5 poesie di Trilussa
Il suo nome era Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri (Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950), da tutti conosciuto come Trilussa, e, quando si parla di poesia in dialetto (in questo caso romanesco), è il primo poeta a cui si pensa.
A sedici anni, propone al direttore del Rugantino Giggi Zanazzo la sua prima poesia L'invenzione della stampa che verrà pubblicata il 30 ottobre 1887.
Carlo Alberto Salustri la firma già come Trilussa.
La collaborazione con il giornale dura circa due anni durante tale periodo Trilussa pubblica cinquanta poesie e e una quarantina di prose.
Il successo arriva con le Stelle de Roma. Trilussa scrive sotto questo titolo delle poesie brevi dedicate ad alcune donne romane che piacquero molto ai lettori del Rugantino. Questi madrigali daranno luogo alla pubblicazione della sua prima raccolta di poesie, Stelle de Roma. Versi romaneschi.
Carlo Alberto Salustri in seguito collabora con vari giornali quali Il Ficcanaso, Il Cicerone e La Frusta fino a scrivere per Il Don Chisciotte di Roma.
Il poeta rielabora molte delle sue pubblicazioni per poi proporle in varie raccolte e libri.
I libri di poesie più conosciuti di Trilussa sono:
Stelle de Roma. Versi romaneschi (1889), Er Mago de Bborgo. Lunario pe' 'r 1890 (1890), Quaranta sonetti romaneschi (1894).
Ci sono poi le famose Favole romanesche, (1901) e quindi: Caffè-concerto, (1901), Er serrajo, (1903), Sonetti romaneschi (1909) Ommini e bestie (1914)
Molto nota è La vispa Teresa (1917) per la quale prende spunto e prosegue l'omonima poesia di Luigi Sailer.
Altri famosi libri di poesie di Trilussa sono: ... A tozzi e bocconi: Poesie giovanili e disperse (1918), Lupi e agnelli (1919), Le cose (1922), I sonetti (1922), La Gente (1927), Evviva Trastevere: poesie, bozzetti, storia della festa de nojantri (1930), Giove e le bestie (1932).
Fra i tanti componimenti del poeta romanesco abbiamo scelto le seguenti 5 poesie di Trilussa.
Avarizia
Ho conosciuto un vecchio
ricco, ma avaro: avaro a un punto tale
che guarda i soldi nello specchio
per veder raddoppiato il capitale.
Allora dice: - Quelli li do via
perché ci faccio la beneficenza;
ma questi me li tengo per prudenza... -
E li ripone nella scrivania.
La crisi de coscenza
La crisi de coscenza po' succede
da un dubbio che te rode internamente;
come ridà la fede a un miscredente,
pò rilevalla a quello che ce cre
In politica è eguale. quanta gente,
che ciaveva un principio in bona fede
s'accorge piano piano che je cede
e je viè fora tutto diferente
Te ricordi de Checco er comunista
che voleva ammazzà de prepotenza
tutta la borghesia capitalista?
invece, mò, la pensa all'incontrario:
e doppo quarche crisi de coscenza
s'è comprato un villino a Monte Mario.
Poesie di Trilussa: Felicità
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Felicità
C'è un'ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va...
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
La politica
Ner modo de pensà c’è un gran divario:
mi’ padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;
de tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so’ monarchico, ar contrario
de Ludovico ch’è repubblicano.
Prima de cena liticamo spesso
pè via de ’sti princìpi benedetti:
chi vo’ qua, chi vo’ là... Pare un congresso!
Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma
ce dice che so’ cotti li spaghetti
semo tutti d’accordo ner programma.
La tartaruga.
Mentre una notte se n'annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
cò la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: "Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle...
_ lo sò rispose lei_ ma prima de morì,
vedo le stelle.
Foto da Wikipedia, elaborazioni CaffèBook.