
Come mai quest’erba è tanto amata?
Forse perché è la naturale complice di crapule e bevute.
Dopo aver collezionato diverse pint di Guinness al pub, pare che non ci sia rimedio migliore della betonica:
basta che l’ubriaco ne stacchi uno stelo lungo la via – purché lo faccia senza usare il coltello! – per smaltire la sbornia già prima di rientrare a casa.
La betonica, Stachys officinalis
Non sappiamo dire se tale trucco abbia mai funzionato, ma offrire un mazzolino di fiori di betonica alla moglie furente può essere comunque un bel gesto per placarne l’ira…
Inoltre, nel tempo lontano in cui i patrioti irlandesi lottavano contro gli inglesi per la loro indipendenza, si consigliava ai guerrieri di mangiare insalate di pianta della vita perché ciò aiutava a rimarginare le ferite e a rendere meno dolorosa l’estrazione dei dardi.
Botanica Betonica famiglia delle Labiate nome latino di Stachys officinalis Trev.
Dal punto di vista botanico, la betonica appartiene alla numerosa famiglia delle Labiate e risponde al nome latino di Stachys officinalis Trev.
Oltre alla brughiera, predilige come habitat i prati umidi, i terreni incolti e i boschi dell’Europa e dell’Asia Occidentale.
Alta sino a 60-80 centimetri, è una pianta erbacea perenne che presenta una rosetta basale di foglie peduncolate, piuttosto lunghe e ovato-lanceolate, dentellate sul bordo.
Sui fusti, al contrario, compaiono solo da uno a tre paia di foglioline più piccole.
I fiori, che sbocciano da luglio sino a settembre inoltrato, sono riuniti in verticilli a forma di spiga e assumono le eleganti tonalità che variano dal rosato al rosso porporino.
Foglie, droga e principi attivi della Betonica, Stachys officinalis Trev.
È una specie un po’ trascurata dalla moderna fitoterapia (più diffusa, invece, in omeopatia), anche se i principi attivi confermano le virtù terapeutiche che già gli antichi romani le attribuivano.
Contiene, infatti, 3 alcaloidi eterociclici (betonicina, stachidrina e turicina), sostanze amare e tanniche, colina, betaina e un olio etereo.
La droga è costituita dalle foglie, il cui infuso giova come espettorante nelle affezioni polmonari, come antisettico del cavo orale, come eupeptico (ossia rimedio che induce l’appetito) e come febbrifugo.
Viene anche utilizzato per dare sollievo nelle emicranie, specialmente se di origine nervosa, in caso di gotta, di reumatismi o di vertigini.
In uso esterno, i cataplasmi di foglie fresche triturate oppure il decotto ottenuto con acqua o con vino per lavaggi e compresse sono considerati lenitivi e disinfettanti per piaghe e ulcere.
La radice ha un effetto purgante, ma siccome è un forte emetico, provoca cioè il vomito, occorre che sia prescritta nelle giuste dosi da un medico naturalista.
L’infuso delle foglie si ottiene versando mezzo litro di acqua bollente in un recipiente con un paio di cucchiai rasi di foglie essiccate.
Si tiene in infusione, coprendo, per una decina di minuti, si filtra, si dolcifica a piacere e si beve lungo la giornata.
La betonica è anche un’apprezzata erba tinctoria:
in Irlanda, ad esempio, il suo decotto mescolato con una leggera soluzione di sale di bismuto, come mordente, conferisce alla lana il caratteristico colore bruno che affianca il bianco naturale nei tipici maglioni.
La polvere del fusto era impiegata per indurre gli starnuti prima ancora che diventassero di moda le prese di tabacco. E nelle Isole Britanniche, tanto in Irlanda quanto in Gran Bretagna, si confezionavano con le sue foglie, da sole o abbinate a quelle di farfaro, sigarette alternative.
Sin dai tempi di Plinio c’era infine la credenza che avesse poteri magici, credenza poi ripresa addirittura dall'autorevole Scuola Salernitana, secondo la quale i serpenti non possono oltrepassare un cerchio disegnato con i suoi steli.
Comunque sia, questa presunta virtù della betonica non riguardò mai l’Irlanda, perché qui i serpenti erano già stati cacciati via definitivamente da san Patrizio…
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Foto da Wikipedia, Wellcome Collection, Flickr: Ettore Balocchi.