Alain Delon, successo, bellezza e (in)felicità
"Sono stato programmato per il successo, non per la felicità. Le due cose non vanno insieme "
Alain Delon
Alain Delon Un uomo programmato per il successo, ma non per la felicità.
Così ama definirsi l'affascinante Alain Delon in una intervista.
Alto 1,77 centimetri, la sua bellezza innegabile, seducente, gli occhi di ghiaccio impenetrabili e il suo carisma gli hanno permesso di diventare un'icona del cinema europeo negli anni 60 e 70.
I suoi lineamenti angelici, seducente ma allo stesso tempo freddo, distante e calcolatore, uniti ad uno sguardo glaciale e ai suoi modi bruschi e decisi, propri del suo carattere dovuti ad una infanzia difficile, gli hanno permesso di ricoprire molti ruoli da duro in stile hardboiled che sembrano essere stati creati proprio per lui.
Molte anche le interpretazioni di Delon in storie d'amore attraverso film d'epoca o drammi profondi, se si pensa che a oggi, e potrebbe ancora riservarci delle sorpresa, ha recitato in circa 80 film.
Il successo con il pubblico non si è tradotto però in molti premi Alain Delon.
- Ha ricevuto una nomination al Golden Globe nel 1964 per "Il Gattopardo", come miglior attore esordiente maschile.
- David di Donatello nel 1972 assieme a Monica Vitti.
- 3 Premi César il primo nel 1977 con “Mr. Klein”, il secondo nel 1978 con “Morte di una carogna” e il terzo nel 1985: come miglior attore con la “Notre histoire”.
- Orso d’oro alla carriera nel 1995 come attore, regista e produttore al Festival di Berlino.
- Legione d'onore nel 2005 per il suo contributo all'arte cinematografica mondiale.
Nel 1995 Delon presiede e consegna a Gregory Peck Il premio “César onorario” “César d'honneur” un premio cinematografico francese assegnato annualmente dall'Académie des arts et techniques du cinema.
Delon è stato uno degli attori francesi più noti a livello internazionale e per un tempo ha ottenuto il più alto incasso del suo Paese, insieme a Louis de Funes e Jean Paul Belmondo, con il quale ha formato una coppia mitica in "Borsalino" film del 1970.
Tra i due una presunta rivalità che largamente pubblicizzata fece del film francese un vero classico.
Alain Delon la vita prima della fama
Alain Fabien Maurice Marcel Delon nasce a Sceaux, l'8 novembre del 1935 nell'Hauts-de-Seine.
I suoi genitori, Fabian e Edith, divorziarono quando aveva appena quattro anni.
La sua fu di fatto un'infanzia infelice:
mandato in collegio dalla suore, a causa del suo temperamento venne espulso, la stesso accadde per gli altri istituti.
"So essere collerico, lunatico, ingiusto, insofferente. Non tollero l'ipocrisia e per questo a volte dico le cose in modo brutale…" - "Sono come gli animali selvatici.
Alain Delon
La dichiarazione da adulto potrebbe essere stata la stessa da bambino, l’abbandono da parte dei genitori ha senza dubbio contribuito alla formazione del suo carattere.
A circa quattordici, Alain decide di lasciare la scuola e va a lavorare nella macelleria del nuovo compagno della madre.
Nel 1952 si unì all'esercito francese come paracadutista della marina per circa cinque anni e combatté in Indocina, ma il bell Alain non a causa della sua bellezza, ma, come sempre per la sua irruenza, dovette trascorrere undici mesi in prigione per indisciplina.
Al ritorno da Saigon, in Francia per mantenersi, fu costretto a ogni tipo di lavoro dal facchino, al commesso, al cameriere.
Frequentò il mondo sotterraneo di Parigi e i quartieri di Halles e Montmartre, dove incontrò il regista Jean Claude Brialy, che sarebbe diventato poi uno dei suoi migliori amici.
