La scienza del desiderio

La scienza del desiderio Chi non ha mai sognato una scienza che studi i meccanismi che stanno alla base dell'amore e della felicità?

12 / 03/ 2052 Il primo corso sul desiderio

Chi non ha mai sognato una scienza che studi i meccanismi che stanno alla base dell'amore e della felicità?

Secondo i ricercatori russi dell'università in cui lavorava il signor B, tutto questo è possibile, si tratta solo di definire una scienza del desiderio.

I riferimenti di questa scienza sarebbero provenuti da moltissime branche del sapere come la psicologia, la filosofia, la psicoanalisi, le neuroscienze, la biologia e la chimica.

Bisognava studiare molte cose: si doveva capire come funziona il corpo dal punto di vista chimico e biologico, ma anche capire la mente e andare molto oltre le scienze tradizionali. Era così nato all'università un corso che trattava la tematica del desiderio.

La scienza del desiderio: la conferenza

La scienza del desiderio conferenza
La scienza del desiderio

Il corso comprendeva un ciclo di lezioni che servivano a dare un'infarinatura generale sulla scienza del desiderio, sulla natura del desiderio e sulla medicina del desiderio. Il primo giorno che si era aperto il corso, i ricercatori avevano deciso di non fare una semplice lezione, ma di costruire una gigantesca conferenza dove avrebbero affrontato per sommi capi tutti i temi principali della disciplina del desiderio.

Il giorno della conferenza Maya, una ricercatrice sul desiderio, tenne la conferenza introduttiva al grande corso sul desiderio.

Questa conferenza era esclusiva perché è l'unica volta che sarebbe apparsa. Gli anni successivi il corso sarebbe stato come quest'anno, solamente si sarebbe arricchito di tutte le nuove scoperte che si sarebbero fatte di volta in volta. E così comincia la conferenza con questa ragazza bionda di soli 25 anni, che mostrava delle doti spiccate per lo studio, vestita con un camice bianco.

Cosa intendiamo con il termine 'desiderio'?

Il temine desiderio viene associato a tantissimi fenomeni come il piacere, il sesso, i sentimenti, le emozioni, ecc. Il desiderio non piace alla scienza perché non è chiaro cosa sia e non ha senso studiare qualcosa di cui non è chiaro cosa sia.

Del desiderio, del resto, non abbiamo nemmeno dei riferimenti materiali. Noi crediamo che molti dei fenomeni che prima ho citato siano legati al fenomeno del desiderio, ma non siano il desiderio in sé e per sé.

Il desiderio, come sostiene la psicoanalisi, è un fenomeno dell'inconscio.

Il desiderio è un fenomeno particolare che si pone tra due poli: il desiderare e la realizzazione del desiderio.

Questi due poli rappresentano dal un lato la tensione e l'angoscia della persona che desidera, dall'altro la felicità e il piacere che si prova nel vedere il proprio desiderio realizzato.

Il desiderio ha due parti: il desiderio stesso e l'oggetto desiderato. Il desiderio nasce proprio perché qualcosa lo attira: il suo oggetto. Il desiderio è separato da questo suo oggetto.

Noi pensiamo che all'inizio il desiderio e il suo oggetto fossero la stessa cosa, poi queste due cose si sono separate. Il trauma che vive l'uomo sin da quando è nato è la sua separazione dall'oggetto desiderato, la sensazione che il desiderio proprio sia stato diviso dal suo oggetto e così comincia la brama.

Cosa può essere oggetto del desiderio?

In teoria ogni cosa, anche il desiderio di un altro. Anzi, come ci insegna Lacan, l'uomo desidera il desiderio dell'Altro. Noi desideriamo essere desiderati dagli altri.

In questa relazione tra il desiderare e l'essere desiderato, chi desidera soffre per la mancanza del suo oggetto, ma chi è oggetto del desiderio di qualcun altro è un attrattore, perciò è lui che ha il potere.

