Esther Lederberg: una scienziata invisibile come i virus che studiava
Nel 1958, Esther Miriam Zimmer Lederberg accompagnò a Stoccolma il marito, Joshua Lederberg, a ritirare il Premio Nobel per la medicina condiviso con George Wells Beadle ed Edward Lawrie Tatum, attribuito per le scoperte sulla ricombinazione genetica e l'organizzazione del materiale genetico dei batteri.
La microbiologa e immunologa Esther Lederberg
Esther seguì la cerimonia seduta in platea, in qualità di consorte, anche se era una eccezionale microbiologa e immunologa che contribuì in maniera rilevante alle scoperte del marito:
come spesso accaduto a tante scienziate nel corso della storia,
il suo apporto è stato ridimensionato e reso quasi invisibile dall'ostilità del mondo accademico maschile.
Esther nasce a New York nel 1922 da una famiglia povera che viveva nel Bronx. Frequenta l'Hunter College grazie a una borsa di studio e sceglie di studiare chimica, nonostante le fosse stato detto che l'argomento era troppo difficile per le donne.
Esther Miriam Zimmer Lederberg New York, 18 dicembre 1922 – 11 novembre 2006
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Gli insegnanti le consigliarono di proseguire gli studi in francese o in letteratura, ma lei decise di approfondire la chimica conseguendo un master in genetica alla Standford University.
È qui che Esther incontra il marito e, quando questi ottiene una cattedra all'Università del Wisconsin, lo segue.
Assieme, svilupperanno idee che modificheranno il panorama della microbiologia, gettando le basi della genetica moderna che si sarebbe evoluta nella seconda metà del 20º secolo e, in particolare, anticipando gli studi sul DNA.
Joshua era un brillante pensatore, ma le idee dovevano essere testate in laboratorio per poter essere dimostrate:
Esther era colei che realizzava il difficile lavoro di sperimentazione, noioso ma fondamentale, senza il quale non sarebbe arrivato il Nobel di Joshua.
La moglie era dotata di enormi capacità intellettive che la portarono a importantissime scoperte.
La prima avvenne nel 1951, quando era studentessa di dottorato, e fu quella del Fago Labda, che segnò una pietra miliare nella ricerca microbica:
si tratta di un virus che infetta il batterio Escherichia Coli senza, però, provocarne la morte.
Fino a quel momento, la scienza ufficiale considerava tutti i virus "litici", ossia che infettassero la cellula di cui erano ospiti causandone la morte.
Il Fago Labda, invece, dimostrò la capacità del suo genoma di incorporarsi e replicarsi con quello del batterio ospite senza ucciderlo, rivelando i percorsi per la trasduzione (DNA virale nelle cellule) e il trasferimento orizzontale (DNA da batterio a batterio).
La seconda scoperta di Esther, conseguente a questa, fu quella del Fattore di Fertilità batterica, una sequenza di DNA che i batteri, a volte, "perdevano" durante la fase di divisione.
Esther Lederberg con il marito Joshua
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Negli anni 50', gli scienziati erano impegnati a risolvere il mistero della struttura del DNA, svelato da Watson e Crick e premiati con il Nobel nel 1962 grazie alle fotografie effettuate ai raggi X da Rosalind Franklin, scienziata che, sottoposta alle radiazioni, morirà di cancro nel 1958.
Gli studi di Esther Lederberg furono fondamentali per indicare che, durante la duplicazione delle cellule, il materiale genetico si mescola, dando origine a qualcosa di nuovo.
In quel periodo, i coniugi Lederberg pubblicarono diversi articoli sui batteri, firmandoli insieme o separatamente.
Gli studi: Placcatura di Replica
Uno dei più importanti fu quello relativo alla Placcatura di Replica. Da alcuni decenni, i microbiologi cercavano un modo per trasferire le colonie di batteri da una capsula di coltivazione all'altra e consentire studi come quelli della resistenza agli antibiotici.
Esther Lederberg applicò l'esperienza acquisita dai fratelli, lavoratori nel campo tessile, per mettere a punto un metodo tuttora valido:
usò del velluto, le cui minuscole fibre diventavano dei piccoli aghi inoculanti, come il tampone di un timbro, per trasportare i batteri da una lastra all'altra.
