Romy Schneider la triste vita di una principessa
È il 1956, a Hollywood la Walt Disney premia "La ragazza più bella del mondo" si tratta di Romy Schneider.
La giovane attrice che con appena sedici anni, incantevole dolcezza e un vestito spettacolare rese magico il personaggio della principessa Sissi.
Romy Schneider nacque il 23 settembre del 1938 nella città di Vienna.
Il suo nome completo era Rose-Marie Albach.
Figlia di artista, la madre Magda Schneider tedesca, era conosciuta in tutto il mondo per il suo lavoro su Liebelei dall'autore Max OPHÜLS suo padre, era invece l'attore di scena Wolf Albach-Rhetty da loro ereditò la vena artistica.
L’infanzia per l’attrice fu abbastanza triste, dopo la separazione dei genitori all’età di 10 anni decidono di mandarla in un collegio di suore dove raramente i suoi genitori le faranno visita.
I suoi migliori amici saranno i viaggi attraverso i sogni, uno dei suoi sogni che poi concretizzerà è recitare con il suo attore preferito: Orson Welles.
Nel 1962 infatti ne “Il Processo” del 1962, tratto dall'omonimo romanzo di Franz Kafka, le viene assegnata una piccola parte, Leni, infermiera legata a un losco avvocato, dove avrà il piacere di incontrare e lavorare accanto al già noto Orson Welles, beniamino dei suoi sogni.
La carriera di Romy, inizia prestissimo, nella sua breve vita riuscì a girare ben 60 film.
Dopo il collegio, all’età di quindici anni, tornò a casa e decise di studiare presso l'Accademia di Belle Arti, dedicandosi al disegno e alla progettazione di abbigliamento.
La madre Magda, che conosceva il regista Kurt Ulrich, fece sì che le venisse offerto un ruolo nel film del 1953 “Wenn der weiße Flieder wieder blüht”, Quando il bianco lillà fiorisce di nuovo.
Il successo per l’attrice avvenne l'anno seguente con il film “L'amore di una grande Regina” in riferimento alla Regina Vittoria.
Da allora Romy assunse il nome d'arte di Romy Schneider, prendendo il cognome della madre.
Dal 1955 al ’57 girò la trilogia di Sissi, dedicati all’imperatrice Elisabetta d’Austria. Ad affiancare Romy, ci sarà sempre anche Magda Schneider proprio nel ruolo di madre.
Stanca di ruoli leggeri, si reca a Parigi dove grazie a registi come Luchino Visconti e Claude Sautet l’attrice austriaca, avrà la possibilità di interpretare personaggi drammatici.
Ad attenderla all’aeroporto di Orly Alain Delon, un giovane attore, allora poco conosciuto, mentre lei era già un’attrice affermata, vestito perfettamente, con un cravatta, ben pettinato, attraente e serio, con un bouquet di rose rosse.
Sul set di “L'amante pura” del 1958 ebbe inizio la loro lunga relazione sentimentale che terminerà nel 1964.
Nel 1961 Romy, interpretò il personaggio di Pupé in “Bocaccio 70”e la piece teatrale di Luchino Visconti “Peccato che sia una sgualdrina” ”Dommage qu'elle soit une putain”, di John Ford.
Romy - scrive l’amica Hildegard - sospetta che Visconti l’abbia tormentata in maniera così spietata soltanto per dare forma, alla fine, alla sua Annabella... "egli la stringe in abiti opprimenti, la stuzzica su ogni minimo dettaglio in maniera pedante e si astiene dall’elargire qualsiasi complimento".
Allo stress accumulato durante le riprese per la “Principessa” si aggiunse un attacco di appendicite, ma la sera della prima, che fu un vero successo in platea, ci furono Ingrid Bergman, Anna Magnani, Simon Signoret, Edith Piaf, Jean Marais, Curd Jurgens.
Quasi come un atto di consacrazione, Parigi naturalizzò le origini viennesi di Romy e lei quasi a volersi conformare al look parigino scelse di vestire Coco Chanel con la quale iniziò una grande amicizia.
"A Parigi sono la donna più felice del mondo. Non esiste una città come questa per vivere la vita”.
Un giorno Romy, mentre camminava nella tenuta con Delon ricevette un telegramma da Orson Welles in cui le chiedeva di raggiungerlo negli Stati Uniti per girare dei film. Oltre a “Il Processo” in inglese, Schneider recitò ne “Il cardinale “ e “Scusa, me lo presti marito?”, con Jack Lemmon.
Al suo ritorno a Parigi, non trovò però più il bell’Alain ad aspettarla, il quale viaggiando in Spagna aveva incontrato l’attrice e regista francese Francine Canovas, conosciuta poi come Nathalie Delon, che sposerà nel 1964 e gli darà un figlio, Antony.
