Dalle Scaglie del Pangolino al Coronavirus

Il Pangolino un animale finora sconosciuto ai più, che risulta il più cacciato e contrabbandato al mondo ed ora possibile veicolo del coronavirus

Quando si parla di animali a rischio di estinzione si pensa a tigri, rinoceronti o elefanti. In realtà, esiste un altro animale, sconosciuto ai più, che risulta il più cacciato e contrabbandato al mondo: il pangolino.

Il pangolino

Il pangolino
Il pangolino

Si tratta di un piccolo formichiere che vive nelle zone tropicali di Asia e Africa, dotato di uno straordinario strumento di difesa, una corazza impenetrabile composta da squame cornee dure e mobili.

Per proteggersi dai predatori, il pangolino si appallottola, diventando una "sfera" impenetrabile. È un animale timido che esce la notte per cacciare formiche, riuscendo a mangiarne fino a 70 milioni in un anno.

Le squame che, nel corso dell'evoluzione, lo hanno protetto permettendogli di giungere ai nostri giorni, costituiscono la ragione che rischia di farli scomparire.

Il pangolino protetto dalle squame (scaglie dela medicina tradizionale cinese)

Il pangolino protetto dalle squame (scaglie dela medicina tradizionale cinese)
Il pangolino protetto dalle squame (scaglie dela medicina tradizionale cinese)

La medicina tradizionale cinese usa queste scaglie, costituite da cheratina come le nostre unghie, per preparare rimedi contro reumatismi, eczemi, impotenza maschile, come stimolante per la produzione di latte nelle puerpere e, addirittura, contro il cancro. Rimedi che non hanno alcun fondamento scientifico.

Anche la carne è assai ricercata nei ristoranti asiatici, Cina e Vietnam in primis, e i feti sono considerati una prelibatezza

Le scaglie costano più di 700 dollari al chilo mentre la carcassa dell'animale può raggiungere la cifra di mille dollari.

Un giro d'affari mondiale che vale più di venti miliardi di dollari l'anno, come testimoniano i molti sequestri di scaglie effettuati negli ultimi anni.

Nel 2017, tre tonnellate provenienti dal Congo sono state trovate all'aeroporto di Bangkok, in Thailandia, corrispondenti a 6.000 esemplari, un carico dal valore di un milione di dollari.
Nel 2018, almeno trenta tonnellate in diversi paesi asiatici.

A febbraio 2019, 33 tonnellate, stavolta di carne, partite dalla Nigeria e dirette in Vietnam mentre ad aprile, a Singapore, 28 tonnellate di scaglie appartenenti a 38.000 esemplari, a giugno 14 tonnellate a Hong Kong mentre, a luglio, più di una tonnellata in Turchia.

Tutto questo accade nonostante sia entrato in vigore, nel 2000, il divieto di commercio mondiale di carne e squame di pangolino.
Le varietà asiatiche di questo animale sono notevolmente diminuite del 90%: si stima che, ogni giorno, 300 pangolini finiscano vittime dei bracconieri.

Le otto specie esistenti sono tutte a rischio di estinzione: nel 2016, le Nazioni Unite hanno confermato il bando totale del commercio del pangolino, consapevoli che la loro scomparsa avrebbe un impatto negativo nell'habitat in cui vivono, dato che il loro ruolo nell'ecosistema non potrebbe essere svolto da nessun altro animale con la conseguenza di un'irrimediabile perdita di biodiversità.

Un divieto che, purtroppo, sembra non scalfire la rete illegale del traffico di animali protetti che passa per un punto cruciale:

il Myanmar, ossia l'ex Birmania.

Qui, nella zona al confine con la Cina, si trova la città di Mong La, governata da un militare ribelle che la gestisce in autonomia grazie al sostegno ufficioso del governo cinese, trasformandola in uno dei maggiori nodi del traffico illegale di specie esotiche:

una città ricca di casinò, night e ristoranti che servono carne di animali protetti dagli accordi internazionali.

Il Pangolino in un mercato del Myanmar

Il Pangolino in un mercato del Myanmar
Il Pangolino in un mercato del Myanmar

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Il Myanmar è una regione in cui esistono ben quattro specie di pangolino e, confinando con la Cina, i trafficanti approfittano della debole amministrazione governativa per svolgere indisturbati le attività illecite.