Accade alcune volte che due persone desiderino il desiderio dell'altro a vicenda e questo è quello che noi definiamo come innamoramento reciproco. Questo evento è molto più raro di quello che si crede. Questo perché nella maggior parte dei casi vogliamo cose dall'altro, desideriamo il suo corpo, i suoi soldi, ma non desideriamo direttamente il suo desiderio.

Un desiderio è perfettamente realizzato quando raggiunge il suo oggetto e questo è certamente lo scopo della vita. Noi crediamo che l'uomo nella vita debba realizzare il suo desiderio.

Tutti i giorni noi abbiamo un sacco di desideri particolari, ma la maggior parte di questi desideri sono del tutto fasulli e inutili, molti di questi ci portano sulla cattiva strada.

Noi studiamo le malattie del desiderio e questa è una malattia del desiderio. Ogni volta che abbiamo di fronte un nuovo paziente dobbiamo chiederci quale sia il vero desiderio di questa persona.

Nel nostro mondo consumistico la gente è persa tra mille desideri completamente falsi, che le impediscono di vedere con chiarezza ciò che desidera veramente.

Questo è uno dei problemi che abbiamo riscontrato in molti individui, i quali devono cercare di capire cosa desiderano veramente. Il vero desiderio, una volta soddisfatto, non può che renderci felici.

L'infelicità deriva dalla separazione rispetto all'oggetto del desiderio. Ma se noi non sappiamo nemmeno cosa desideriamo, vivremo a lungo nella confusione e in una compulsione continua di avere cose che poi non ci soddisfano.

Il gioco del consumismo è questo: tenere l'uomo in questi desideri falsi, di modo che continui a consumare e si senta sempre insoddisfatto.

Per capire cosa desidera davvero una persona dobbiamo fare un'analisi psicologica, dobbiamo indagare sull'inconscio. Quella persona deve incominciare a guardarsi dentro al di là delle mille proiezioni del desiderio. Una volta che avete capito qual'è la cosa che desiderate, allora incomincia il vostro cammino verso la realizzazione del vostro desiderio.

Vediamo quindi in generale le malattie tipiche del desiderio:

1) La confusione dalla non definizione del desiderio.
2) L'esperienza di vuoto derivata dall'assenza dell'oggetto desiderato.
3) La sofferenza derivata dall'incapacità di desiderare.
4) La sofferenza derivata dalla perdita dell'oggetto.
5) La mancanza del soggetto desiderante.
6) La frammentazione dell'oggetto desiderato.

Bisogna prima di tutto distinguere il desiderio dal bisogno.

Il bisogno è ciò che è necessario all'uomo, in quanto biologicamente necessario. Noi, però, consideriamo bisogni anche la socialità e l'affetto. Il desiderio non è biologicamente necessario.

Quando abbiamo a che fare con una moltitudine di desideri e siamo presi da questi, ci troviamo di fronte alla prima malattia del desiderio. Uscire da questa malattia significa avere chiaro a se stessi cosa si desidera per davvero.

La seconda malattia si ha quando qualcuno ha chiaro cosa desidera, lo desidera fortemente, ma non riesce a realizzare questo suo desiderio. La persona in questione è divorata dal vuoto che percepisce del suo oggetto, del tutto mancante.

Foto 3 La scienza del desiderio
Foto 3 La scienza del desiderio

Ci sono poi alcune persone che non sanno neanche più desiderare. Questo accade perché alcune persone si convincono che la vita sia priva di valore e quindi che non ci sia in essa alcun che di desiderabile, questa è la terza malattia del desiderio.

Nel caso della quarta malattia del desiderio abbiamo a che fare con una persona che ha ottenuto il suo oggetto o pensa di averlo ottenuto, ma ad un certo punto l'ha perso e soffre la perdita del suo oggetto desiderato.

Le ultime due malattie dipendono non dall'assenza, ma dalla frammentazione. Ci possono essere delle malattie che portano alla destituzione del soggetto. Mancando il soggetto, manca il soggetto desiderante. Il desiderio non trova un soggetto da investire.

Può succedere, invece, ma questo è molto più raro, che un soggetto si trovi di fronte ad un oggetto desiderato a pezzi, ossia completamente distrutto nella sua unità. In alcuni casi la frammentazione dell'oggetto è semplicemente il riflesso di una frammentazione interna al soggetto. In molte malattie mentali troviamo tutte queste dinamiche, sia nella psicosi che nella nevrosi.