In questo modo, Ester e Joshua dimostrarono l'origine spontanea delle mutazioni con vantaggi adattativi.
Il lavoro svolto dai Lederberg ha creato le basi della biologia molecolare, da cui si sarebbero sviluppate materie come l'ingegneria genetica.
Nel 1956, i coniugi vinsero assieme il Pasteur Award, premio attribuito a chi realizza rilevanti contributi nel campo della scienza.
Esther Lederberg con il marito al ritiro del Premio Nobel
Quando, due anni dopo, Joshua conquistò il Nobel, la motivazione fu
«aver ribaltato l'idea che i batteri producano sempre copie identiche di sé stessi»:
questo, però, venne dimostrato grazie anche alla scoperta del Fattore di Fertilità e alla tecnica della Placcatura di Replica ideate da Esther che, nella coppia, svolgeva il compito di trasformare la teoria in prove tangibili.
Un ruolo che, durante il discorso di ringraziamento di Joshua a Stoccolma, l'uomo non riconoscerà, sottolineando semplicemente di aver
«apprezzato la compagnia di molti colleghi, soprattutto della moglie».
Uno di questi colleghi fu Edward Tatum, il cui contributo, a differenza di Esther Lederberg, venne riconosciuto dall'Accademia di Stoccolma.
Dopo il Nobel, Joshua è promosso a capo del Dipartimento di genetica alla Standford University mentre ad Esther viene offerta una posizione di ricercatore associato presso un altro dipartimento, separando la loro unione professionale.
Quando i coniugi divorziano nel 1966, Esther Lederberg faticherà a uscire dall'ombra dell'ex marito, senza mai ottenere la titolarità di una cattedra all'interno dell'università, se non quella di professore aggiunto.
Nonostante le difficoltà e l'ostilità nei confronti delle donne, Esther Lederberg riesce a fondare e a dirigere, fino al 1985, il Centro di riferimento Plasmidi, i geni che codificano la resistenza agli antibiotici e ad altri fattori fondamentali per la salute umana, portando avanti una ricerca molto importante.
L'effetto Matilda su Esther Zimmer Lederberg
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La scienziata, oltre alle grandi capacità in laboratorio, coltivava interessi anche in altri settori quali la musica antica (in particolare quella rinascimentale ed elisabettiana), la letteratura, classica e contemporanea, e la botanica.
Fu proprio la passione per la musica che le regalerà l'incontro, nel 1989, con il secondo marito Mattew Simon il quale, dopo la morte di Esther Lederberg avvenuta nel 2006 per un'infezione polmonare, ha dedicato il suo tempo a raccogliere documenti e fotografie per ricordare l'opera della moglie e compensare la rabbia provocata dalla sottovalutazione del suo lavoro in quanto donna.
Esther Zimmer Lederberg superò l'amarezza per la mancata attribuzione del Nobel e per le difficoltà affrontate durante la carriera perché capace di anteporre il raggiungimento di obiettivi scientifici alla personale reputazione.
L'attenzione focalizzata nello studio di esseri invisibili come batteri e virus sembra aver reso trasparente anche le scoperte della scienziata dimostrando, ancora una volta, l'effetto Matilda, il fenomeno per cui il risultato del lavoro di ricerca compiuto da una donna viene attribuito, in tutto o in parte, a un uomo.
Esther Lederberg con il marito Mattew Simon
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Oggi, con l'emergenza Coronavirus, anche la ricerca genetica si mette in campo per dare supporto a chi studia un vaccino. Studiare le ragioni genetiche per cui le donne sono meno colpite o perché alcune persone sotto ai 40 anni sembrano predisposte all'attacco del Covid 19, può aiutare i ricercatori a trovare le sostanze per neutralizzare il virus che sta drammaticamente mettendo in crisi la nostra società.
Un campo in cui Esther Lederberg deve essere considerata pioniera e ispiratrice.
Foto da Wikipedia e da Esther Lederberg Memorial Website. Elaborazioni CaffèBook.