La grafologia: scoprire il carattere tra le righe di una scrittura

Pascal diceva:

Bisogna conoscere se stessi: quand’anche non servisse a trovare la verità, giova per lo meno a regolare la propria vita; e non c’è nulla di più giusto”.

Cos'è la grafologia, quando è nata, il metodo francese e il metodo morettiano, gli elementi  dell'analisi grafologica. 

La grafologia è una disciplina che si rivela incredibilmente utile proprio per scoprire o approfondire aspetti del nostro carattere a volte sconosciuti anche a noi stessi attraverso l’analisi della produzione grafica sia essa grafia, disegno o scarabocchio.

Il gesto grafico rispecchia l’idea che lo scrivente ha di se stesso e quella che vuole trasmettere agli altri. Risente delle tradizioni culturali e delle aree geografiche di appartenenza, risente dell’evoluzione nel tempo dell’individuo e dello stato psicofisico del momento in cui egli scrive e offre informazioni attendibili e preziose sull’intelligenza, sull’emotività, sulle strategie di vita adottate.

Ma quando è nata la grafologia?

Abate Hippolite Michon

Abate Hippolite Michon

Qualche cenno lo si può trovare negli scritti di Aristotele e di Svetonio ma bisogna arrivare al 1600 con Camillo Baldo per trovare

il primo trattato vero e proprio. Dopo di allora l’interesse si è sviluppato in Europa, specialmente in Francia, in generale in ambienti ecclesiastici.

Il vero iniziatore dello studio sistematico della scrittura fu l’Abate Hippolite Michon (1806 – 1881) che coniò anche il termine “grafologia

I metodi della grafologia

I metodi più importanti per lo studio della scrittura oggi sono il “metodo francese” e il “metodo Morettiano”.

Grafologia: Il metodo francese

Jules Crpieux-Jamin

Jules Crpieux-Jamin [2] 

Il metodo francese si fonda sui principi teorici di Jules Crépieux-Jamin raccolti nel suo “ABC de la Graphologie” (1929), e si arricchisce del contributo di altri importanti grafologi.

In particolar modo Anja Teillard e Max Pulver, ai quali va il merito di avere aperto lo studio della scrittura alla dimensione della Psicologia del profondo, favorendo un importante passaggio qualitativo:

il ritratto grafologico non soltanto come descrizione del carattere dello scrivente, ma come analisi approfondita della sua personalità. Il metodo francese non utilizza alcun tipo di grafometria (misurazione).

Esso guida all’osservazione della scrittura attraverso una tecnica precisa, di matrice gestaltica, che privilegia l’approccio globale al grafismo.

Ogni segno, ogni elemento della scrittura, anche minimo, non si limita ad un valore fisso e non si interpreta mai isolatamente, ma vive ed interagisce con tutti gli altri segni all’interno del suo personale ambiente grafico.

L’ interazione dei segni, insieme alla polivalenza psicologica ed al simbolismo dello spazio sono tra i principi basilari della Grafologia.

Grafologia: il metodo grafologico di Girolamo Moretti

Il metodo grafologico di Girolamo Moretti si fonda invece su un concetto dinamico della personalità esaminata

Girolamo Moretti

Girolamo Moretti [1] 

in un movimento orizzontale (dall'Io verso l'esterno e gli altri)

e in un movimento verticale (dall'Io all'Io ideale)

nei quali confluiscono valori, aspirazioni e stile di vita.

Tuttavia, questi due orientamenti della dinamica individuale non sono divergenti, ma trovano l'unità di comportamento in un motivo strutturato, la passione predominante, che rappresenta il principio di unità, di identificazione e di autonomia della persona.

Attorno ad esso si unificano, secondo il grado di integrazione della personalità, tutti gli altri motivi.

L'individualità, infatti, non è per Moretti una somma di componenti, ma la risultante dell'interazione delle stesse componenti, definibili e descritte nella loro incidenza qualitativa specifica e quantitativa.

Gli elementi dell'analisi grafologica

Al di là dei vari metodi, quali sono quindi gli elementi fondamentali da osservare e analizzare in un campione di scrittura?

Grafologia: lo Spazio

Nel pensiero comune si ritiene spesso sia esclusivamente la forma delle lettere a determinare il tipo di carattere del soggetto scrivente, mentre in realtà ce ne sono altri ugualmente importanti e fondamentali.

In primo luogo è necessario osservare lo Spazio e cioè dove e come la massa grafica si colloca nel foglio.

Quest’ultimo rappresenta la nostra vita, la nostra quotidianità e quindi la prevalenza degli spazi bianchi, che rappresentano i silenzi, la riflessione, l’inconscio, l’esitazione, l’intuizione, i pensieri rispetto al nero dell’inchiostro, che rivela la capacità di azione dell’individuo, la concretezza, o viceversa, fornisce indicazioni fondamentali sulla collocazione del sé nell’ambiente.

