Il tremolo, silenzio di Natale
Il pioppo tremolo, o semplicemente tremolo, per gli amici, è un albero antico, che oggi è stato un po’ messo in disparte dai più blasonati “cugini” pioppo nero, pioppo bianco e pioppo canadese.
Il tremolo Populus tremula L. (pioppo tremolo)
È noto soprattutto per essere l’albero dei fiammiferi: il suo legno bianco e leggero, infatti, ha l’attitudine a fendersi, oltre a produrre una buona pasta per l’industria della carta, ed è ideale per produrre gli zolfanelli.
Dato che è assai diffuso in tutta la penisola scandinava, i cosiddetti “fiammiferi svedesi” sono proprio di tremolo.
Chissà, forse sono quelli che accese la Piccola Fiammiferaia, nella celebre fiaba natalizia di Andersen…
Al Natale lega il tremolo anche la tradizione irlandese:
si dice che le sue foglie leggere e arrotondate, sempre in continuo movimento e tentennamento nel più lieve alito d’aria (da qui il nome tremolo) si fermino e tacciano solo nella notte di Natale, per non disturbare il sonno di Gesù Bambino appena nato.
È un’immagine luminosa e commovente, anche se bisogna considerare che a fine dicembre non sono più molte le foglie rimaste sui rami…
Il tremolo altri nomi: crann cró e aspen tree
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Sempre nell'Isola di Smeraldo, dove questo pioppo prende il nome gaelico di crann cró, quello inglese di aspen tree ed è anche conosciuto come shiver tree (albero del brivido, dato che “trema”), si tramanda che, quasi per una sorta di rito magico imitativo, possa giovare in caso di febbre.
Se una ragazza aveva la febbre, un tempo veniva portata presso un pioppo. Lì si tagliava una ciocca di capelli e la legava a un rametto, recitando:
Aspen tree, aspen tree, I prithee shake e shiver instead of me (O tremolo, ti prego di tremare e rabbrividire al posto mio).
Se tornava a casa in silenzio, forse aveva la fortuna di essere guarita.
Era anche comune premere le unghie tagliate dei bambini sino a inserirle nella corteccia di una pianta giovane perché si era convinti che, una volta cresciuto il tremolo, questi non dovessero mai soffrire per la febbre nella loro vita.
Infine, poiché in Irlanda si sostiene che il tremolo abbia dato il suo legno per le assi della croce di Gesù Cristo, è ritenuto un albero sacro e ancora oggi, in campagna, viene piantato vicino alla porta d’ingresso affinché custodisca la casa dai ladri.
Dal punto di vista botanico, esso è catalogato come Populus tremula L. e appartiene alla famiglia delle Salicacee.
È una specie dioica, che può superare anche i 20 metri d’altezza, la cui corteccia è grigio biancastra o verdastra (liscia nelle piante giovani e crepata alla base del tronco in quelle più vecchie).
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Le radici sono stolonifere e le foglie sono munite di un lungo peduncolo, sono lobate o sinuate e presentano il margine traslucido e finemente dentato.
Gli amenti pendenti maschili e femminili, muniti di brattee inciso-palmate, con ciuffi pelosi e stimmi rossi, compaiono prima delle foglie, dato che la fioritura è prevista tra marzo e aprile.
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Il suo habitat ideale è rappresentato dai margini boschivi di tutta Europa e di parte dell’Asia. In Italia è specie protetta.
Come altri pioppi, i suoi germogli contengono due sostanze davvero preziose, che sono la salicina e la populina le quali, se ingerite, “liberano acido salicilico allo stato nascente” (Tilmant).
Questo dimostra che gli irlandesi dei secoli passati avevano ragione riguardo alla sua efficacia per contrastare la febbre:
l’unico appunto è che il tremolo dev'essere somministrato in opportuni preparati medicinali, anche omeopatici (macerati glicerici), e non blandito con una formula magica!
Gli altri principi attivi sono, ancora tra i glicosidi fenolici, la salicortina, la tremuloidina e la tremulacina. Ci sono poi glicosidi flavonici e tannini.
Nella corteccia dei rami giovani c’è l’eteroside, detto salycil populoside, che può essere definito “un succedaneo del solfato di chinino” (Lieutaghi) e che si usa come febbrifugo e come sedativo dei dolori reumatici e muscolari.
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Una tale ricchezza di sostanze salutari lo rendono un eccellente antisettico delle vie urinarie, un antinevralgico e un preventivo di artrite e disturbi trofici associati. Giova pure in caso di affezioni dell’apparato respiratorio e di bronchiti croniche.
L’infuso di germogli – che si prepara versando 2 cucchiai rasi di droga in mezzo litro d’acqua, si porta a bollore si spegne e si lasci riposare sotto un coperchio per una quindicina di minuti – si beve come un tè lungo la giornata ed è diuretico, sudorifero e tonico. In applicazione esterna dà buoni risultati a chi soffre di dermatosi e piaghe in genere.
Se ne può preparare anche un vino tonico, ponendo in un litro di vino bianco 100 grammi di germogli triturati e lasciandoli macerare insieme con mezz'etto di scorza d’arancia amara per una decina di giorni. Da bere con moderazione, centellinandolo, in bicchierini da liquore.
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Fonti foto: Wikipedia, Floraitaliae.actaplantarum (.org). Elaborazioni Caffebook.it.