Il debutto nel cinema di Delon avviene a 22 anni in Quand the femme s'en mêle.
Parteciperà poi al giallo di Godot del 1958, Fatti bella e taci, nel quale ha occasione di conoscere Jean Paul Belmondo.
Ma è sempre nel 1958 che a Delon viene assegnato il primo ruolo da protagonista, in cui interpreta Franz Lobheiner in L'amante pura, una storia di amore e tradimenti diretta da Pierre Gaspard-Huit.
Alain Delon e Romy Schneider
È l’inizio del successo della sua carriera, ma anche della relazione durata cinque anni con la bellissima attrice Romy Schneider.
"È stato il grande amore della mia vita, il primo, il più forte, quello che più mi ha segnato, ma purtroppo il più triste"
riconosce dopo anni Delon.
Il rapporto tra Delon e Schneider si concluse nel dicembre del 1963 e nel mese di agosto dell'anno successivo, l’attore francese sposò Nathalie Barthélemy, il vero nome è Francine Canovas di origine marocchina dando alla luce nel mese di settembre Anthony.
Il matrimono con Natalie dura solo 5 anni, nel ’69 divorzia e intraprende una lunga relazione con l'attrice Mireille Darc, durata ben 15 anni fino al 1987 dalla quale non ha avuto figli.
Alain Delon e i suoi figli
Oltre ad Antony attore già affermato, Alain Delon ha altri due figli nati dalla relazione con la modella olandese Rosalie Van Breemen, Anouchka Delon con la quale ha diviso più volte il set, la prima volta quando aveva solo 12 anni “in Le Lion”, poi anche in lavori teatrali e Alain-Fabien Delon modello.
Il giovane Fabien è stato al centro dell’attenzione mediatica a causa di una sparatoria avvenuta in una festa organizzata a casa Delon, risoltasi con la sua assoluzione, potrebbe sembrare un deja vu per la famiglia dell’attore.
Alla bellezza di Delon nessuna donna rimane indifferente, da poche donne può vantarsi di essere stato respinto, anche se le sue relazioni sentimentali non state mai un vero successo, come nella storia con Rosalie, madre dei suoi figli più giovani, terminata nel 2002.
Nonostante la travagliata vita sentimentale, Alain Delon nel 1959 con il giallo Delitto in pieno sole emerge, con la sua bellezza, e con l’interpretazione del personaggio dal comportamento al limite della legge si attesta a divo di Francia e non solo.
Alain Delon e Luchino Visconti
Nel 1960 Delon lavora per la prima volta con l’italiano Luchino Visconti, nel film Rocco e i suoi fratelli.
È la storia di una famiglia di immigrati lucani dove lui interpreta il pugile consacrandolo al successo internazionale.
La box ha sempre appassionato Delon, seguiva gli incontri ed è stato anche promoter del pugile Monzon.
Dopo questo film anche altri produttori italiani lo vorranno nel cast.
Nel 1962 in L’eclisse Michelangelo Antonioni, fa interpretare a Delon, Piero, un cinico agente di cambio che seduce Monica Vitti.
È la volta del Gattopardo, nel 1963, il film di Visconti sulla decadenza della nobiltà siciliana ai tempi dell'Unità d'Italia, Delon è il principe Tancredi, ambizioso e seducente, fascino, bellezza e bravura di certo gli mancavano.
Nel cast del Gattopardo ci sono attori di grande calibro come Burt Lancaster e Claudia Cardinale.
La sua fama è ormai internazionale.
Si aggiudica una nomination ai Golden Globe come miglior attore debuttante nel 1964, e viene Premiato con la Palma d'oro al Festival di Cannes, con il quale avrà sempre uno strano rapporto di amore e odio.
"Tutta la terra è stato invitata al 50 ° anniversario del Festival, soprattutto americani, tra l'altro. Tutti tranne Jean-Paul Belmondo e Delon. Merda!"
Un Alain Delon giustamente risentito.