Le considerazioni fatte sino ad ora potrebbero trarre in inganno alcuni che, per esempio, possono pensare che il nostro scopo sia semplicemente quello di realizzare il desiderio con la conquista del suo oggetto. In realtà non è così.

Sappiamo bene che le dinamiche del desiderio sono più complesse e proprio la prospettiva che qualcosa sia oggetto del desiderio di un altro è uno dei problemi maggiori.

Personalmente mi considero femminista e credo che l'oggettivazione della donna sia un problema molto grosso. Per questo credo che la relazione desiderio/oggetto deve essere in parte superata, trovando un modo per riconoscere il soggetto nella persona desiderata.

Oltretutto non credo affatto che il desiderio debba per forza realizzare se medesimo. Io penso che noi dobbiamo lavorare su quello, ma cosa succede se questo non accade? E poi possiamo pensare che l'oggetto del desiderio sia nostro e sempre nostro? Se il nostro desiderio, poniamo, fosse fare un certo lavoro, essere sposati con una certa persona, oppure diventare molto bravi in un certo sport, noi dobbiamo sapere che tutte queste cose si perdono.

Allora qual'è la vera via del desiderio?

Noi del gruppo di ricerca pensiamo che sia necessario costruire un'etica del desiderio e ci ispiriamo a degli scritti di Frank Begehren dove parla di 'curvatura del desiderio'.

Non è del tutto chiaro Begehren quando parla della curvatura. Ma dobbiamo immaginarci questo: due forme di desiderio. Una è il desiderio lineare. In questa forma di desiderio abbiamo un desiderio e un oggetto desiderato che è rappresentato dal desiderio nella forma di una rappresentazione. Questo è come il soggetto vive il desiderio, perché in realtà il desiderio è un processo che investe il soggetto e produce l'oggetto in un solo movimento virtuale.

Ma dal punto di vista fenomenologico, per così dire, noi esperiamo un soggetto desiderante rappresentarsi qualcosa di desiderato. Proprio l'immagine diventa il polo attrattivo del desiderio, che è quella cosa che guida il soggetto verso la realizzazione del desiderio stesso.

Noi pensiamo che nel desiderio lineare ci sia un movimento dal desiderio all'oggetto esterno che corrisponde all'immagine rappresentata. In questo contesto riscontriamo le solite problematiche. Il desiderio che non produce rappresentazioni è un desiderio morto, è la terza malattia del desiderio.

Poi ci sono quelli che si rappresentano le cose, si impegnano nella ricerca e non ottengono nulla. Nella seconda malattia, infatti, il vuoto o assenza della cosa desiderata è rappresentata da questa immagine o rappresentazione fantasma.

L'immagine ha una grossa presa su di noi soprattutto in questo caso, perché quando un desiderio è soddisfatto, quell'immagine incomincia a sciogliesi, tutte le cose prendono il loro posto. Un po' come nel caso dell'innamoramento nel modello freudiano, dove la donna amata prende il posto del Super-Io e poi se è ricambiato, decade la persona da quella posizione.

Lineare è dunque quel desiderio che come una freccia punta al suo oggetto.

Cosa dovrebbe essere allora questa 'curva del desiderio'?

Potrebbe essere che il desiderio rifiuti il suo oggetto e si chiuda in se stesso. Ma questo diventerebbe semplicemente narcisismo, quando l'oggetto stesso diventa il proprio desiderio, oppure incapacità di desiderare quando non ci fossero più oggetti.

Più interessante potrebbe essere questa prospettiva: il desiderio, passando attraverso l'oggetto, compie una curva e torna a se stesso in un moto circolare. È chiaro che nella relazione desiderio/oggetto desiderato il desiderio non tiene mai una posizione fissa, il desiderio compie sempre un moto verso il suo oggetto.

Cosa potrebbe succedere se questo moto fosse circolare?

