Il mirtillo e la Fraughan Sunday
Si avvicina la primavera e il mirtillo, con le sue piccole corolle sferiche di verde porporino e rosato, che ripiegano verso il suolo le loro quattro o cinque corte puntine, è una tra le piante che annuncia la bella stagione dopo il rigore dell’inverno.
La sua fioritura si estende infatti per più di due mesi, dalla seconda metà di febbraio sino alla fine di aprile.
È comune in Europa e nell'Asia nordoccidentale, specialmente nei boschi di conifere e di latifoglie. Ma questo cespuglio nano, che può raggiungere il mezzo metro d’altezza, e anche tipico delle brughiere, quindi di terre affascinanti come la Bretagna, la Scozia, l’Irlanda…
Appartiene alla famiglia delle Ericacee e proprio in Irlanda fanno derivare il suo nome gaelico da quello dell’erica: se questa è chiamata fraoch, in irlandese il mirtillo diventa fraochán. Da qui proviene pure il termine inglese fraughan, utilizzato nell'Isola di Smeraldo al posto del più comune bilberry della vicina Gran Bretagna.
Per evitare confusioni, la classificazione latina di questa pianta è in ogni caso Vaccinium myrtillus L.
I rametti, che in Bretagna e sempre in Irlanda vengono scelti per confezionare piccole scope, sono spigolosi, muniti di foglie appuntite e ovate, dal margine finemente dentato. E i fiori singoli, che vi abbiamo descritto all'inizio, compaiono all'ascella fogliare.
La droga medicinale è costituita sia dalle bacche bluastre, globulose, dalla caratteristica cicatrice circolare, che maturano tra luglio e ottobre, sia dalle foglie essiccate.
Le bacche e le foglie del Mirtillo
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Nei frutti troviamo principi attivi
quali gli acidi organici (acido citrico, malico, tartarico, benzoico),
gli zuccheri (dal 5 al 6%), i tannini, la pectina,
il colorante mirtillina (glicoside antocianidina, con proprietà battericida), fattori vitaminici P (antocianosidi) e flavonoidi.
Nelle foglie ci sono ancora tannini e flavonoidi ma anche glicosidi ipotensivi.
Come possiamo dunque utilizzare per la nostra salute questa ghiotta specie botanica?
Mangiare mirtilli è senz'altro salutare per tutti perché, oltre a essere assai buoni, giovano in diverse patologie:
diarree ed enteriti anche di origine batterica (per la già citata presenza di mirtillina),
colibacillosi, emorragie dovute a fragilità capillare, disturbi circolatori (varici e flebiti),
retinopatie e disturbi della vista, diabete, disturbi di fegato e insufficienza biliare, azotemia…
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Il decotto è ugualmente utile e, come il succo, si può impiegare anche in uso esterno per sciacqui orofaringei in caso di stomatiti, faringiti, afte e mughetto infantile o per compresse da applicare sulla pelle, se si soffre di eczemi.
Si prepara immergendo due cucchiai da minestra di bacche essiccate in mezzo litro d’acqua fredda. Si fa bollire per 5 minuti, si lascia in infusione per un quarto d’ora e si filtra, spremendo bene il residuo. Si dolcifica a piacere, se necessario, e si beve come un tè freddo lungo la giornata.
Il decotto di foglie, che ha una preparazione simile ma occorre sostituire i due cucchiai di bacche con due di questa seconda droga essiccata e sminuzzata, è al contrario utile quale terapia di supporto (quindi non sostitutiva dei farmaci) nella cura del diabete. È meglio berlo per brevi cicli perché, sul lungo periodo, può essere leggermente irritante.
Con i mirtilli si producono le meravigliose delizie che tutti noi conosciamo: gelatine, marmellate, dolci, sciroppi, liquori… Persino i sottaceti! Sì, in alcune contee d’Irlanda i mirtilli si mangiano così, come contorno della carne di maiale o di pesci grassi (salmone e aringhe, ad esempio).
Secondo la tradizione, le donne irlandesi li preparano con aceto di sidro dopo la cosiddetta Fraughan Sunday, ovvero la “domenica del mirtillo” che cade a fine luglio e nella quale anche i bambini aiutano gli adulti nella raccolta, un po’ come avviene nella nostra vendemmia.