Il mestiere di donna.
Madri, mogli, casalinghe, politiche, amministratrici delegate, ma anche schiave e merce di scambio di poco valore.
Le donne oggi sono tutto questo.
Come hanno potuto rivestire ogni ruolo sulla Terra, se sono sempre state considerate inferiori all'uomo? È vero che, in fondo, hanno tutte gli stessi diritti? Chi davvero li ha e chi no?
Dipende solo dove si ha la fortuna (o la sfortuna) di nascere.
Secondo le radici della religione cristiana la donna appare sulla Terra come Eva, l’emblema del peccato, colei a cui hanno addebitato ogni ingiustizia terrena.
Eva disobbedisce, assaggia il frutto proibito ed ecco che il mondo dovrà patire ogni genere di sofferenza.
In sostanza, la donna è cattiva e induce a peccare.
Quindi fate attenzione alle donne, esseri tanto meravigliosi, quanto demoniaci…
Per fortuna che secoli dopo è nata la Madonna a salvare, almeno in parte, la reputazione femminile…
Nascere donne in Terra Santa, in quei tempi, non era proprio un privilegio, ma per di più una disgrazia.
Dovevano lavorare sodo, andare a scuola era impensabile, visto che erano considerate solo “dedite al focolare casalingo”;
gli abiti erano pesanti, ingombranti, e se uscivano dovevano coprirsi con strati di tessuti perfino il capo (cosa che poteva avvenire solo dopo aver contratto il matrimonio, non prima), bisognava che si accontentassero di essere date in sposa all’uomo che la loro famiglia aveva scelto per esse senza protestare,
e il pericolo incombeva sulle povere malcapitate nel caso venissero additate (magari senza nemmeno prove certe) come “adultere”.
Ecco, qui una lapidazione non era tolta a nessuno, anzi, serviva da “ammonimento” verso le altre.
Nello stesso periodo, però, le donne popolavano anche il resto del mondo.
In Grecia… ecco, lì erano schiave senza il benché minimo diritto. A Roma erano considerate inabili a combattere, perciò servivano al solo fine di procreare e basta, quindi poi potevano anche morire.
Fortuna che le Amazzoni, le guerriere femmine, hanno dato un bel calcio anche a questo pensiero estremista.
Nonostante è bastato un amore sbagliato e grazie a Elena di Troia, secondo l’Iliade, si è fatta una guerra. Insomma, non contano nulla, eppure scatenano paci durature o inferni senza eguali. Io questo lo chiamerei potere assoluto.
I secoli passano, si arriva intorno al 1400 d.C., la donna continua a lavorare in casa, i suoi diritti sono pressoché i medesimi di secoli addietro, si prende cura della crescita dei figli e va anche a lavorare nei campi… dite voi se non è essere delle guerriere questo.
Ma si sa, le donne, anche se stanche e sopraffate da mille mestieri, hanno una capacità di inventiva che va ben oltre l’immaginazione degli uomini. Quindi, visto che sono dedite a casa e campi, stanno a contatto con la natura e i suoi prodotti in continuazione. Ed è così che nasce la prima rudimentale forma di omeopatia.
Cercano erbe, creano medicamenti scoprendo le proprietà curative delle piante.
Non sia mai! Come possono curare un’infiammazione con degli impacchi di malva? Di sicuro, essendo figlie di Eva, avranno fatto un patto con il diavolo. Ebbene, le diaboliche donne vanno messe sul rogo. In quali paesi? In tutti quei paesi che oggi conosciamo come Occidente, soprattutto nelle comunità protestanti.
Va bene, poco male. Ci sono i teatri, luoghi dove svagarsi, che nel periodo elisabettiano in Inghilterra si moltiplicano a vista d’occhio. Si sa, certo, che essere un commediante è un lavoro impegnativo, si gira come vagabondi di paese in paese, in tutta fretta, ma che perfino l’amato Shakespeare decidesse di far svolgere a ragazzini il ruolo femminile delle sue commedie, fa accapponare la pelle. Perfino oggi.