Non è chiaro come funzioni il meccanismo nella pratica. In alcuni appunti del signor Begehren si vedono delle raffigurazioni strane con delle ellissi e il desiderio che si muove ellitticamente rispetto ai suoi oggetti.

Ma non è chiaro cosa possano significare. In realtà sembra che Begehren colleghi il tema della curvatura del desiderio a questi principi: 'desidera ciò che ti accade', 'desidera il futuro', 'desidera il cambiamento'.

Queste frasi vanno collegate con quello che Begehren definisce come divenire. Il divenire non è solo ciò che capita, come se ci fosse un destino. Il futuro è del tutto imprevedibile, ma chi ama la vita desidera tutto quello che gli accade, nella misura in cui è pronto ad affrontare con gioia tutte le cose.

Begehren crede nell'amor fati e nella visione della tragedia la vera liberazione dell'uomo e la sua somma gioia. Ma su questo punto c'è ancora molto da studiare.

Prima di passare alla parte sulle neuroscienze del desiderio, ossia il nostro primo abbozzo di teoria scientifica sul desiderio, devo dirvi ancora una cosa.

L'occidente è cambiato moltissimo a partire dagli anni 90’, la gente è sempre più insoddisfatta, arrabbiata, frustrata e sola. Sebbene l'occidente goda di una certa abbondanza e certamente l'occidente ha molti meno problemi di fame.

4 Foto solitudine
Foto 4 La scienza del desiderio e la solitudine

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Il vero problema dell'occidente è sul piano psicologico: la solitudine, la depressione, l'incapacità di costruire relazioni vere di amicizia o di amore, ecc.

L'occidente scopre il paradosso dell'esistenza. L'uomo per vivere ha bisogno di sostentarsi: mangiare, bere e dormire. Ma ecco che ottenuto tutto questo, non è ancora sufficiente per vivere un'esistenza realmente felice. Anzi, questa nuova esistenza nella solitudine ci appare senza senso.

Siamo stati chiusi in casa per molto tempo ai tempi della pandemia. In quel tempo abbiamo sperimentato tutti dei problemi che all'inizio potevano sembrarci solo di pochi. Quando un uomo o una donna arrivano al punto della vita in cui gli sembra che niente abbia più senso, possono cominciare a trascurare anche i bisogni primari, pensando che la morte sia più desiderabile della vita.

L'internet ha preso una brutta piega in tutto questo, ha creato una società finta dove tutte le persone sono di successo, ma solo per finta.

Ma veniamo alle neuroscienze.

Il cervello è contenuto nella scatola cranica, questa struttura ossea che lo racchiude e lo protegge. Conosciamo principalmente due parti del cervello: quella detta antica e quella nuova.

Tutta la nostra intelligenza risiede nella parte nuova, ossia nelle neocorteccia. Questa parte del cervello la troviamo nei soli mammiferi e noi siamo parte di essi.

La neocorteccia è composta da due emisferi e tanti lobi del cervello. Abbiamo un lobo frontale, uno occipitale, uno parietale e uno temporale. Di tutti questi lobi possiamo riconoscere una parte destra e una sinistra. Ogni lobo ha delle aree.

I neuroscienziati con il tempo attraverso una serie di tecniche come la risonanza magnetica sono riusciti a capire che esistono dei collegamenti tra le attività che svolgiamo e alcune aree del cervello che si attivano in relazione a quelle attività.

A noi, rispetto al desiderio, ci interessano cose come il piacere, le emozioni, i sentimenti o le aspettative.

A questo punto dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a cose come le aree relative alla percezione oppure all’amigdala.

Sappiamo che tutti i sensi dell’uomo arrivano al cervello tramite un sistema di nervi, che questi nervi passano tutti per una zona specifica che si chiama talamo e poi si collegano con delle aree specifiche del cervello.

Per quando riguarda l’amigdala sappiamo che questa parte si attiva sempre nel caso in cui proviamo delle emozioni. Questo fenomeno capita anche a livello inconscio, nella misura in cui certe reazioni avvengono anche prima che il soggetto stesso ne diventi cosciente.