Distrutta dall’abbandono di Delon inizia a manifestarsi la depressione, e un forte attaccamento all’alcool, la sua vita ritorna ad essere triste, seguiranno poi due eventi distruttivi per il suo già precario equilibrio psichico e morale.
Decisa comunque ad andare avanti con la sua carriera di attrice Romy girò nel 1965 la commedia insieme a Woody Allen, Ursula Andrés e Peter Sellers “Ciao Pussycat”.
All’inaugurazione di un ristorante incontrò Harry Meyen, attore e regista teatrale, che sposò il 15 luglio del 1968 e dalla cui unione nacque David. In quell'anno Delon, la volle nuovamente accanto ne "La Piscina" del 1969 al posto di Monica Vitti.
Seguì l’anno dopo il film “la Califfa” di Alberto Bevilacqua.
Con Delon lavorò ancora nel film “l'omicidio di Trotsky”. Nel 1973 fu di nuovo Luchino Visconti a volerla sul set di “Ludwig” dove interpretò una Regina Elisabetta di Baviera, più matura e meno spensierata della Sissi degli anni addietro.
Intanto il matrimonio di Romy con Harry Meyen il quale soffriva di forti e soventi emicranie, era naufragato spingendola nuovamente a bere.
Nonostante alternasse momenti più o meno acuti di depressione e di alcool, la sua produzione artistica andava avanti.
Con il film “L'importante è amare” con la regia Andrej Zulawski, del 1975 ottenne il Premio César come migliore attrice. Il secondo César lo vinse con il film del 1978 “Una donna semplice” con il quale guadagnò anche un David di Donatello.
Durante la ripresa del film “The Old Rifle” incontrò Daniel Biasini, giornalista franco italiano che sposò e dalla cui unione nacque il 21 luglio del 1977 Sarah Magdalena divenuta attrice.
Nel 1979 venne trovato impiccato con una sciarpa nel suo castello di Amburgo l’ex marito Harry Meyen. L’evento drammatico colpì duramente il figlio David lasciando anche l’attrice Romy terribilmente scossa.
Come se non bastasse, purtroppo per Romy, anche il suo secondo matrimonio si rivelò fallimentare, ma l’incontro a 43 anni con il giovane produttore, Laurent Petin, sembrava averle ridato serenità e gioia di vivere.
Nel 1980 infatti girò “La morte in diretta” di Bertrand Tavernier, dove Romy recitò nel ruolo drammatico di Katherine Mortenhoe, una scrittrice di successo, malata terminale. Nel 1981 accanto a Marcello Mastroianni, per la regia di Dino Risi, recitò in “Fantasma d'amore”.
Aveva da poco iniziato le riprese di “La signora è di passaggio”, quando la sua salute fisica iniziò a deteriorarsi, prima un piede rotto e poi l'intervento urgente ai reni per via di un cancro iniziale.
Ma il colpo finale avvenne con la tragica morte di suo figlio David nel luglio del 1981, rimasto infilzato nel cancello dei nonni mentre cercava di scavalcarlo.
Altri grandi attori come Gregory Peck, Kirk Douglas hanno perduto prematuramente i propri figli anche se in circostanze diverse.
Romy Schneider proprio come la principessa triste Sissi, il personaggio che l’aveva resa celebre durante la sua breve vita, condivise il dolore per la perdita di un figlio (il primogenito della Regina, Rodolfo, si suicidò nel 1889).
Nel 1982, Romy finì di girare “La signora è di passaggio”, e chiese che ci fosse una dedica "Per David e suo padre".
Questa volta però Romy non assistette alla sua prima.
Dopo il rientro di una serata a casa della sorella di Laurent, il suo compagno andò a letto lasciando Romy seduta sul divano intenta a scrivere delle lettere.
All’indomani Laurent la ritrovò nella stessa posizione.
Il 29 maggio del 1982, al numero 11 di rue Barbet de Jouy, a Parigi, Romy Schneider, la principessa triste si spegneva.
A porre fine alla sua vita fu un arresto cardiaco, anche se all’inizio si era pensato al suicidio con un coctails di alcool e barbiturici.
Alain Delon si precipita al capezzale e le dedicherà una lettera d’amore “Ti amo, mia Puppelè", che in tedesco vuol dire “piccola bambola” proprio come era solito chiamarla.
Sepolta accanto al figlio David, a Boissy-sans-Avoir, un piccolo paese vicino Parigi riposa Romy Schneider.
Nel ponte del primo maggio 2017, vandali senza scrupoli né coscienza, hanno rimosso la lapide della sua tomba, senza per fortuna violarne il corpo.
“Non sono niente nella vita, ma tutto sullo schermo”.
Disse una volta Romy Schneider esprimendo così, la sua tristezza e le sue illusioni.
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