La quarantena: dalla Peste Nera al Coronavirus, come nasce la pratica di isolare i malati

Il Coronavirus ha riportato in auge la quarantena, un’antica pratica medica che veniva adottata per affrontare le malattie che si ritenevano contagiose.

La Cina, Paese da cui è cominciata la diffusione del virus, ha adottato questa misura su una scala mai vista prima, separando i malati dai sani, ricorrendo a questa usanza di lunga data, ma com'è nata?

La quarantena: l'isolamento dei lebbrosi

Rappresentazione di un lebbroso
Rappresentazione di un lebbroso, particolare

La lebbra è la prima malattia documentata per la quale è stata imposta la quarantena. Seguendo quanto imponeva l’Antico Testamento, il lebbroso doveva restare isolato e “fuori dell’accampamento”.

In questo caso in realtà più che di una pratica medica si trattava di un precetto religioso per il quale il malato era un peccatore punito da Dio che doveva essere abbandonato ad una lenta morte.

Oggi sappiamo che la lebbra, il cui nome scientifico è morbo di Hansen, ha una capacità di trasmissione piuttosto modesta ed è curabile.

Ma alla paura generata dal batterio Mycobacterium leprae, nel 2020 si è sostituita la psicosi del Coronavirus.

Tuttavia, tornando alla storia della quarantena, i consigli degli dei sulle malattie contagiose erano simili a quelli dei medici.

I medici contemporanei di Ippocrate di Coo (460 a.C. circa – Larissa, 377) prima e Galeno di Pergamo (Pergamo, 129 – Roma, 201 circa) dopo consigliavano “Cito longe tarde” o meglio: "Cito, longe fugeas et tarde redeas".

La locuzione latina con il suo “presto, fuggi lontano e torna tardi” rimase il rimedio più diffuso anche quando, verso la metà del 1300, in Europa giunse la terribile Peste Nera. Tuttavia, questa non era ancora la quarantena.

In che modo allora il termine Quarantena divenne parte del nostro modo di parlare?

Dalla metà del XIV secolo, la peste si diffuse in tutta Europa.

Era giunta nel Vecchio Continente dalla Cina e dall'impero mongolo attraverso la Turchia e, risalendo l'Europa dal sud, dal 1347 raggiunse in due, tre anni, Inghilterra, Germania e quasi tutta la Russia. Durante questo periodo, si stima che sia morto un terzo della popolazione europea.

Il profondo impatto dell'epidemia portò all'istituzione di misure estreme di controllo delle infezioni. Ad esempio, nel 1374, il signore di Milano Bernabò Visconti (Milano, 1323 – Trezzo sull'Adda, 19 dicembre 1385) fra le tante imprese militari in cui era impegnato per realizzare lo Stato visconteo, adottò la misura di portare fuori dalla città i contagiati affinché si riprendessero o morissero.

Mentre a Firenze Giovanni Boccaccio, che ne fu testimone, la descriveva nel suo celebre Decameron a Ragusa di Dalmazia (moderna Dubrovnik, in Croazia) si cominciava ad applicare la prima quarantena.

Nella città allora sotto il dominio di Venezia si decise di stabilire un luogo fuori dalle mura della città nel quale dovevano attendere le persone che arrivavano in città alla ricerca di una cura.

Venezia
Venezia

Nel 1377, fu approvata una legge che stabiliva un Trentino, o periodo di isolamento di 30 giorni, per i cittadini e visitatori provenienti dalle aree in cui la peste aveva fatto la sua apparizione. Successivamente il periodo fu esteso a quaranta giorni che in veneto si dice appunto quarantena.

Ma a Venezia l’isolamento dei malati venne attuato in una forma molto più drastica.

La Peste Nera era inarrestabile e avrebbe provocato la morte di oltre quaranta milioni di persone arrivava in Europa sulle navi per diffondersi grazie alle zecche dei ratti presenti nelle stive.

Dal 1361 al 1528, nella Repubblica di Venezia furono registrate più di venti epidemie, una delle quali colpì quasi i tre quinti della popolazione.

