I Pennelli di Mangusta
La mangusta è un piccolo mammifero conosciuto per essere un abile cacciatore di serpenti, in particolare dei cobra.
Veloce e astuta, è immune al veleno dei rettili e, per questo, si impegna in combattimenti con loro da cui esce vincitrice.
I Pennelli di Mangusta
È presente in Africa e in regioni dell'Asia meridionale come l'India, ma la sua sopravvivenza è in pericolo per due ragioni:
i cambiamenti climatici che modificano l'habitat in cui vive e la produzione di pennelli fatti con i peli del mantello.
Questo tipo di pennello è, infatti, considerato tra i migliori perché permette di dipingere con un tratto fine e dettagliato. Gli artisti indiani sono tra coloro che lo prediligono ma, purtroppo, per ottenere un chilo di pelo occorre uccidere almeno 50 manguste. Una domanda che sta portando allo sterminio la specie.
Il governo indiano sta prendendo provvedimenti per aiutare gli esemplari minacciati quali tigri, elefanti e rinoceronti ma presta attenzione anche agli esemplari meno noti come manguste e pangolini.
La legge indiana punisce, dal 1972, il possesso, la caccia o il commercio di manguste irrogando una pena che può arrivare fino a sette anni di reclusione e una multa di 10.000 rupie, che corrisponde a circa 140 euro. Le manguste vengono cacciate anche per la pelle e la carne.
L'associazione Wildlife Trust of India stima che più di 50.000 siano uccise, ogni anno, con modalità atroci: catturate nelle reti, vengono picchiate a morte con bastoni per non rovinarne la pelliccia, e subito scuoiate.
Alla fine del 2019, il Ministero dell'Ambiente indiano ha autorizzato il WCCB, un ufficio di controllo del crimine sulla fauna selvatica, a dirigere una serie di azioni, denominate Operation Clean Art, a tutela delle manguste.
Due mesi di indagini hanno portato all'arresto di 49 persone nonché al sequestro di oltre 54.000 pennelli e 113 chili di peli di mangusta, equivalenti a più di 5.000 esemplari.
Questi pennelli di mangusta sono molto richiesti in tutto il mondo:
fintantoché ci sarà una domanda, gli animali continueranno ad essere uccisi per procurare il pregiato materiale.
Per superare i controlli delle autorità indiane, i pennelli vengono venduti all'estero dichiarando che la composizione è di tasso e donnola, il cui commercio è legale.
Solo la consapevolezza di operare un crimine e condurre all'estinzione una specie che svolge un importante ruolo nell'ecosistema potrà apportare un cambiamento positivo.
In India, alcuni artisti stanno iniziando a non usare più questo pennello mentre in zone come Calcutta e Santiniketan persiste il suo utilizzo.
Per contrastare l'uccisione delle manguste, alcune ditte produttrici di pennelli stanno creando setole sintetiche simili all'originale, ma chi le usa è ancora una minoranza.
Il vicedirettore di Wildlife Trust of India, auspicando che gli artisti scelgano i pennelli sintetici, afferma:
«L'arte dovrebbe costituire qualcosa di unico ed evocare il meglio dalle persone.
Perché esiste crudeltà e criminalità nel processo creativo dell'arte?»
In Italia la LAV, Lega Anti-Vivisezione, cerca di sensibilizzare il pubblico con il progetto denominato Animal Free Fashion, informando dell'origine animale di molti prodotti e accessori nella moda ottenuti con metodi cruenti. Inoltre, cerca un dialogo con le aziende del settore per responsabilizzarle e chiedere l'utilizzo di materiali sostitutivi.
Come per i cambiamenti climatici, l'uomo sembra non voler modificare le proprie abitudini anche quando queste hanno conseguenze disastrose sulla personale e altrui sopravvivenza.