Grafia di Sigmund Freud dove prevale il nero

Grafia di Sigmund Freud dove prevale  il nero

Grafia di Charles Darwin dove prevale il “bianco” tra righe e tra parole

Grafia di Charles Darwin dove prevale il “bianco” tra righe e tra parole

In sintesi molto bianco tra le righe, tra le parole e tra le lettere sarà sinonimo di solitudine, di predilezione per l’introspezione, di riservatezza mentre al contrario una presenza massiccia di inchiostro ci parlerà di un individuo che ama l’azione e la realizzazione.

Grafologia: la Forma

La Forma offre invece informazioni fondamentali sulla dimensione del sé, sulla realizzazione, sull’individualità.

Una forma può essere grande o piccola, spontanea o controllata, sobria o “ricamata”, in stampato o legata ancora al modello scolastico e così via… Essa ci spiega la relazione in un soggetto fra l'avere, l'essere, l'apparire e il sentire. 

Una dimensione grande e magari ornata da elementi aggiuntivi sarà sinonimo di un carattere egocentrico e espansivo al contrario

una forma piccola e sobria che indicherà capacità di pensiero e anche una dose di timidezza.

Grafia grande di Valeria Marini

Grafia grande di Valeria Marini

 Grafia piccola di Margareth Thatcher

Grafia piccola di Margareth Thatcher

Grafologia: il Movimento

Un altro elemento da osservare è il Movimento.

Abbiamo detto precedentemente che il foglio bianco in cui scriviamo rappresenta l’ambiente circostante, la quotidianità e quindi analizzare come si muove il filo grafico nello scorrere verso il margine destro (futuro) rivela le riserve vitali, i moti pulsionali (desideri – emozioni – affetti ) dello scrivente.

Tanto più il movimento risulterà controllato tanto più ci troveremo di fronte a un carattere calmo, riflessivo, anche a volte diffidente o poco spontaneo.

Al contrario più il movimento risulterà lanciato e precipitoso più il carattere dello scrivente sarà impulsivo, poco previdente e a volte anche avventato

Movimento controllato nella grafia di Arisa

Movimento controllato nella grafia di Arisa

 Movimento lanciato di Cristoforo Colombo

Movimento lanciato di Cristoforo Colombo

Grafologia: il Tratto

Il Tratto, il quarto aspetto da analizzare, ci fornisce informazioni sull’emotività. In grafologia si afferma che esso è una sorta di DNA dello scrivente poiché, essendo la colata di inchiostro il risultato finale di una serie infinita di processi neurofisiologici, sarà differente per ognuno di noi sia nella pressione che nella trama.

Un tratto per esempio con bordi sfrangiati sarà sinonimo di forte emotività,

al contrario un tratto fine, nitido e tagliente rivelerà riserbo, razionalità, scarsa propensione al sentimento.

Gabriele D’Annunzio – tratto pastoso - indice di ricchezza emotiva

Gabriele D’Annunzio – tratto pastoso - indice di ricchezza emotiva

 Enrico Mentana – tratto nitido – indice di razionalità

Enrico Mentana – tratto nitido – indice di razionalità

Grafologia: la Firma

Infine è fondamentale osservare la Firma, che rappresenta una sorta di biografia in sintesi dello scrivente, che potrebbe confermare o smentire tutto ciò che il testo ha rivelato.

Esistono infatti firme omogenee al testo ossia uguali per forma, movimento e tratto,

e firme invece disomogenee (più grandi, illeggibili, sottolineate, ricamate) che ci mostrano un aspetto differente del carattere di cui bisogna assolutamente tenere conto.

Firma omogenea di Cesare Pavese

Firma omogenea di Cesare Pavese

  Firma disomogenea di Osho

Firma disomogenea di Osho

A questo punto, possiamo comprendere come le combinazioni di tutti questi elementi sia infinita, come del resto è infinito il modo di essere di ogni individuo con le proprie molteplici sfumature, con i propri pregi e i propri difetti.

Conoscere la grafologia e saperla applicare è come possedere uno strumento potente e non invasivo per riuscire a entrare nell’altrui universo, alla scoperta di modi di essere differenti che non possono che arricchire l’osservatore e molto spesso anche aiutare colui che viene analizzato.

Analisi grafologica di personalità 

Le scritture analizzate dei personaggi hanno tutte caratteristiche molto peculiari.

Agatha Christie, Alessia GazzolaAndrea Camilleri, Antoine De Saint-Exupéry, Beppe Severgnini,  Bob DylanChiara

GamberaleDacia MarainiEdmondo De Amicis, Elsa Morante, Emmanuel Macron, 

  Ernest HemingwayFabio Volo, Francesca WoodmanGabriele D’Annunzio, George Orwell, Isaac Asimov

Jane AustenJoanne Kathleen Rowling, Luciano LutringMargaret Mazzantini,

 Mata Hari, Michela MurgiaOriana Fallaci, Piero Chiara Narratore, Roberto Gervaso,

Roberto Saviano, Simonetta Agnello HornbyStephen King,  

Tina ModottiVirginia Woolf

 Analisi di scritture e grafie a confronto 

Le similarità grafiche nei consanguinei,   Com’è cambiata la nostra grafia