Erboristeria, gli albori della conoscenza.
Erboristeria dai rimedi naturali ai prodotti:
Oggi sono considerati "prodotti di erboristeria" ma i rimedi naturali e in particolare le piante medicinali sono state utilizzate dall'uomo fin dai tempi antichi per far fronte alle malattie.
La natura era l'unica fonte di farmaci, fino alla fine del XIX secolo.
Nel Novecento sono stati sviluppati complessi processi di sintesi organica, generando dei nuovi tipi di farmaci.
Questo ha dato un forte impulso all'industria farmaceutica e ha fatto credere che i prodotti di sintesi potessero sostituire completamente a livello terapeutico l’impiego delle piante che contenevano quei principi naturali.
Tuttavia, le piante ne contengono spesso molti contemporaneamente che interagiscono ed è, per ora, impossibile sintetizzare in laboratorio qualcosa che produca gli stessi effetti, e quindi tutt'oggi molte ne sono sfruttate industrialmente.
Ancora oggi, infatti, sono l'unico (o almeno la più economica) sorgente per numerosi principi attivi terapeutici, e in alcuni casi sono combinati o trasformati per migliorare la loro azione.
L'erboristeria e la tradizione delle piante medicinali.
Nel frattempo, poi la medicina popolare ha conservato le tradizioni ancestrali, le procedure terapeutiche e l'uso di rimedi naturali, che hanno rappresentato il principale sistema per curarela propria salute di molti gruppi etnici, in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Si è così ben conservata una ricca conoscenza di terapie basate sulla tradizione e in particolare sulle piante medicinali, sugli effetti e sulle sue forme e modalità d'uso.
Dagli anni '60, l’uso dei principi naturali delle piante è un'alternativa crescente importanza, anche nel mondo sviluppato.
La costante scoperta da nuove fonti botaniche di principi terapeutici, la migliore conoscenza delle composizioni chimiche, l’azione terapeutica, il dosaggio, il margine di sicurezza, le interazioni ecc… li ha resi degli strumenti molto utili per preservare la salute della popolazione.
Pertanto, è di grande interesse ed è necessaria una conoscenza dettagliata delle piante medicinali dei loro principi e di come possono essere utilizzate.
Erboristeria gli albori della ricerca
L'uomo ha cercato istintivamente le piante per il proprio sollievo al dolore, come l’ha cercato come fonte di cibo e riparo.
Alcuni risultati di questa ricerca dovettero risultargli sorprendenti perché gli alleviavano il dolore e in altri casi gli procuravano allucinazioni che lo allontanavano dalle sue esperienze reali, spingendolo ad attribuire alla pianta qualità magiche o soprannaturali.
La conoscenza delle proprietà curative delle piante fu presto identificata con certi individui della tribù, potevano essere gli sciamani o gli stregoni, che emergevano per la loro abilità di trattarne la somministrazione.
Sotto queste guide, l'uso delle piante medicinali divenne principalmente parte di riti e cerimonie misteriose volte a fra prendere allo stesso stregone una posizione leader nella sua comunità, per il rispetto che la sua "conoscenza" imponeva e, in parte, per la paura dei suoi poteri.
A poco a poco, l'uso di piante medicinali fu legato alla superstizione e alla magia.
Come conseguenza delle credenze nella magia arrivò presto anche la cosidetta “la dottrina della demonologia” basata sulla convinzione che la malattia e spesso la morte stessa fossero causate dall'entrata nel corpo di un demone che doveva essere allontanato dal paziente.
Conseguentemente a queste convinzioni era dato per scontato che se qualcosa “era male per il diavolo era buono per il paziente”.
Spesso, più nauseante era il farmaco e più era considerato efficace, certamente non fu un semplice un caso che le prime piante medicinali fossero farmaci ad azione diretta (come i purganti).
Senza dubbio molto presto l'uomo scoprì che alcune piante avevano particolari effetti psichici, così gli allucinogeni divennero il farmaco per eccellenza.
Le allucinazioni “permettevano” di diagnosticare la causa e trattare il male attraverso il contatto con il soprannaturale al quale conducevano.
La società primitiva, inoltre, credeva nella guarigione per analogia se, per esempio, una resina era rossa, significava che la pianta medicinale era buona per il sangue.
La credenza era che tutte le piante fossero sulla terra per il bene dell'uomo.
Una foglia a forma di cuore sottolineava le sue proprietà cardiache; una foglia a forma di fegato era un segno di efficacia contro l’ittero.
Fra gli individui deputati alla scelta delle piante, stregoni, sciamani o sacerdoti che fossero, vi era certamente una maggiore capacità di osservazione.
Si trattava ancora di analogia, qualcosa che faceva bene ad una animale di cui l’uomo si nutriva doveva far bene all’uomo stesso e conferirgli virtù paragonabili a quelle attribuite all’animale.
Il ginepro, ad esempio, era già conosciuto presso le prime civiltà che abitarono il bacino del Mediterraneo, ma cosa lo portò ad essere considerato una pianta con delle virtù?
Di certo l’osservazione che molti uccelli se ne cibassero fu l’elemento di avvicinamento.
Altre erbe medicinali divennero importanti per il periodo in cui fiorivano. Per analogia, mostrando il proprio maggior splendore, dovettero richiamare all’immaginazione che queste piante avessero delle proprietà, talvolta poi dimostrate nell’uso.
È il caso dell’iperico che veniva raccolto in primavera inoltrata o all’inizio dell’estate nei riti pagani e più tardi, diventando l’erba di San Giovanni, il 24 giugno il giorno del santo. Ma è anche il caso della verbena che insieme all’iperico stesso e alla felce dominava i riti del solstizio d’estate.
Probabimente perchè legata allo stesso periodo di fioritura anche l’artemisia vide riconosciuta fra le sue proprietà anche quella di essere un’arma segreta e invincibile contro la peste e contro le folgori.
Anche i più “moderni” erbari sulle piante medicinali, che si realizzarono in Europa nel XVI secolo, fornivano molte informazioni false e altre vere sulle proprietà di dette piante, ma contribuirono, in ogni caso, alla nascita dell'erboristeria con la catalogazione delle piante.
L'uso delle piante medicinali in principio fu certamente una questione di tentativi e di molti errori.
“L'erbaccia è una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù".
Ralph Waldo Emerson
Resta sorprendente come l'uomo sia sopravvissuto e quanto abbia imparato, i quanto deve aver incontrato probabilmente molte piante dannose, che causavano la morte, oltre ai molti casi in cui le stesse malattie dovevano essere incurabili.
Però sopravvisse e migrando nel continente eportava con se e scambiava probabilmente informazioni trasmettendole ad altri e facendo accrescere la conoscenza e il riconoscimento delle piante medicinali.
Erboristeria:
Le piante
Agrimonia, Angelica, Artemisia, Betulla, Carciofo, Calta Palustre, Cicoria,
Edera, Erica, Ginepro, Iperico,
Lino, Menta acquatica, Olivo, Olmo,Piantaggine, Porro, Prezzemolo, Rosmarino,
Salvia Salvatrice, Sambuco, Saponaria, Sorbo,
Tanaceto, Tarassaco, Tiglio, Trifoglio,
Vedovella, Verbena, Vischio, Zucca
Erboristeria: Decotti, infusi e tè