Anna Morandi Manzolini: quando arte e scienza si uniscono
L'Alma Mater Studiorum, l'antica Università di Bologna, ospita a Palazzo Poggi un museo delle scienze con una collezione unica di cere anatomiche.
Si tratta di vere e proprie opere d'arte plasmate nel Settecento per fornire agli studenti di medicina i modelli su cui imparare l'interno del corpo umano.
L'autore della maggior parte dei manufatti è Anna Morandi Manzolini, che non fu non solo artista ma anche docente di anatomia in un'epoca in cui le donne erano relegate a svolgere ruoli esclusivamente femminili.
Anna Morandi nasce a Bologna, nel 1714, da una famiglia di modeste condizioni economiche che la educa in materie come ricamo, canto e belle arti.
Approfondisce queste ultime presso una bottega di scultura dove si producono statue per le chiese: la sua abilità le fa conoscere Giovanni Manzolini, professore di anatomia all'università, considerato uno dei maggiori scultori anatomici del periodo che sposerà nel 1740.
L'incontro con Giovanni sarà fondamentale per Anna: per riprodurre con precisione gli organi umani è però necessario studiare gli originali.
Ecco che, con il marito, inizia un'attività di dissezione di cadaveri che la porterà a esaminarne almeno mille e a riempire moltissimi quaderni con minuziose descrizioni dell'attività.
Le sue cere presentano particolari del corpo umano che nessun altro studioso era stato in grado di individuare fino a quel momento.
Questo è dovuto al metodo di osservazione diretta che Anna Morandi ha assorbito dallo spirito illuminista che spingeva ad abbandonare lo studio dei testi del medico greco Galeno: il metodo empirico prevale sull'autorità dei grandi del passato.
Il matrimonio, da cui nacquero diversi figli di cui sopravvissero solo due, diede vita a un fecondo sodalizio: i coniugi condividono l'attività di ricerca in cui, però, la moglie si incarica dei lavori più pesanti legati alla dissezione dei cadaveri, che svolge motivata da profonda passione e sete di conoscenza.
Quando il marito si ammala, prima di depressione e poi di tubercolosi, Anna lo sostiene, ottenendo anche un permesso speciale per insegnare all'università al suo posto.
Nel 1755 Giovanni muore e, l'anno successivo, la vedova riceve dal Senato bolognese la nomina a modellatrice in cera, presso la cattedra di anatomia, con uno stipendio annuale di trecento lire.
Nonostante questo, le difficoltà economiche spingono la donna ad affidare il figlio maggiore a un istituzione di carità.
Quando la donna chiederà un aumento dell'onorario all'Istituto di Scienze, il rifiuto la obbligherà ad accettare l'offerta del senatore Ranuzzi che acquista i suoi strumenti, la sua biblioteca e la ospita in un appartamento nel proprio palazzo.
Interlocutrice attiva del dibattito scientifico dell'epoca, Anna è in contatto con le colleghe del periodo come Laura Bassi, prima donna docente a Bologna nel 1732 e Maria Gaetana Agnesi, nominata all'università nel 1750.
Artista umile e povera, la Morandi segue la passione per arte e scienza diventando talmente brava che le maggiori corti europee se la litigano: ricevette inviti dalla Royal Society di Londra e dalla corte di Caterina II di Russia a San Pietroburgo, ma lei non si muoverà mai da Bologna.
I pregiudizi nei confronti delle donne la fecero considerare solo l'assistente del marito e, assieme al trascorrere del tempo, ne hanno fatto dimenticare la memoria.
In realtà, la capacità di Anna Morandi fu superiore a quella del consorte e la prova è il fatto che, dopo la morte dell'uomo, prosegue da sola l'attività per vent'anni, raggiungendo successo artistico e accademico.
L'Imperatore Giuseppe II d'Austria le farà addirittura visita in laboratorio nel 1769.
Anna Morandi amava lo studio degli organi di senso:
importanti sono i suoi "suppellettili" in cera di orecchio, bocca e occhi con cui evidenzia il rapporto tra muscoli e sistema nervoso, acquisito con dissezioni precise e complesse.
La Morandi scoprì, ad esempio, che il muscolo obliquo inferiore dell'occhio non terminava nell'apofisi nasale, come si credeva, bensì nel sacco lacrimale.
Anna Morandi anticipa una concezione moderna del funzionamento del corpo umano:
gli elementi che riproduce, quali organi interni, vene, arterie e nervi non sono concepiti come pezzi isolati ma come parti di un'unità legata al cervello attraverso il sistema nervoso che studia, con grande attenzione, nei cadaveri.
Luigi Galvani, lo scienziato che scoprirà l'elettricità animale, dopo aver ammirato le cere della Morandi Manzolini compose, nel 1777, uno scritto intitolato "De Manzoliniana Suppellectili" in cui elogia le sue cere e l'attitudine dell'autrice nel dissezionamento.
Una capacità lontana dallo stereotipo che vedeva il gentil sesso inadatto e pronto a svenire al solo nominare la parola "cadavere" concludendo, con profondo rispetto, che lei fosse riuscita a congiungere l'Arte della Scultura con la Scienza dell'Anatomia, eccellendo in entrambe.
Un importante riconoscimento da parte di uno scienziato che, forse, è stato ispirato anche dalle intuizioni di una donna il cui lavoro è stato dimenticato in fretta.
Foto Wikipedia e Musei di Palazzo Poggi, Università di Bologna