I sintomi che più spaventavano erano il gonfiore e il sanguinamento doloroso che colpiva i malati affetti da quella che era conosciuta come Peste Bubbonica. Era questo tipo di variante che, per i bubboni scuri e le macchie nere cutanee, venne definita Peste Nera o Morte Nera.

Alla Peste Bubbonica che si trasmetteva solo attraverso le pulci seguiva in realtà una variante più pericolosa:

la peste polmonare.

Questa passava da un infetto all'altro e la mortalità era inarrestabile.

Ma questa malattia causata dal batterio Yersinia pestis ha anche una terza variante, Peste setticemica, in cui l’agente patogeno penetra nel sangue, diventando anche questa mortale se non curata in modo adeguato.

I veneziani trovarono una soluzione radicale alla Peste Nera.

Nel 1423 il Senato della Serenissima, pare su consiglio di San Bernardino da Siena, decise di realizzare un luogo destinato all'isolamento dei malati di peste. Sebbene non fosse un ospedale in senso moderno era la prima volta che si ospitava un così grande numero di malati al mondo in un posto dove potessero ricevere cibo e aiuto, almeno spirituale.

La quarantena e l’isola di Santa Maria di Nazareth o Lazzaretto Vecchio

La quarantena e l’isola di Santa Maria di Nazareth o Lazzaretto Vecchio
La quarantena e l’isola di Santa Maria di Nazareth o Lazzaretto Vecchio

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L’isola di Santa Maria di Nazareth fu il luogo designato.

Con il termine Lazzaretto Vecchio divenne il modo in cui i veneziani cominciarono a chiamare l’isola da quando, nel 1468, su un’altra isola, le imbarcazioni cominciarono ad essere ospitate per la quarantena e che fu chiamata Lazzaretto Novo.

Lazzaretti divennero in seguito anche tutti quei luoghi che nel mondo avrebbero avuto funzioni simili.

La Quarantena fu inventata sull’isola anticamente conosciuta come la Vigna Murata.

Isola del Lazzaretto Novo
Isola del Lazzaretto Novo

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Le cure dell’epoca non erano certo efficaci e per lo più consistevano in un misto di credenze religiose e salassi. Solo nel 1894, il batteriologo franco-svizzero Alexandre Yersin riuscì a scoprire ed isolare il batterio responsabile della malattia. Prima che la scoperta del batterio portasse la lotta alla malattia nel campo della ricerca medica i consigli più efficaci erano la sepoltura immediata dei corpi e l’isolamento dei malati.

Sull'isola del Lazzaretto Novo sbarcavano le navi e gli equipaggi provenienti da tutto il Mediterraneo. Qui i bastazi (facchini) e gli uomini del Magistrato alla Sanità catalogavano le merci che in seguito venivano "sanate" con fumi di erbe aromatiche che producevano odori intensi, spesso ginepro, chiodi di garofano o rosmarino.

Pochi erano i medici, fra questi Tommaso del Garbo, che proponevano approcci più ragionevoli come:

areare i locali, tenersi a distanza dai malati e lavarsi le mani con l’aceto.

Vestito di un Medico di Venezia
Vestito di un Medico di Venezia

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Ma perché la Quarantena dura quaranta giorni?

La Quarantena incominciò con una… trentina di giorni, ma dopo un po’ di tempo fu allungato il periodo di isolamento, perché? Il motivo del cambiamento non è del tutto chiaro.

Il periodo più breve, probabilmente, non si era dimostrato sufficiente a contenere la Peste Nera e forse la paura aveva portato a protrarre il periodo.

Non è tuttavia da sottovalutare che così come per le cure anche in questo provvedimento la religione avesse il suo peso. La Quaresima è, ad esempio, un periodo di 40 giorni di purificazione spirituale.

Probabilmente non sapremo mai quale sia stato il motivo che ha portato a quaranta i giorni di isolamento, ma il concetto si è dimostrato talmente efficace che anche oggi viene applicato variando il periodo del tempo a seconda della patologia.

Isola del Lazzaretto Vecchio a Venezia
Isola del Lazzaretto Vecchio a Venezia

Foto Wikipedia, Turismovenezia (.it). Elaborazioni CaffèBook.