L’aneto, contro singhiozzi, streghe e preti noiosi
Originario dell’Asia sudoccidentale, l’aneto è una spezia coltivata sin dall'antichità.
I romani la ritenevano preziosa perché le attribuivano il potere di accrescere la forza fisica e l’energia vitale. Ne facevano largo uso i gladiatori affinché i loro muscoli fossero più robusti e vigorosi nei combattimenti.
Aneto, Anethum graveolens L
Ma gli usi più curiosi di questa pianta riguardano senz'altro l’Irlanda. Qui, nelle campagne, si seminava vicino alla porta di casa perché pare che l’aneto, con il suo odore caratteristico, avesse il pregio di attrarre le persone buone che venivano in visita e di respingere, facendole tornare indietro, quelle d’animo malvagio.
Del resto, insieme con il trifoglio, con la verbena e con l’iperico, è una delle quattro piante invocate nella notte che precede la festa liturgica di san Giovanni Battista (24 giugno) per scacciare le streghe.
Vi trascriviamo come curiosità l’antica formula magica irlandese: “Shamrock, vervain, John’s wort, dill, / That hindereth witches of their will.”
In famiglia, l’aneto si impiega ancora oggi per far passare il singhiozzo, specialmente quello dei bambini.
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La ricetta irlandese secondo Phil Cronin consiste nel tritare due cucchiaini da tè di semi e di amalgamarli con poca acqua calda prima di inghiottirli.
Ogni bravo irlandese cattolico, infine, non si fa mai mancare uno scartoccino di semi d’aneto, da tenere in tasca la domenica mattina. Sarebbe una grande sciagura, infatti, partecipare alla santa messa senza avere l’aneto con sé. Sì, perché si sgranocchia per sopportare un’eventuale omelia troppo lunga e noiosa del prete e per calmare i morsi della fame prima del pranzo domenicale, che per colpa della predica esosa sarebbe inevitabilmente ritardato.
Per questo motivo, in alcune zone d’Irlanda sopravvive la tradizione di donare a un giovane che viene ordinato sacerdote, oltre ai tradizionali paramenti liturgici che gli serviranno per le funzioni religiose, anche una piantina d’aneto, per augurargli e per ricordargli di essere breve e brillante nei sermoni. Oppure la stessa piantina si regala, quale avvertimento, al proprio parroco, se nell'ultima celebrazione si è un po’ troppo dilungato…
Dal punto di vista botanico, l’aneto appartiene alla famiglia delle Ombrellifere ed è classificato come Anethum graveolens L.
Simile al finocchio selvatico, si distingue però chiaramente per l’odore che emana, che non per tutti è gradevole e che gli è valso anche il nome di finocchio fetido o di finocchio bastardo.
È una specie erbacea, annua, che presenta radice a fittone e caule eretto. Il fusto, che può raggiungere il mezzo metro d’altezza, è finemente solcato e ramoso nella parte superiore. Le foglie sono tri-tetrapennatosette, con segmenti lineari filiformi.
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I fiori gialli sbocciano tra giugno e agosto e compongono un’ombrella elevata, formata a sua volta da 30-50 ombrellette prive di involucri e involucretti.
I frutti sono semi ellittici (lunghi dai 3 ai 5 millimetri) di colore marroncino.
La droga è rappresentata proprio dai semi che, quali principi attivi, contengono nell'olio essenziale dillapiolo, carvone, limonene, pinene, fellandrene e dipentene; ci sono poi un olio grasso, sostanze tanniche, saponine e cere.
Le sue proprietà sono dunque analoghe a quelle del finocchio e dell’anice:
agisce come stimolante e antispasmodico dell’apparato digerente, come carminativo (combatte l’aerofagia),
come galattoforo (ovvero favorisce la lattazione nelle puerpere),
come eupeptico per gli inappetenti e come calmante del singhiozzo e del vomito di origine nervosa.
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In uso esterno, il decotto concentrato giova contro le emorroidi.
La tisana si prepara normalmente mettendo due cucchiai da dessert di semi in mezzo litro di acqua fredda, si fa bollire per una decina di minuti, si lascia in infusione sotto coperchio per una decina di minuti, si filtra e si dolcifica a piacere.
Si beve lungo la giornata ed è meglio farlo prima dei pasti, se lo si utilizza come eupeptico, o dopo, se si desidera sorseggiare un buon digestivo.
Come spezia, l’aneto è assai apprezzato in cucina:
le foglie fresche tagliate fini e la polvere dei semi insaporiscono le insalate, aromatizzano l’aceto, le marmellate e i liquori e sono ingrediente delle salse per il pesce.
Nei Paesi Scandinavi i semi vengono aggiunti al pesce marinato e nelle Isole Britanniche ai sottaceti.
Con tutte queste virtù, l’aneto è davvero un bel regalo da offrire al prete, indipendentemente dalla qualità delle sue prediche.
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Foto Wikipedia. Elaborazioni CaffèBook.