Nonostante il bando sancito nel 2000 e confermato nel 2016, la Cina ha continuato la vendita di prodotti derivati da questo formichiere, sostenendo di utilizzare vecchie scorte presenti nei magazzini prima dell'imposizione del divieto.

Il Pangolino animale in via di estinzione

Il Pangolino animale in via di estinzione
Il Pangolino animale in via di estinzione

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Anche Pechino, però, si è accorta della drastica diminuzione del pangolino, decidendo di intervenire.
Il 20 agosto 2019, il governo cinese ha annunciato che i rimedi tradizionali a base di scaglie, messi in commercio da oltre 200 aziende farmaceutiche, non saranno più coperti e rimborsati dal sistema sanitario.

Lo stesso per quelli realizzati con parti di altri animali in pericolo come tartarughe marine, corallo, cavallucci marini e antilopi saiga.

Si tratta di una decisione che non elimina i prodotti dal mercato ma che avvia un cambiamento che potrebbe essere fondamentale per la sopravvivenza del pangolino e di altri animali.

Il governo cinese ha, infatti, una forte influenza nel mostrare alla popolazione la condotta da tenere, indicando l'intenzione di non sostenere più l'uso di questi rimedi e la propensione a disincentivarne l'utilizzo.

Un mutamento che, forse, è stato in parte agevolato da una campagna di sensibilizzazione, avvenuta nel 2017, che ha visto come testimonial Jackie Chan, un attore cinese tra i più amati in Asia ma conosciuto anche in Europa, essendo citato da Mahmood nella canzone con cui ha vinto il festival di Sanremo del 2019.

WildAid e The Nature Conservancy, organizzazioni no profit che si occupano di protezione dell'ambiente, gli hanno chiesto di parlare in difesa dei pangolini. Chan, esperto di arti marziali, invita a non comprare scaglie o carne del formichiere affermando che «quando l'acquisto si arresta, anche l'uccisione può fermarsi».

Il Pangolino africano

Il Pangolino africano
Il Pangolino africano

Un invito che si spera venga accolto, ispirato dalla grande popolarità dell'attore.
Il forte calo dei formichieri asiatici ha portato i bracconieri a volgere l'attenzione verso gli esemplari presenti nel continente africano
Dal 2017, si cerca di far rispettare il divieto di commercio anche per i pangolini africani.

In Uganda, un contadino di nome Moses Arineitwe ha intrapreso una personale battaglia in difesa dei piccoli formichieri per convincere i connazionali a non sfruttarne squame e carne ma a permettergli di vivere in un ambiente sano e naturale in cui possano, invece, essere ammirati dai turisti.

Una volontà che non si può non condividere.

Il Pangolino e il coronavirus

Il Pangolino e il coronavirus
Il Pangolino e il coronavirus

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In questi giorni in cui il dramma del coronavirus tiene tutti con il fiato sospeso, gli scienziati cercano di scoprire chi lo abbia trasmesso all'uomo.

Dapprima si è data la colpa ai pipistrelli e ai serpenti, la cui carne viene mangiata in Cina, ma l'ultimo studio, condotto alla South China Agricultural University dai ricercatori Shen Yongyi e Xiao Lihua, indica che sequenze genetiche di coronavirus prelevate dal pangolino e dall'uomo sarebbero sovrapponibili per il 99%.

L'ipotesi che il pangolino abbia trasmesso il coronavirus è plausibile ma ancora da confermare, come sottolinea la rivista scientifica Nature, dato che lo studio è stato appena pubblicato sul sito dell'Università in lingua cinese.

In attesa che gli scienziati approfondiscano questa tesi, Isabella Pratesi, direttrice del programma di conservazione di WWF Italia, sottolinea la pericolosità delle azioni umane insostenibili nei confronti degli animali in via di estinzione come il pangolino.

Distruggere gli equilibri naturali non è negativo soltanto per la salute del pianeta ma produce effetti drammatici anche sulla salute dell'uomo.

Il piccolo formichiere con il cucciolo

Il piccolo formichiere con il cucciolo
Il piccolo formichiere con il cucciolo

Foto di: Valerius Tygart, Piekfrosch, Sandip kumar (Wikipedia).