Alain Delon, La Piscina e altri film
Prima di approdare negli Stati Uniti Alain Delon interpreta Il tulipano nero, poi il film poliziesco del 1965 L'ultimo omicidio di Ralph Nelson e nel ’66 affianca Dean Martin nel western Texas oltre il fiume.
È poi la volta nel 1967 di Frank Costello Faccia d'angelo dove gli viene assegnato il ruolo di sicario, un malavitoso parigino, costretto a guardarsi dai suoi complici nonché dalla polizia.
Nel 1968 nel film La Piscina un dramma di intensa suspense psicologica, vuole come partners Romy Schneider al posto di Monica vitti, con la quale continuò ad avere rapporti di amicizia.
Romy Schneider scrisse sul suo diario:
«L'uomo più importante della mia vita resta Delon. Quando ho bisogno di lui è sempre pronto a tendermi la mano. Ancora oggi è l'unica persona sui cui posso davvero contare».
Sempre nel 1968 Delon gira con Brigitte Bardot, il secondo episodio del film Tre passi del delirio di William Wilson, il film è strutturato in tre episodi, i due divi avevano già lavorato insieme nel 1961 nel film a episodi Gli amori celebri.
Tra Delon e la Bardot c’è sempre stata solo amicizia.
In comune hanno l’amore per gli animali. Delon ha alcuni cani, un gatto e un coniglio e persino un cimitero personale per i suoi amici animali.
Predilige i cani, e devolve molto del suo denaro in favore dei cani randagi.
Un Delon gangster possiamo ritrovare ne Il clan dei siciliani del 1969 di Henri Verneuil, è consacrato da tempo ormai a ruoli da duro.
La sua produzione cinematografica sembra quasi correre accanto alla sua vita personale.
Alla fine degli anni '60, Delon è coinvolto nelle indagini sull’omicidio della sua guardia del corpo Stevan Markovich, una vicenda oscura fatta di sesso e droga, malaffari che non minò minimamente la sua carriera e il suo successo.
Nel 1969 la bellezza e il fascino di Alain Delon colpiscono ancora.
Sul set di Addio Jeff diretto da Jean Herman, incontra la bellissima Mireille Darc, insieme gireranno anche altri film come Borsalino del 1970 in cui recitava anche Jean Paul Belmondo, Borsalino & co 1974, Esecutore oltre la legge del 1974, Per la pelle di un poliziotto 1981.
La morte di Mireille Darc, avvenuta lo scorso agosto ha segnato profondamente l’attore, forse e non a caso, due settimane dopo ha subito un attacco cardiaco, costringendolo ad un intervento.
"Era la donna della mia vita. Eravamo così felici insieme (...) Era la mia mezza arancia. Non abbiamo pensato niente, siamo stati completi",
queste le parole di Delon nel giorno del funerale.
Nel 1970 Delon recita in Borsalino, il grande successo commerciale di cui è anche sceneggiatore.
È la storia di due gangster amici ma rivali ambientata nella Marsiglia negli anni trenta, che decidono di allearsi per poter essere gli unici a controllare ed accentrare il potere della città nelle loro mani.
In quegli anni Delon lavora con Gian Maria Volonté nel ruolo di rapinatore nel film ne il film I senza nome considerato tra i migliori polizieschi del cinema francese.
Seguiranno Notte sulla città dove interpreta il ruolo del poliziotto, per poi ritornare ad indossare i panni che più a lui si addicono di fuorilegge in Borsalino and Co senza però Jean-Paul Belmondo.
Nel 1975 interpreta un altro rapinatore nel film lo Zingaro nome originale Le gitan di cui il regista si era ispirato alla storia vera di Luciano Lutring, conosciuto come il violinista del mitra.
Antiquario, cinico in quanto si arricchisce acquistando i beni degli ebrei deportati nella Francia del 1942, Delon è invece in Mr. Klein del 1976.