Ma la parte più interessante di tutte è la dopamina. Si tratta di una sostanza che viene rilasciata nel cervello ed è quella che causa il piacere.

Quando soddisfiamo un bisogno e quando sentiamo un desiderio realizzato, in ogni caso troviamo sempre questo fenomeno neurologico del rilascio di dopamina.

Un eccesso di dopamina può portare alla psicosi o alla sindrome bipolare. Una sua carenza può portare alla più totale depressione.

Questo fenomeno non spiega ancora il desiderio, ma ci dice qualcosa di interessante sulla fase della soddisfazione del desiderio.

Ricordate che in Freud il desiderio parte dall'angoscia, dalla condensazione di energia psichica e arriva alla scarica con il piacere che ne consegue. Noi ci promettiamo di studiare le neuroscienze per capire davvero quali sono i meccanismi materiali che portano alle malattie del desiderio e come funziona il desiderio.

La nostra epoca, è l’era crisi dell’eros e del desiderio.

La scuola del desiderio nasce in risposta alla crisi dell'occidente, per questo capite che la nostra posizione è alta. Possano l'uomo e la donna tornare ad elevarsi alla gioia e possa il desiderio diventare veramente razionale!

04/04/ 2056 I missionari

Con la salita al potere delle destra in Russia, la scuola chiuse in Russia e riaprì in Francia a Parigi.

Mano a mano che la scuola cresceva di studenti, molti di loro avevano incominciato a creare altre scuole in giro per il mondo.

Erano nati i dottori del desiderio e gli esperti del desiderio.

Molte scuole cercavano di essere più fedeli possibili agli originali, ma già dopo i primi anni erano nate delle varianti della scuola originaria. Alcuni dei dottori del desiderio sono stati reclutati da Paul Hardy, il capitalista, per la realizzazione della DVR, la realtà virtuale del desiderio.

Altri hanno abbandonato la scuola per darsi alla mistica e hanno fondato alcuni templi del desiderio in luoghi molto lontani del mondo.

5 La scienza del desiderio
5 La scienza del desiderio

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Un altro gruppo, invece, che si era interessato degli studi chimici sulle condizioni della felicità umana, hanno inventato quella che loro definivano 'la pastiglia della felicità' e avevano incominciato a darsi sulla sperimentazione delle droghe.

Questo gruppo è stato chiaramente cacciato via e non è più riconosciuto dalla scuola originaria. Il gruppo si è trasferito in Brasile e hanno costruito un centro nel pieno dell'Amazzonia.

Di questo centro si racconta che chi ci era andato aveva incontrato quelli che gli sembravano degli scienziati hippie, perennemente fatti di qualcosa, che sostengono che l'infelicità è solo un problema chimico e che la prodigiosa pastiglia risolve certamente quel problema.

Maya era diventata la direttrice generale della grande scuola, ma non era solo questo.

Nel 2060 aveva scritto un libro sul desiderio fortemente femminista dal titolo “Il desiderio è donna. Manifesto neofemminista”.

Molti movimenti femministi dell’Europa avevano visto in lei una figura di guida, anche se lei rifiutava di guidare movimenti simili. Visto che la svolta femminista si era fatta più forte, un gruppo di medici del desiderio uomini avevano chiesto perché il centro non si è mai occupato anche di problemi maschili, per esempio del tema dei suicidi che, sopratutto in Inghilterra, stava del tutto degenerando.

Lei aveva risposto che non era un problema suo, che lei come donna si interessava dei problemi del suo genere e che se volevano potevano occuparsene loro, certamente non glielo avrebbe impedito.

6 La scienza del desiderio
6 Foto La scienza del desiderio

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Allora questi se sono andati e hanno fondato in Inghilterra il gruppo MMHF (Men’s metal health fighters), letteralmente i “Combattenti per la salute mentale degli uomini”.

Questo gruppo intratteneva ancora importanti relazioni con la sede originaria della scuola del desiderio, ma nel tempo sono cambiate le cose.

Ci sono stati attentati da parte di femministe contro il gruppo, che hanno portato alla morte dei membri del gruppo perché erano esplosi degli ordigni nell'edificio.

