La cuscuta: una terribile bellezza
Per questa strana pianta abbiamo parafrasato il celebre verso di William Butler Yeats, che ricorre nella poesia Easter 1916: “A terrible beauty is born”.
Sì, perché la cuscuta, che in irlandese si chiama clamhán (nome che condivide con la poiana, forse perché rapace allo stesso modo), è quanto di più elegante adorni la brughiera o le aspre lastre di roccia del Burren, ma il suo abbraccio è un abbraccio di morte.
Si tratta, infatti, di una pianta parassita la quale non appena attacca la malcapitata vittima, ovvero la pianta ospite, e le si avviluppa intorno, si libera della sua piccola radice, che in breve si atrofizza e marcisce.
Mediante organuli succiatoi, i cosiddetti austori, penetra nel caule dell’ospite, spingendosi sino a raggiungere il cambio, e ne estrae per sé stessa tutto il nutrimento, provocandone una lenta morte.
In Irlanda è piuttosto diffusa e infestante perché qui trova le specie ideali da attaccare, quali il trifoglio, l’erica, il timo, l’achillea, il lino e persino il luppolo, coltivato per la produzione della birra… E per debellarla non c’è altro verso che strapparla via a mano, come i contadini facevano un tempo, perché gli erbicidi che agiscono sulla clorofilla non riescono a eliminarla.
Per questo ancora oggi, in diverse contee, la comparsa della cuscuta vicino a casa è ritenuta foriera di eventi funesti.
Neppure in Italia gode di buona fama, tanto da essersi meritata i soprannomi popolari di ragnatela del diavolo o di ragno maledetto.
La Cuscuta famiglia delle Convolvulacee
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Ma conosciamola un po’ più da vicino.
Appartiene alla famiglia delle Convolvulacee, è comune nelle zone temperate ed è stata classificata come Cuscuta Epithymum Murr. (in realtà, le varietà sono più di 200).
È una pianta annua ed è parassita perché priva di clorofilla. D'altronde i suoi steli filiformi e volubili, non sono verdi ma variano dal biancastro, al giallo e al porporino.
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Non ha foglie, dato che non le servirebbero per la fotosintesi, sostituite da piccole squame, ma in compenso i suoi fiori sono davvero stupendi.
Sbocciano tra aprile e settembre, sono sessili e campanulati, accompagnati da una bratteola triangolare, lievemente odorosi, riuniti in glomeruli globosi del diametro di circa un centimetro.
Il colore muta dal bianco, al rosato, al rossiccio, con sfumature assai delicate e luminose.
Il frutto è a capsula globosa, che contiene semi piccoli (1 millimetro, circa) e assai numerosi per esigenze di sopravvivenza perché, quando la pianta germina, se non ha vicino un’altra erba da aggredire, muore in pochi giorni.
Se come infestante è una maledizione, tanto che sono state introdotte disposizioni legislative per la “decuscutazione” dei semi in commercio, ovvero per vigilare che le sementi vendute siano prive di semi di cuscuta a esse frammiste, dal punto di vista fitoterapico è al contrario, una benedizione.
La droga è costituita dall'intera pianta e ha alcuni principi attivi rilevanti.
Proprietà della Cuscutina:
Contiene la cuscutina, che è un glucoside, dalla quale per idrolisi si ottiene la cuscuterina, ossia un corpo resinoso assai solubile nei mezzi alcalini.
Le principali esperienze cliniche a riguardo furono condotte da Leclerc, il quale ne evidenziò l’azione colagoga, diuretica e leggermente lassativa, data dal suo effetto carminativo che determina un miglioramento del tono dell’intestino.
È consigliata in caso di stitichezza (specialmente se dovuta a insufficienza biliare) e flatulenza. In uso esterno, il suo decotto concentrato è un ottimo detergente per le piaghe.
Infuso di Cuscutina:
L’infuso, che è gradevole di gusto, si prepara ponendo due cucchiai rasi di droga in mezzo litro d’acqua.
Si porta a bollore, si spegne, si chiude con il coperchio e si lascia riposare per circa un quarto d’ora.
Si filtra e si dolcifica a piacere.
Si beve poi come un tè lungo la giornata perché, oltre a essere un rimedio salutare, con il suo aroma ci farà sognare le brughiere selvagge che nell'Ovest dell’Isola di Smeraldo si affacciano sull'oceano.