Alain Delon collezioni, arte e depressione
A proposito di "collezioni" e non solo di donne, una delle ultime relazioni tenuta segreta con la cantante Dalida, Alain Delon grande estimatore di arte ha venduto all’asta nel 2016 dei bronzi di animali di Rembrandt Bugatti, scultore milanese fratello minore di Ettore Bugatti fondatore della casa automibilistica.
L’autore dei bronzi morì suicida all’età di 32 anni, soffriva infatti di depressione.
Lo stesso Delon ha attraversato momento bui in cui ha pensato al suicidio almeno un paio di volte dovuti a problema di salute.
"Non ho paura della vecchiaia, è l'infermità che mi spaventa, l'impotenza. Mai mi mostrerò al mio pubblico devastato nel fisico e abbrutito dalla malattia”.
Il declino cinematografico, ma non la sua bellezza avviene negli anni ’80.
Nel 1981 esce Per la pelle di un poliziotto, di cui è interprete e regista.
Segue l'anno dopo Braccato. È grazie a la Nostra storia che riceve il Premio Cesar e ritorna al successo ma per poco.
I film degli anni novanta come Nouvelle Vague, Operazione nostalgia rappresentano un ennesimo tentativo di ribalta, però non riuscito.
L’ultima uscita cinematografica del pur sempre affascinante Delon ad oggi, è del 2008 dove interpreta Giulio Cesare in Asterix alle Olimpiadi di Frederic Forestier un cast in cui vede anche Gérard Depardieu.
Per quanto riguarda la sua carriera teatrale debuttò nel lontano 1961 al Théâtre de Paris con Dommage qu'elle soit une putain, (La compassione è una puttana), con la messa in scena di Luchino Visconti e con accanto Romy Schneider.
“Penso che non si possa parlare di un attore completo che non abbia fatto teatro. Ho iniziato a fare il teatro quando avevo già girato diversi film e dovetti ricominciare dall'inizio.
Ho dovuto imparare a comportarmi in una scena, a camminare, cosa che facevo e faccio ancora molto male, ad esprimermi con la mimica, e a enunciare”.
L’ultimo ciak, forse non a caso, lo avrebbe riservato in una piece teatrale con Juliette Binoche.
Gollista dichiarato, Delon non ha esitato negli ultimi anni a mostrare il suo sostegno per l'estrema destra del Fronte Nazionale, alcune polemiche su delle sue dichiarazioni ne hanno messo in ombra la lunga carriera dell’attore.
Delon è un uomo nostalgico che spesso si guarda indietro.
Conserva bei ricordi delle donne con le quali ha lavorato come Jane Fonda, Katharine Hepburn, Ava Gardner, Brigitte Bardot, Laurent Bacall e Marilyn Monroe (della quale disse che se n’era andata troppo presto ma che la trovava affascinante).
Commosso, domenica 19 maggio 2019 all'età di 83, ormai riconosciuto come uno degli attori entrati nel mito del cinema, Alain Delon riceve la Palma d'oro d'onore. Nelle sue dichiarazioni ancora un velo di malinconia che lo spingono a ricordare Mireille e Romy e i registi con cui ha lavorato Visconti, Rene Clement, Melville e Jacques Deray.
Delon che preferisce comunque circondarsi della sua famiglia, felice nell'affetto dei figli (con la figlia Anouchka ha ritirato il premio a Cannes) e nipoti ai quali è molto legato (ed anche dei suoi animali), aveva anche dichiarato:
“Non è un fine vita, ma un fine carriera. Ho l’età che ho. Ho fatto la carriera che ho fatto. Ora voglio chiudere il cerchio”.
"Ho fatto bene tre cose: il mio lavoro, le stupidate e i miei figli".
Alain Delon
Fascino, bellezza e successo fanno parte del corredo cromosomico della famiglia Delon, credo che nessuno possa confutare quanto affermo!
Per articolo Alain Delon, successo, bellezza e (in)felicità. Foto elaborazione Roberto Roverselli per CaffèBook.it