Il rapimento Lindbergh, il crimine del secolo
La notte del 1° marzo del 1932, Charles Augustus Lindbergh, di soli venti mesi, fu rapito dal lettino di casa sua e la sua tragica storia divenne per tutti "Il crimine del secolo".
Charles Lindbergh era un famoso aviatore americano che aveva compiuto la prima traversata aerea in solitario e senza scalo dell'Oceano Atlantico.
Fra il 20 maggio e 21 maggio 1927 Lindbergh partendo da Roosevelt Field, vicino a New York compi il volo con il quale giunse, dopo 33 ore e 32 minuti al Champs de Le Bourget, nei pressi di Parigi.
Il suo suo stesso monoplano, lo Spirit of Saint Louis, è tutt'ora uno dei velivoli più conosciuti del mondo.
Quella magica impresa, compiuta ancora agli albori dell'aviazione, lo consegnò direttamente alla leggenda e a prestigiosi riconoscimenti.
L’impresa lo rese un eroe nazionale gli fece guadagnare il premio di 25.000 dollari offerti da Raymond Orteig. I giornali di tutto il mondo, però, avrebbero di nuovo posto il nome Lindbergh in prima pagina per motivi ben più drammatici.
Il rapimento Lindbergh sarebbe diventato il crimine del secolo.
Quando la babysitter, Betty Gow, notò l'assenza del bambino, scese immediatamente alla ricerca della madre, la scrittrice Anne Morrow (figlia di un senatore). Immaginava semplicemente che avrebbe trovato il piccolo Charles Augustus Lindbergh Jr. fra le braccia di sua mamma. Ma il bambino non era con sua madre.
A quel punto Betty andò dal signor Lindbergh che si trovava nella biblioteca proprio sotto la stanza del bambino.
Charles Lindbergh, già preoccupato, salì nella stanza trovando la culla vuota e scoprendoci una busta con un biglietto sul radiatore. Nella nota i rapitori chiedevano 50 mila dollari di riscatto per il piccolo.
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La notizia sconvolse il Paese, dal presidente Herbert Hoover fino ad Al Capone (che era in prigione). Tutti rimasero scioccati dal rapimento del figlio del famoso pilota.
Joseph Condon, un insegnante in pensione, pubblicò una lettera in cui offriva una ricompensa di mille dollari se i rapitori consegnavano il bambino ad una chiesa.
Condon ricevette in risposta una lettera dei presunti rapitori. Lindbergh angosciato e convinto che il maestro potesse aiutarlo accettò che Condon facesse da intermediario.
Il mediatore incontrò il rapitore in un cimitero che si presentò come "John".
Disse di essere un marinaio scandinavo e che il ragazzo era nascosto in una barca. A riprova del fatto che il bambino era davvero in suo possesso diede a Condon un pigiama del piccolo. Charles Lindbergh autorizzò il pagamento del riscatto, ma i 50 mila dollari non erano soldi, ma certificati aurei con i numeri di serie annotati.
Questo John accettò il pagamento, ma non fece la sua parte e il bambino non comparve.
Due mesi dopo, fino al 12 maggio un cadavere in decomposizione identificato come quello del piccolo Charles Augustus Lindbergh fu trovato da un camionista in una foresta a 6 chilometri dalla casa di Lindbergh.
Rapimento Lindbergh: le ricerche del bambino
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La causa della morte fu classificata come un colpo alla testa. Nessuno riusciva credere a questa fosse la tragica fine del rapimento.
Più di due anni dopo, il 18 settembre 1934, un uomo pagò in una stazione di benzina con un certificato aureo. Il benzinaio pensò che la cosa fosse in qualche modo sospetta, annotò la targa sulla banconota.
Ben presto fu arrestato un falegname ed ex detenuto di origine tedesca, di nome Bruno Hauptmann che subito negò di aver partecipato al rapimento Lindbergh.
L'opinione pubblica però non esitò a descriverlo come "l'uomo più odiato al mondo", "disgustoso rettile", "mostro".
Hauptmann era già condannato prima del giudizio.
Da successive perquisizioni emersero in una scatola altri certificati aurei e altre prove a suo carico.
Il processo per il rapimento Lindbergh si tenne tra gennaio e febbraio 1935.
Non c’erano delle prove che potessero inchiodare con certezza l'imputato del quale si sapeva che aveva commesso piccole rapine. Hauptmann poteva giustificare in modo abbastanza solido i suoi spostamenti ma non convinse molto la spiegazione dei certificati d'oro trovati in una scatola nel suo garage. L’imputato sosteneva che appartenevano a un suo amico, un tedesco di nome Isidor Fisch, morto nel marzo del 1934.
Hauptmann fu condannato per omicidio colposo in primo grado, condannato a morte e giustiziato sulla sedia elettrica.
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Alla fine del XX secolo, il caso del rapimento Lindbergh fu riesaminato e furono scoperte numerose irregolarità.
Emersero false prove fornite da giornalisti sensazionalisti e dalla polizia ed un presunto testimone oculare rivelò essere cieco.
Le indagini furono svolte non senza l’uso di violenza e intimidazione della polizia e persino la causa della morte del piccolo Lindbergh fu manipolata e forse fu accidentale (durante il rapimento).
È stato ipotizzato che Hauptmann avesse complici nell'ambiente familiare di Lindbergh mentre altri sostennero che fosse un capro espiatorio.
Persino lo stesso Charles Lindbergh fu al centro di dubbi secondo i quali avrebbe fatto scomparire suo figlio per nascondere un difetto fisico.
Il rapimento Lindbergh, il crimine del secolo, così come fu definito dalla stampa, ebbe un tale impatto sull'opinione pubblica che diede origine alla legge federale sui rapimenti approvata dal Congresso degli Stati Uniti.
La legge oggi è popolarmente conosciuta come legge Lindbergh.