Il tarassaco, promessa di primavera

Bearnán Bríde è il nome irlandese del tarassaco e significa “piccola pianta dentellata di Bríd”, dato che ha foglie pennatifide, dalla costolatura evidente, riunite in una rosetta basale.

Più poetico del francese pissenlit e dell’inglese blowball, l’uno riferito alle sue virtù diuretiche, l’altro al gioco di soffiare i suoi acheni alati, il termine lega quest’erba al culto di santa Brigida.

Svariati motivi hanno determinato un tale abbinamento, primo fra tutti il fatto che il tarassaco è una specie che fiorisce in primavera e Bríd è la santa della primavera, che si festeggia il 1° febbraio, antico giorno di Imbolc, data con cui cominciava la primavera celtica.

Poi c’è il colore del fiore, in capolino singolo, quel giallo acceso che cattura i raggi del sole e che richiama alla mente proprio la santa della luce e del fuoco.

Proprietà del tarassaco:

Infine ci sono le sue proprietà, davvero notevoli.

Il tarassaco è una delle erbe più amate dagli erboristi perché, oltre che eccellente diuretico, ottimo depurativo, consigliato specialmente in caso di disturbi renali, epatobiliari e digestivi, ed eupeptico 

Appartiene alla famiglia botanica delle Composite e il suo nome latino è Taraxacum officinale Weber S.L.

Il decotto di tarassaco:

Per prepararne il decotto di tarassaco si versano a freddo due cucchiai rasi di radice (che costituisce la cosiddetta “droga” della pianta, ossia la parte più ricca di principi attivi) in mezzo litro d’acqua, si lascia sobbollire per 10-15 minuti e riposare per altri 10 minuti.

Si filtra, si dolcifica a piacere e si beve lungo la giornata, in particolare dopo i pasti.

Con le radici si può fare il caffè di tarassaco che conserva molte delle sue proprietà. 

Inoltre la medicina popolare lo utilizza da millenni per gli animali.

Il lattice che fuoriesce dai suoi steli cavi – un po’ tossico per l’uomo, – viene dato quale ricostituente agli agnelli e ai vitellini.

Come non poteva essere, dunque, l’erba prediletta di santa Brigida,

patrona del bestiame in genere e dispensatrice di latte e di burro?

C’è anche una singolare usanza irlandese che desideriamo citarvi come curiosità.

A primavera, i bambini che soffrono di enuresi notturna vengono mandati nei prati e si dice loro d’annusare i fiori del tarassaco. Si crede, infatti, che basti una semplice odoratina a garantire il letto asciutto per un anno intero…

Il tarassaco in cucina:

Assai più interessanti sono gli usi alimentari del tarassaco.

Le tenere rosette di foglie dentate possono essere mangiate in tutti i modi, giovando al palato e alla salute.

Se ne fanno insalate primaverili con le uova sode; si cuociono a vapore, condendole poi con olio e una spruzzatina d’aceto di sidro; si consumano anche in minestre o in gustosissime frittate.

Avete mai provato a cucinarle con la birra le foglie di tarassaco?

Pulitene bene cinque o sei manciate, eliminando tutta la terra, e fatele bollire per pochi minuti.

Nel frattempo, soffriggete una cipolla tagliata in tre cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, insieme con uno spicchio d’aglio schiacciato e con un trito di salvia e prezzemolo.

Aggiungete il tarassaco scolato, fate rosolare e bagnate con un bicchiere di birra scura, lasciando sobbollire per una ventina di minuti.

E che dire dei boccioli di tarassaco sott’olio?

Una vera delizia, anzi un’alternativa ai capperi. Raccogliete i bocciolini ben chiusi quando hanno il gambo ancora corto, che si distacca poco dalla rosetta basale.

Mondateli e fateli bollire per 5 minuti in aceto di sidro e sale, rispettando queste dosi: occorre un cucchiaino da dessert di sale grosso per ogni bicchiere d’aceto.

Scolateli, asciugateli bene e poneteli in barattoli sterilizzati, ricoprendoli completamente d’olio.

In questo modo si conservano per mesi ma, purtroppo, sono così buoni che non durano mai a lungo…

Erboristeria articolo di Maura Maffei Il tarassaco, promessa di primavera su CaffèBook (caffebook .it)

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