La comparazione incomprensibile
Nell’atto traduttivo è ormai accertato che è assolutamente impossibile dire la stessa cosa.Il teorico von Humboldt sostiene che Nessuna parola di una lingua è completamente uguale a un’altra di un’altra lingua. Per la loro diversità sintattica e morfologica lo stesso von Humboldt sostiene che le lingue generano differenze nel modo di pensare e nel percepire il mondo.
La traduzione deve essere dunque un lavoro sulla distanza e sulla differenza che porta in luce i rapporti tra le lingue e le culture. È la tesi che porta avanti anche Édouard Glissant a proposito dell’antillanità e della creolizzazione della cultura.
La relazione e l’incontro con l’altro è ciò che succede quando “riconosciamo” l’altro e non tentiamo di comprenderlo totalmente, proprio perché non possiamo, non ne possediamo le capacità in quanto la nostra preparazione, il nostro folclore è del tutto diverso e non ci permette di avere quegli elementi chiave per comprendere appieno la sua cultura.
Per questo, Glissant sostiene che possiamo solo riconoscere che nell’altro esista un’opacità, ovvero che esistono limiti alla comprensione.
È dunque fondamentale mostrare la distanza grazie alla comparazione delle lingue che non significa cercare a tutti i costi la comprensione bensì confrontare per rendersi conto dell’opacità, delle differenze inevitabili.
Lo stesso Rimbaud in “Poesie” scrive “Je est un outre” dove appunto quel verbo alla terza persona stava proprio a significare “l’altro”, che inevitabilmente non posso né devo essere io. L’incontro con l’altro è per questo un arricchimento reciproco. Comparandoci con altre forme di percepire il mondo, secondo anche quello che dice Sagalen, stimoliamo la scoperta. Non c’è fusione tra me e l’altro quanto Comparazione.
Ma cosa vuol dire Comparare?
Innanzitutto vuol dire: studiare i rapporti tra cose diverse, lingue diverse, letterature diverse.
Molti linguisti erroneamente sostituiscono la parola “comparata” con “mondiale” o “universale” escludendo una tangibile e visibile eterogeneità.
Non possiamo distanziarci dal linguaggio, abitiamo inevitabilmente la nostra lingua.
Se pensiamo alla lingua nella sua funzione discorsiva e comunicativa e alla letteratura come forma di comunicazione, possiamo cominciare a vedere il testo in quanto discorso, considerarlo quindi nel suo “incontro di più voci” diventando così il prodotto singolare di un’interazione socio-discorsiva.
- Le Dictionaire historique de la langue française ci dà una definizione del verbo Comparare ovvero: accostare oggetti di natura differente per farne emergere un rapporto di uguaglianza.
Tutto ciò ci ricorda subito che gli oggetti da comparare sono differenti.
Molti studi che riguardano la riscrittura dei miti, rischiano di restare legati ad un tipo di comparazione universalizzante che ha l’obiettivo di stabilire appunto un senso universale, cadendo in facili stereotipi e generalità e perdendo di vista, così, la differenza.
Quindi alla comparazione universale occorre opporre una comparazione il cui obiettivo è la differenziazione delle lingue, delle letterature e delle culture. Se si sceglie di tener presente, come è giusto che sia, le differenze, bisogna impegnarsi in una comparazione complessa che tiene in considerazione più fattori e appunto più voci.
Fonti
Humboldt linguista, diplomatico e filosofo tedesco.( Potsdam, 22 giugno 1767 – Tegel, 8 aprile 1835)
Édouard Glissant, scrittore, poeta e saggista francese. (Sainte-Marie, 21 settembre 1928 – Parigi, 3 febbraio 2011)
In: RIMBAUD, Arthur, Poesie , 1871
Sagalen, scrittore ed etnografo francese . (Brest, 14 gennaio 1878 – Huelgoat, 21 maggio 1919)