Il Borgo di Civita D'Antino e il suo sindaco speciale

È mattino e ho voglia di uscire. Guardo Matteo negli occhi e lui capisce la mia richiesta silenziosa. «Vai pure. Fai il tuo giretto per il paese. Amanda sta ancora dormendo ma ricordati che quando tornerà da scuola avrà voglia di salutarti».


Sono una gatta dal mantello bianco e nero e mi chiamo Miao.
Matteo è il vicesindaco di Civita D'Antino mentre Amanda è sua figlia. La loro casa è comoda e mi vogliono davvero bene, ma amo gironzolare per le vie di questo antico borgo dove tutti mi accolgono con affetto quando mi vedono passare.

La prima casa che incontro è quella di Anna, che mi regala sempre una carezza mentre innaffia i vasi dei fiori, poi ci sono Mauro e Noemi che sussurrano di aspettarmi per pranzo.
Proseguo lungo le vie lastricate da sampietrini, controllando le belle fontane ornate di statue preziose e arrivo alla piazza dove faccio compagnia a Rita, che guida il pulmino con cui accompagna gli scolari a scuola. Rita racconta che svolge questo lavoro da molti anni, conducendo a lezione anche i genitori dei bambini che oggi sta aspettando.
«Sai, Miao, ho molte ricette da portare in farmacia. Dopo aver lasciato i ragazzi a scuola prendo le medicine per le persone che non riescono a raggiungere la città e le lascio al negozio di alimentari gestito da Stefania, così possono andare a ritirarle».

Giovani donne che trasportano calce Civita D'Antino di Kristian Zahrtmann
Particolare di Giovani donne che trasportano calce a Civita D'Antino di Kristian Zahrtmann

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Stefania è una signora gentile che aiuta in questo modo chi ha difficoltà a muoversi. Mentre mi struscio sulle sue gambe, la sento parlare ai figli e sostenere che Civita è un paradiso, esortandoli ad amarla.
Salgo fino al museo archeologico Antinum che occupa i locali dell'ex chiesa di Santa Maria: il piazzale è situato su un contrafforte che domina dall'alto la Val Roveto, regalando un panorama mozzafiato. Vado a trovare Gabriele che controlla i locali del museo. Pur non essendo nato a Civita, vi è sempre venuto in vacanza. Faceva il geologo e, ora che è andato in pensione, ha deciso di viverci.
Camminando per le sale museali, Gabriele mi racconta, ogni volta, storie affascinanti come quella dei pittori danesi che, a fine Ottocento, scoprirono Civita D'Antino e ne fecero una succursale estiva per artisti scandinavi, trasformandola in un laboratorio "an plein air" dove si dipingeva in un clima di spensierata amicizia e sorprendente integrazione.
«Kristian Zhartmann visitò il nostro paese scoprendolo pieno di vita e di luce e, colpito dalla selvaggia bellezza del panorama, dalla gente semplice e schiva, dai ritmi della vita cadenzati dal lavoro nei campi, lo traspose nei dipinti in maniera unica.
Come accaduto a me, il pittore dichiarava di essersi innamorato delle nostre montagne e del carattere che dona a chi l'abita. Gente solo all'apparenza semplice ma ricca di gentilezza e valori dal sapore antico. Quando li sentiva tornare dal lavoro canticchiando melodie popolari affermava di non aver mai ascoltato un coro più bello, perché a Civita le persone cantano col cuore e la loro gioia sale dritta nell'aria come una bolla scintillante. Pensa, Miao, che oggi moltissimi quadri, splendenti nella loro solarità e ricchezza di colori, fanno conoscere Civita D'Antino nei musei e nelle collezioni private dei paesi scandinavi e della Mitteleuropa».

Qualcuno bussa alla porta. Sono amici di Gabriele.
Alberto fa il pastore e porta ricotta fresca e caciotta mentre Pietro insalata fresca e broccoletti del suo orto. Sono manifestazioni che vanno al di là dell'affetto; qui a Civita ci si percepisce non solo come vicini o compaesani ma come parte di una comunità. Hanno compreso che tra queste montagne non c'è nulla di più prezioso dell'amicizia e del conforto che dà il poter contare sull'altro. Gabriele fa compagnia a Pietro quando zappa l'orto e aiuta Alberto nel disbrigo delle pratiche amministrative della sua attività.
Li lascio a chiacchierare e gironzolo, passando davanti al bar ristorante di Lorenzo ed Emanuela, da cui mi fermerò a cena, e al Bed and Breakfast di Palmira e Mariagrazia, dove dormirò nel fine settimana.