La motivazione per cui, perfino nell’interpretare ruoli loro, erano bandite, sta nel fatto che le donne erano più delicate, quindi non avrebbero retto alla vita nomade, e costavano di più, poiché nelle taverne dove le compagnie erano solite fermarsi a dormire, avrebbero dovuto usufruire di una stanza per loro, diversa da quella dei colleghi uomini.
Anche se a quel tempo le donne, nonostante gli venisse indottrinato la loro inferiorità, se provenivano da famiglie abbienti, avevano la possibilità di essere istruite sull’etichetta e sulle lingue, prima “scuola” per donne. In questo modo potevano aspirare a essere dame di compagnia della nobiltà prima di avere una loro famiglia. Altrimenti, se nascevano in una famiglia disagiata, l’ambizione migliore era lo schiavismo.
Eppure ciò che Shakespeare pensava della donna era questo:
La donna uscì dalla costola dell’uomo.
Non dai piedi per essere calpestata
né dalla testa per essere superiore.
Ma dal lato per essere uguale
sotto il braccio per essere protetta
e accanto al cuore per essere amata.
Stride con ciò che la donna ha rappresentato e tutt’oggi rappresenta.
Uscendo di casa è sempre più facile imbattersi in una donna con il volto coperto. E questo ci riporta indietro di mille anni. Ma siamo sicuri che le donne occidentali abbiano più diritti di quelle mediorientali, completamente nascoste agli occhi del mondo, solo perché hanno la possibilità di sentire il vento svolazzare tra i capelli?
Le donne mediorientali, spesso, se gli viene chiesto come mai non si levano il velo, rispondono che ne sono assuefatte, che senza di quello strato di stoffa si sentirebbero spoglie. Come incolparle, in fondo, se sono nate e cresciute così? I loro uomini, d’altro canto, rispondono che è un segno di rispetto poiché se non vengono completamente osservate, il loro interlocutore sarà più propenso ad ascoltarle. (Eva la peccatrice che incanta il povero Adamo?).
Qui, una parola da dire, l’avrei. Perché se una donna è intelligente, non ha bisogno di nascondersi per essere ascoltata. Le sue parole incanterebbero comunque.
Se poi ci spostiamo nei paesi ricchi del Medio Oriente, scopriamo la nuova rivoluzione in campo di patriarcalismo: luoghi dove la poligamia esiste e spesso le prime a inneggiarla sono proprio le donne, paesi dove harem moderni danno la possibilità a giovani donne arriviste di fare molti soldi in poco tempo, paesi dove la donna viene venduta a uomini senza scrupoli come fosse un tacchino alla fiera solo per avere in cambio un sacco di riso… ma si sa, le donne valgono poco…
Eppure, qui, nel nostro mondo, che noi consideriamo più evoluto, gli esseri femminili hanno ottenuto diritti pari agli uomini sulla carta ma, se vanno al lavoro, per il medesimo incarico guadagnano meno dei colleghi uomini, se sono troppo emancipate vengono guardate di traverso, perfino dalle stesse donne, e, oltre ad arrivare con fatica a guadagnarsi un posto in luoghi di carriera, continuano ad occuparsi quasi sempre e solo loro dei figli e delle faccende domestiche.
Su di loro continueranno a essere scritte grandi storie, perfino attorno a personaggi reali appartenuti alla storia, come Elisabetta d’Austria o Marylin Monroe.
Perché? Perché grazie al cielo sono esistite e continuano ad esistere grandi donne che hanno schiaffeggiato (se non fisicamente, almeno moralmente) l’orgoglio maschile. Una a caso? Samantha Cristoforetti.
Perciò, se nelle fiabe appaiono sempre indifese, nelle tragedie, sfortunate, nelle commedie, mezze matte, nella vita di ogni giorno, paiono sempre più delle eroine senza fine, capaci di conquistare il mondo con amore e fantasia.
Perché ogni donna, bambina o anziana, casalinga o manager in carriera, resterà sempre l’essere magico per eccellenza, colei grazie alla quale il miracolo della vita esiste, in grado di amare incondizionatamente.