La bardana, che guarì Enrico VIII

In Irlanda, la bardana è un’erba nota e utilizzata da secoli.

Gli allevatori di pecore ne estraggono le radici e, quando gli animali sono affetti da problemi di pelle, dal semplice arrossamento alle micosi, le triturano e ne applicano sulle parti infiammate un cataplasma.

Bardana frutti Arctium lappa
la Bardana frutti Arctium lappa L

I bambini dell’Isola di Smeraldo, come tutti i bambini d’Europa, invece, giocano volentieri con le sue lappole uncinate che si attaccano facilmente ai vestiti.

Si organizzano battaglie, trasformando i muretti a secco in improvvisate trincee e lanciandosi l’un l’altro addosso come proiettili proprio le lappole.

E a fine giornata si può star sicuri che qualche malcapitato le porterà a casa senza accorgersi di averle nel cappuccio o sugli omeri, esponendosi alle ramanzine della mamma…

Per questo forse la bardana, che in inglese si chiama burdock e in irlandese leadán liosta (ovvero lappola fastidiosa), assume talvolta nomi bizzarri come “clotbur” oppure “happy-major” oppure ancora “beggars’ buttons”.

In campagna, le donne irlandesi preparavano un tempo collane con le lappole di bardana da appendere sulle culle dei loro pargoletti, per proteggerli dagli incantesimi e affinché non giungessero i folletti del Buon Popolo a rapirli.

Tralasciando le tradizioni folcloristiche, ancora oggi si impiegano in cucina i giovani getti di questa pianta, consumati crudi in insalata oppure cotti come gli asparagi.

Il fusto, al contrario, privato della scorza coriacea e sbollentato in acqua salata, può sostituire degnamente il cardo.

La bardana Enrico VIIITuttavia, l’ultimo aneddoto che vogliamo rivelarvi non riguarda l’Isola di Smeraldo, tanto amata da chi scrive, ma riguarda un grande nemico degli irlandesi, ossia il re d’Inghilterra Enrico VIII Tudor.

Si tramanda che sia stato guarito da una perniciosa forma di sifilide grazie ai decotti di radice di bardana che gli somministrava il medico di corte.

La bardana appartiene alla famiglia delle Composite e il suo nome latino è Arctium Lappa L.

Bardana Arctium lappaRaggiunge facilmente il metro e mezzo d’altezza e cresce ai margini dei sentieri, presso ruderi, nelle rive… Le foglie sono cordate e ovate ma quelle basali si distinguono per la notevole dimensione.

I piccoli fiori tubolari, di colore violetto, sbocciano tra luglio e settembre e sono riuniti in capolini a ombrella irti di brattee uncinate (le lappole, appunto).

In fitoterapia, la droga medicinale è costituita dalla radice, meglio se usata fresca e non essiccata.

È ricchissima di principi attivi:

contiene, infatti, un’alta percentuale di inulina, olio essenziale, mucillaggini, tannini, poliacetileni con funzione antimicotica e batteriostatica e sali di potassio, di calcio e di magnesio.

Ha pertanto proprietà diuretiche che giovano in caso di gotta (dato che favorisce l’eliminazione dell’acido urico) e di litiasi urinaria.

È un buon sudorifero e stimola la secrezione biliare. Studi clinici hanno dimostrato la sua validità per curare reumatismi, diabete, sifilide e malattie veneree in genere.

È un antibiotico naturale che combatte i batteri Gram-positivi (stafilococco aureo e streptococco, ad esempio).

Ma forse il suo utilizzo principale concerne i problemi di pelle, sia bevendone il decotto, sia applicandolo in impacco.

I medici naturalisti lo prescrivono quando si soffre di seborrea, eczemi, acne, foruncolosi e dermatosi varie, ma anche per le più gravi ulcere atone o per le piaghe purulente.

Frizionato sulla cute dopo lo shampoo, riduce la caduta dei capelli.

Il decotto di radice di bardana si prepara mettendo due cucchiai rasi di droga in mezzo litro di acqua fredda.

Si lascia bollire per un quarto d’ora, si filtra, si dolcifica e si sorseggia lungo la giornata, preferibilmente lontano dai pasti.

Foto Wikipedia di Pethan, Georg Sturm

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