Edmondo De Amicis: Vita, Cuore e Grafia
“Una casa senza libreria è una casa senza dignità, — ha qualcosa della locanda, — è come una città senza librai, — un villaggio senza scuole, — una lettera senza ortografia” Edmondo De Amicis.
Biografia breve di Edmondo De Amicis:
Edmondo De Amicis è stato uno scrittore e giornalista italiano.
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È conosciuto per essere l'autore del romanzo Cuore, uno dei testi più popolari della letteratura mondiale per ragazzi.
Poeta della fratellanza e della bontà, nasce il 21 ottobre del 1846 ad Oneglia (Imperia).
Egli trasfonde nelle sue opere pedagogiche tutto il rigore morale che gli deriva da un educazione militare, è un fervente patriota ed illuminista e rimane un autore fortemente legato ai suoi tempi.
È stato successivamente molto criticato e ridimensionato proprio a causa dei mutamenti della società che lo hanno reso obsoleto, e ciò anche a discapito del suo spessore letterario che meriterebbe, invece, di essere ormai rispolverato e rivalutato insieme all'intera sua opera Cuore, considerato non a torto il suo capolavoro, un romanzo scritto nel 1886, pubblicato nel 1888.
E’ stato un grande successo, tanto che de Amicis diventa allora lo scrittore più letto d'Italia.
L'ambientazione è l'indomani dell'unità d'Italia, e il testo ha il chiaro scopo di insegnare ai giovani cittadini del Regno le virtù civili,
ossia l'amore per la patria,
il rispetto per le autorità e per i genitori,
lo spirito di sacrificio,
l'eroismo, la carità, la pietà, l'obbedienza e la sopportazioni delle disgrazie.
Un matrimonio difficile
Spesso accade che dietro una facciata pubblica di serenità e buoni sentimenti, si nascondano in famiglia dispiaceri, odi e rancori.
L’autore del celeberrimo "Cuore" che esalta scuola e buoni sentimenti, ha avuto in effetti una vita privata travagliata dai contrasti violentissimi con la moglie Teresa, culminati in tragedia: Furio, il primogenito della coppia, a ventun anni si è ucciso(1898) con un colpo di pistola su una panchina del parco Valentino di Torino, stanco dei continui litigi dei suoi genitori.
Eppure l’incontro tra il ventisettenne Edmondo e la ventinovenne Teresa era cominciato come un grande amore.
Lui era d'ottima famiglia, lei era invece povera, aveva dei parenti impresentabili e una reputazione non proprio immacolata, e la madre dello scrittore non aveva gradito questa unione sin dal principio.
Edmondo ha fatto ben presto capire a Teresa che non la considerava alla propria altezza: e forse è stato così che sono cominciati astio e rancore.
Si sono sposati lo stesso nel 1875 ma solo in chiesa, mentre allora soltanto il matrimonio civile dava legalità ad un'unione.
Per anni l’ha tenuta nascosta e lontana, rimanendo a vivere con la madre.
Solo nel 1879, dopo la nascita del secondo figlio Ugo, si era deciso a regolarizzare civilmente il matrimonio e a convivere, ma il legame era ormai compromesso.
Teresa come reazione ha contrastato la suocera e gli amici di lui: Edmondo a sua volta ha incominciato a trascurarla.
Le scenate e gli insulti non si contavano e il suicidio del primogenito Furio ha portato la crisi al punto di rottura.
Si sono separati un anno dopo continuando la “guerra” a distanza e sono morti soli e solitari: Edmondo nel 1908, Teresa un anno dopo.
Analisi grafologica della grafia di Edmondo de Amicis:
Esiste un equilibrio affettivo e intellettivo (larga tra lettere nella media) da cui si evince sia
un’attitudine alla giustizia quasi tecnica, sia una tensione di fondo che certamente sostiene nei
momenti difficili (tesa)ma rivela anche un uomo esigente, che vuole essere ascoltato, che non permette all’altro di sottrarsi al confronto.
Uno spazio occupato con rigore formale, una forma angolosa, mediamente larga tra lettere, inclinata, priva di orpelli e gesti inutili, ben spaziata tra righe e tra parole; un movimento barrato e metodicamente disuguale,
un tratto in apparenza (fotocopia) ben inchiostrato e spesso, esprimono un carattere che ama affrontare la quotidianità con una disciplina che sfiora la sfida, senza compromessi, con un occhio di riguardo alla sostanza più che all'apparenza.
La presenza di qualche buco tra lettere fa trasparire l’afflusso dell’intuizione che compensa e arricchisce la tendenza a possibilità intellettive ripetitive e poco differenziate.
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Le righe ben tenute e distanziate tra loro mostrano organizzazione, forza e fermezza nella realizzazione di obiettivi a lungo termine, senza dispersione, convogliando le energie nelle azioni ritenute più significative per il proprio io.
Esprimono la padronanza delle proprie forze per essere superiore a ogni ostacolo e condividere ciò che si vive come veramente importante per sé, senza concedere preferenze o privilegi ingiustificati.
La forma della grafia di Edmondo de Amicis
La forma essenziale (parca) sottolinea che siamo di fronte a una ricerca di essenzialità che viene attuata dal soggetto sia a livello mentale che affettivo.
Le questioni vengono prima di tutto ridotte ai minimi termini, con la convinzione che in questo modo sia possibile lasciar andare gli aspetti più superficiali e concentrarsi solo su quelli più essenziali.
È un’esigenza che necessariamente spinge nella direzione del controllo degli aspetti istintuali, a cui non viene concessa espressione diretta neppure negli affetti.
Nei momenti difficili lo scrivente cade nel pessimismo, trasformando la tendenza alla laconicità, in avarizia di parole, di pensiero e di azione.
La presenza di una forma inclinata e gli ovali aperti in alto confermano l’interesse verso le relazioni e la tendenza all'assimilazione curiosa verso tutto ciò che proviene dall'esterno,
unite alla capacità di sintonizzarsi facilmente con i desideri,
le preoccupazioni, gli stati d’animo delle persone oggetto della sua simpatia/antipatia.
Edmondo de Amicis è stato un uomo forte e complesso,
alla perenne ricerca di elevazione e di conferme, bisognoso dell’altro, di legami affettivi calorosi che aveva difficoltà a esprimere, che ha raggiunto il successo, ma che è morto solo, colpito dalla sorte a causa di un matrimonio sbagliato e soprattutto dal suicidio del figlio Furio, forse proprio il suo punto più debole.
(foto della grafia Barbara Taglioni)
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