Palazzo Ferrante a Civita D'Antino nel quadro di Joakim Skovgaard
Particolare diel Palazzo Ferrante a Civita D'Antino nel quadro di Joakim Skovgaard del 1888

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Arrivo davanti all'edificio più importante di Civita: Palazzo Ferrante. Ascolto il professor Felice Casucci raccontarne la storia.
«Appartenente a una nobile famiglia, è stato per secoli al centro della vita socioculturale e politica del borgo ospitando viaggiatori inglesi, il sovrano del Regno delle Due Sicilie e i pittori scandinavi. Dopo il terremoto del 1915 che lo danneggiò, il palazzo è rimasto abbandonato e ora si sta elaborando un progetto per il suo recupero e valorizzazione in collaborazione con l'Amministrazione Comunale. Una volta restaurato secondo le indicazioni della Soprintendenza della Regione Abruzzo, l'edificio sarà messo a disposizione della popolazione con la creazione di spazi per lo svolgimento di seminari, workshop, laboratori di creatività e startup culturali. Inoltre, una porzione dell'immobile sarà destinata a social housing per giovani artisti del territorio, per artisti nordici in residenza e allievi delle Accademie di Belle Arti italiane e non, ricalcando l'antica tradizione di Civita quale luogo di soggiorno e fonte d'ispirazione degli artisti nordeuropei che vi soggiornarono per trent'anni, a fine Ottocento».

È piacevole ascoltarlo acciambellata su una panchina della piazza. Alla fine della narrazione vedo arrivare Davide che si ferma ad aggiornare Felice sui progetti che ha elaborato per sensibilizzare la cittadinanza a tenere pulite le strade del territorio. Davide Porretta è un giovane che, assieme a un gruppo di volontari, ha aderito alle iniziative nazionali Plastic Free ripulendo la zona industriale di Civita D'Antino Scalo dai rifiuti di plastica e imballaggi, soprattutto ai bordi del fiume Liri.
«La Val Roveto è bellissima e non è un caso sia stata immortalata dal pittore danese Zhartmann. Voglio organizzare una passeggiata ecologica lungo un percorso accessibile a tutti che dia la possibilità di conoscere piante ed erbe mentre raccogliamo i rifiuti abbandonati o portati dal vento. Ho parlato con il vicesindaco che mi ha assicurato il patrocinio del Comune all'iniziativa».
Sono contenta che Matteo supporti queste attività: anche per gli animali i rifiuti in plastica possono costituire un pericolo.

Mi viene in mente la soluzione elaborata da Matteo lo scorso anno al problema di alcuni pali pericolanti. Con la collaborazione di un gruppo di cittadini è stato eliminato, a costo zero, un pericolo alla pubblica incolumità trasformandolo in valore aggiunto. Con un vecchio tubo di calcestruzzo per fognature si è ricavato un portamatite gigante dove sono state inserite delle matite colorate lunghe più di due metri, che altro non sono se non i vecchi pali pericolanti, tolti, lavorati e dipinti. Un'idea che ha prodotto un'originale opera d'arte che ricorda quanto è piccolo l'essere umano di fronte alla natura, al tempo e ai misteri della vita. L'installazione ha permesso a cittadini con diverse professionalità di cooperare per la sua realizzazione: Gianni, Giovanni, Luca, Davide, Silvia e Valerio hanno interagito, ognuno con le proprie conoscenze, creando un'opera che ha rafforzato il legame tra la popolazione. Matteo ha infatti pubblicato, al termine, un comunicato stampa in cui ha ringraziato per la collaborazione il Sindaco, l'Amministrazione e tutta la cittadinanza di Civita Capoluogo, Civita Scalo e Pero Dei Santi.
Quando passo davanti a quelle matitone colorate, le mie vibrisse percepiscono un sentore di amicizia e vitalità, facendomi sentire orgogliosa di vivere a Civita.

Scendo dalla panchina e torno a casa senza dimenticare di passare a salutare Silvia, Sandro e Maria: ho promesso a Matteo di accogliere Amanda al ritorno da scuola. Lo trovo, però, intento a rilasciare un'intervista… su di me!
«Abbiamo deciso di conferire a Miao il titolo di "Sindaco degli Animali" di Civita D'Antino per simboleggiare il rispetto dell'Amministrazione per i diritti degli animali e sensibilizzare la comunità. Vogliamo dimostrare che persone e animali possono convivere pacificamente. Miao, pur essendo un gatto di famiglia, si muove liberamente tra le strade e le case dei novecento abitanti del paese, mostrando che gli animali possono far parte integrante della comunità, insegnandoci valori che si stanno dimenticando.

Gli animali non provano invidia, non commettono cattiverie, non rubano, non si corrompono, non hanno doppi fini e, forse, riuscirebbero a ricoprire molte cariche che noi umani spesso svolgiamo con errori. Miao resterà in carica per un anno e, al termine, ci saranno nuove elezioni a cui potrà partecipare ogni animale del borgo per continuare l'opera da lei iniziata. Gli animali presenti nelle città devono ricordarci che tutti facciamo parte di un'unica grande comunità, aumentando e nutrendo il legame solidale che ne è alla base».
Sono sorpresa e lusingata dalle parole di Matteo, di cui riconosco la profondità.

Civita D'Antino è un borgo autentico che, oltre alle bellezze paesaggistiche ed architettoniche, mostra un tesoro unico: sono le storie di amicizia e solidarietà di uomini, donne e animali a tenere unita la collettività. Finché si potranno raccontare queste storie, saremo certi di lasciare un'eredità condivisa arricchendo le nuove generazioni, perché il borgo si mantiene vivo se la qualità della vita di chi lo abita è connesso a un autentico benessere sociale e non soltanto materiale.