Il cavolo, un concentrato di benessere

Il cavolo è uno fra gli elementi fondamentali dell’alimentazione europea, in particolare delle aree cosiddette celtiche, nelle quali viene coltivato da più di 4000 anni.

In Irlanda se ne fa un largo consumo, impiegandolo nelle più svariate preparazioni.

Il cavolo nome latino di Brassica oleracea L.

Il cavolo nome latino di Brassica oleracea L.
Il cavolo nome latino di Brassica oleracea L.

La ricetta del colcannon, tipico piatto irlandese, è ad esempio a base di cavolo. Secondo la tradizione, i contadini dell’Isola di Smeraldo piantano i cavoli nei venerdì di luna nuova: in questo modo sembra che saranno preservati dalle gelate sino al raccolto.

I giardinieri, invece, sono soliti minacciare con la falce i cavoli ornamentali che tardano a formare una bella testa rotonda e lo fanno nottetempo e indossando rigorosamente la camicia da notte! Inoltre era consuetudine che il cavolo fosse la prima verdura seminata nell'orto di due novelli sposi, in augurale segno di buona fortuna.

In Scozia vengono attribuite al cavolo virtù addirittura divinatorie.

Naturalmente esse si esplicano nell'imminenza di Hallowe’en. La sera della vigilia, le ragazze scozzesi si recano nell'orto e, a occhi chiusi, strappano un gambo di cavolo dal terreno mentre recitano questa graziosa strofetta: "Hally on a cabbage, and hally on a bean, / Hally on a cabbage-stalk, tomorrow’s Hallowe’en!”

Dalla forma del torso di cavolo raccolto ciascuna fanciulla dedurrà le caratteristiche fisiche del suo futuro innamorato: alto, basso, tozzo o smilzo che sia.

Lentiggini e cavolo: certamente un binomio azzeccato.

Perché le lentiggini sono un vanto, sono una pioggia dorata che accende di luce il pallore rosato della pelle, sono uno spruzzo di simpatia che nobilita il sembiante. Ma non tutte le donne, celtiche e non, vi convivono serenamente. Nel tentativo di schiarire il fiorire del viso, sono fiorite a loro volta le più disparate ricette empiriche. L’unica che ci sembra utile segnalarvi riguarda appunto il cavolo.

Il cataplasma delle sue foglie per uso cosmetico si prepara analogamente a come si procede nel trattamento di patologie ben più serie, quali le ulcere, le adeniti, gli eczemi, etc.

Si prende un cavolo rosso o verde, si priva delle prime foglie e si utilizzano le altre eliminando con un coltello la costola centrale. Dopo averle schiacciate con un mattarello allo scopo di far affiorare il succo dalle nervature, si applicano sulla parte interessata.

Questo sistema è ottimo in caso di zone d’epidermide piuttosto ampie, come le cosce nella cura della cellulite, ma è un po’ scomodo per il viso e per l’area limitata in cui compaiono le lentiggini.

È preferibile pestare o tritare le foglie, farle macerare in un sorso d’acqua o in poco d’olio di mandorle dolci, metterle tra due garze e adagiarle sulle gote, sul naso e sulla fronte.

Si ottengono risultati sorprendenti con impacchi quotidiani di almeno mezz'ora.

Un’alternativa moderna a quest’antico rimedio è rappresentata dall'uso del succo di cavolo ottenuto mediante centrifugazione. Costituirà una gradevole lozione che ha il vantaggio d’essere pratica perché si può spalmare con il lieve massaggio dei polpastrelli delle dita.

C’è anche chi tratta le lentiggini con il decotto di semi di cavolo.

Per prepararlo, occorre mettere a bollire per qualche minuto due cucchiai rasi di semi in mezzo litro d’acqua. Si lascia riposare per un quarto d’ora e si filtra.

Sostituisce un normale tonico nella pulizia della pelle.

Il cavolo non giova solo per le lentiggini. Chi non le ha, può ricorrere ai rimedi che vi abbiamo appena descritto semplicemente per favorire il ricambio cellulare e per ringiovanire l’epidermide.

Il contenuto di zolfo e di calcio ne fanno un valido alleato contro le seborree ostinate. Provatelo anche in caso di acne e foruncoli e, quale risorsa propria della bella stagione, per lenire la pelle se vi siete scottati prendendo la tintarella.

È senza dubbio una pianta straordinaria dal punto di vista fitoterapico, tanto che il dottor Jean Valnet vi dedicò circa una trentina di pagine del suo celebre testo.

Classificato con il nome latino di Brassica oleracea L., appartiene alla famiglia botanica delle Crucifere.

Nella varietà selvatica, presenta fusti robusti muniti di spesse foglie dalla caratteristica tinta verde-azzurra, che tendono a formare la cosiddetta “testa” rotonda o conica.

Le infiorescenze sono allungate e presentano grandi fiori di un bel giallo intenso, che sbocciano tra maggio e settembre.

Qualità di cavolo Brassica oleracea
Qualità di cavolo Brassica oleracea

Potrebbe interessarti anche: Il farfaro: erba da fumo.

Nelle numerose qualità di coltura (verza, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavolo rosso, etc.), difficilmente si arriva alla fioritura perché le piante vengono raccolte prima, per essere commercializzate.

Principi attivi del Cavolo Brassica oleracea
Principi attivi del Cavolo Brassica oleracea

Potrebbe interessarti anche: Il muscari, pan d’l coucou.

I principi attivi sono così importanti che ne consigliano soprattutto l’uso interno (mangiandolo crudo in insalata o bevendone il centrifugato), oltre a quello esterno di cui sinora vi abbiamo parlato.

Partiamo dal solfibromuro di metilmetionina, noto come vitamina U, che però viene distrutto dalla cottura.

E poi ci sono l’albumina vegetale, la fecola verde, le mucillaggini, gli ossidi di ferro, il nitrato e il solfato di potassio, il calcio, il fosforo, il magnesio, lo iodio, il rame, l’acido folico e le vitamine A, C, D, K, PP e del gruppo B.

Da tutta questa ricchezza di costituenti derivano le sue proprietà cicatrizzanti (in caso di ulcere gastriche o intestinali e di emorroidi), disinfettanti e depurative (acne e ascessi, come nell'uso esterno, adeniti, dissenteria, digestioni difficili, gastriti, problemi epatici o disturbi renali, prostatiti, raffreddore, stati influenzali e affezioni varie delle vie respiratorie), ricostituenti (anemia, affaticamento, senescenza) e riequilibratrici generali e nervose (affezioni cardiache e del sistema circolatorio, nevrosi, insonnia, diabete, dolori reumatici, emicrania e cefalea, gotta, dismenorrea, nevralgie, scorbuto, stitichezza).

Un concentrato di benessere, dunque, per affrontare nel modo migliore la primavera che è cominciata da pochi giorni.

Foto da wikipedia, elaborazioni CaffèBook.