Krazy Kat e George Herriman: una strana storia di fumetti in bianco e nero

George Herriman, nato a New Orleans, 22 agosto 1880 e deceduto a Los Angeles, 25 aprile 1944 è stato un pioniere dell’arte del fumetto nel quale è ricordato soprattutto per Krazy Kat.

Un tema molto interessante nel campo della critica culturale è il confronto tra le mille interpretazioni che alcune creazioni sollevano e quella da parte dei propri autori.

Per esempio, Krazy Kat and Ignatz Mouse, il fumetto che George Herriman ha pubblicato per più di 30 anni, dal 1913 al 1944, in diversi giornali americani, è stato e viene visto dagli esperti di arti visive in tutto il mondo come un capolavoro assoluto del fumetto e, soprattutto, come un lavoro molto complesso di orchestrazione della forma e del messaggio nel background.

Per George Herriman, d'altra parte, Krazy Kat era: "una striscia di un gatto, un topo e un cane".

Krazy Kat e George Herriman: una strana storia di fumetti

Herriman fu un artista e un uomo molto riservato che non rivelò mai troppo di sé stesso.

C'era qualcosa su di lui che lo teneva lontano dal pubblico e lo rendeva una figura indefinita nel mondo del fumetto.

Parte del suo mistero si è svelato solo dopo la sua morte quando si è saputo che fosse afroamericano.

 

George Herriman biografia in bianco e nero

George HerrimanGeorge Herriman, sì, era bianco... ma era nero. Aveva discendenze afroamericane e, infatti, trent’anni dopo la sua morte, qualcuno notò che nel suo certificato di nascita vi fosse scritto: cittadino negro.

La famiglia di Herriman era fuggita dalla molto razzista New Orleans nel 1890 e si era stabilita a Los Angeles.

Da lì, la biografia dell'autore di Krazy Kat sarebbe diventata quella di un uomo bianco.

Lo aiutò molto il colore della sua pelle che non arrivava nemmeno ad essere definibile mulatta.

Se Herriman non avesse fatto pensare di essere bianco, non avrebbe mai potuto inserire tante strisce per tanti anni in tanti giornali, questo fatto, se reso pubblico prima, infatti, non gli avrebbe permesso di pubblicare le sue storie.

Questo rende la sua biografia particolare e, in un certo senso, gli aggiunge la stessa misteriosa ironia che era presente nei suoi disegni. Uno dei grandi artisti del XX secolo, nascondendo per tutta la sua vita che non fosse un uomo bianco, ebbe accesso ad un posto di lavoro al tempo disponibile solo per loro e vi raggiunse un grande successo.

Non assomiglia al lancio di un mattone alle spalle di un sistema dallo sguardo accecato dalle sue stesse convinzioni?

La maggior parte dei fumettisti nacquero in parallelo allo sviluppo dei fumetti come un nuovo linguaggio artistico alla fine del XIX secolo e sotto la disponibilità dei giornali che cominciarono ad includere strisce di fumetti nelle loro pagine.

Gli editori sapevano che i fumetti aiutavano le vendite, per questo i grandi giornali cercavano di inserire sempre le grandi firme nelle loro pubblicazioni.

Le peculiarità di questi spazi era che costringevano ad un'economia narrativa che Herriman sapeva ben interpretare, mescolando le parole di diverse lingue (francese, inglese, spagnolo e yiddish) con il linguaggio onomatopeico del fumetto in modo molto elaborato.

Il fatto che fosse nato e vissuto a New Orleans, alla confluenza di differenti culture e lingue, gli consentì di elaborare un linguaggio molto complesso al punto tale che il suo lavoro influenzò molti artisti.

Pittori e fotografi come Willem de Kooning, Öyvind Fahlström, David Wojnarowicz, intellettuali e scrittori come E. E. Cummings, Thomas Stearns Eliot, Gertrude Stein e Jack Kerouac (che descrisse i suoi personaggi come i progenitori della Beat Generation) e cineasti come Frank Capra o Fritz Lang si dichiararono ammiratori delle sue strisce a partire da quella di Krazy Kat and Ignatz Mouse.

 

La strana trama di Krazy Kat and Ignatz Mouse

Krazy Kat è un personaggio che si erge su un'ambiguità tesa nei ruoli stabiliti e continuamente disabilitati.

Il modo più chiaro in cui ciò accade ai protagonisti del trio è nella sintesi di un pensiero di E.E. Cummings del 1946: "Il cane odia il topo e adora il gatto, il topo disprezza il gatto e odia il cane, il fato non odia nessuno ma ama il topo".

Krazy Kat

La striscia, ambientata nella contea di Coconino, si concentra sulle avventure di Krazy, un gatto di sesso indefinito, che ama il topo Ignatz, tuttavia questo non è reciproco. Ignatz attacca continuamente il protagonista lanciandogli dei mattoni in testa, un gesto che il gatto interpreta come un atto d'amore.

Krazy ha un segreto ammiratore, un cane, l'agente Bull Pupp (Officer Pupp o Offisa Bull Pupp) che cerca di evitare gli attacchi e di imprigionare il topo come punizione.

 

È un mondo inverso, ideale e utopico dove l’autore esprime tutti i suoi desideri e vive in un'altra realtà. Nel suo lavoro c'è un certo carattere surrealista, sia per i paesaggi desertici, sia per l'amore di figure antropomorfe.

Krazy Kat, Mouse Ignatz Bull Pupp

La storia di Krazy Kat

Nel 1909, Herriman introdusse nella sua striscia Baron Mooch una gatta (o così sembrava, anche se il sesso non era stato espresso chiaramente).

Nel 1910 la gatta tornò nella famiglia Dingbat, che poi divenne The Family Upstairs dal 1 agosto 1910, nelle strisce per il The New York Journal.

Con il passare del tempo l'autore mise sotto alla striscia principale, una serie di piccole vignette sulle avventure di un gatto e di un topo. Il 17 agosto del 1910 al gatto viene dato il nome di Krazy Kat (letto in inglese suonava come Gatta Matta, ma la K sembrava voler dare un senso particolare a quella pazzia).

Nel 1911, una primitiva edizione della striscia di Krazy Kat fu pubblicata per alcune settimane al posto di The Family Upstairs, per tornare poi alla sua parte di comprimaria.

La striscia Krazy Kat and Ignatz Mouse divenne regolare dal 28 ottobre 1913 sul New York Evening Journal, di proprietà dal magnate della stampa William Randolph Hearst.

Il 23 aprile 1916, Herriman trasformò Krazy Kat in una striscia domenicale, prima in bianco e nero e poi a colori.

Herriman continuerà a disegnare il fumetto fino alla sua morte avvenuta nel 1944.

William Randolph Hearst l’avrebbe, infatti, pubblicata su diversi suoi giornali per più di tre decenni, anche quando non attirava particolarmente l’interesse del pubblico e questo perché il magnate sentì sempre in quella striscia un’atmosfera poetica che non poteva essere abbandonata.