Alcuni membri del gruppi erano stati minacciati di morte.

La situazione era difficile, ma le loro idee trovavano consensi in una certa parte del mondo inglese, chi aveva vissuto quel tipo di problematiche sulla propria pelle.

Purtroppo una parte del gruppo si era schierata con il lupo bianco, sostenendo che bisognava prendere vie più radicali, perché era una questione di sopravvivenza, altrimenti sarebbero tutti morti a causa del suicidio.

Gli altri erano rimasti fedeli al movimento originario, ma dovevano agire di nascosto e clandestinamente, visto che temevano di subire altri attacchi e che forse sarebbero stati decimati.

Solamente più avanti riusciranno a risollevarsi con il cambiamento del presidente inglese e l’aiuto finanziario di Maya stessa.

Maya si era sempre dichiarata estranea agli attacchi e agli attentati dei movimenti femministi, che pure dicevano di ispirarsi al suo libro. Maya sosteneva che l’accaduto è grave, ma lei non intende fare passi indietro rispetto alle sue idee.

06/08/2060 Un dottore parla con un suo paziente

Si sieda, lei è nuovo?

È la mia prima volta.

Ci racconti del suo passato, perché è qui?

Da molto tempo mi sono convinto che la mia vita è inutile e priva di valore. Non riesco a trovare piacere in nessuna cosa che faccio e delle volte mi sveglio la mattina con la voglia fare un volo da quella finestra.

Quando è successo questo?

Mah, credo che non sia successo in un momento particolare della mia vita, credo che sia sempre stato così, solamente che ora è diventato sempre più chiaro.

Dunque, quando le capitano queste crisi?

Forse dovrei dire che sono sempre stato in crisi, ma se ti riferisci alla mia depressione. Quella capita, alle volte, apparentemente senza motivo.

Come ti senti in quei momenti?

Sento il mio cuore avvelenato, come afflitto da qualcosa di molto pesante.

Ok, questa è depressione vera. Hai mai preso dei medicinali a riguardo?

No, sinceramente no. Ma sa, tutto questo non mi è mai stato chiaro fino ad adesso.

Quindi ora pensi di aver capito di più sul tuo problema?

Sì, credo di aver capito qualcosa di molto importante. Il mio insuccesso in questa vita. È come se ad un certo punto della mia vita mi fossi bloccato e poi non sono riuscito ad andare avanti. Credo questo sia successo circa all'età di 11 anni.

Cosa è successo a quell'età?

Non ricordo. Mi sembra che fossi solo. Che mi fossi improvvisamente sentito solo. Le esperienze brutte che ho avuto nel passato, credo di essere diventato molto freddo e apatico, del tutto incapace di provare dei sentimenti o delle emozioni. Tutto il mondo si è fatto grigio.

Non ricordi proprio nulla di quello che è successo?

Beh, no. Almeno, mi viene in mente solo che mi sentivo abbandonato, ma molta della mia vita l'ho vissuta nel segreto. Non ho più trovato la spinta alla vita e quello che succede è che quando invecchi questi problemi peggiorano.

Che sensazioni prova in questo momento?

Guardo quella finestra e penso solo che forse non cambierebbe nulla farlo perché tutto mi diventa terribilmente indifferente.

Dovresti trovare un modo per ridare un sapore alla tua vita, lavori?

Si mi occupo di dati.

Interessante, cosa fai coi dati?

Scopro cose sulla gente, studio i loro comportamenti per vendergli dei prodotti.

Non sembra affatto noioso come lavoro.

Ad un certo punto alla frase l'uomo sembrava quasi accennare un sorriso.

Certo, in un certo senso no. Ma sa l'alienazione del lavoro, tutto il contesto intorno, lo rende più opprimente. Non ho mai la sensazione che sto lavorando per me stesso.

Allora è l'ambiente lavorativo? Ma hai detto che i tuoi problemi c'erano anche molto prima.

Beh, sa, io con questo lavoro speravo di ottenere qualcosa di più importante.

E non ci è riuscito?

Sono diventato terribilmente cinico. Mi sembra che questo mondo si interessi solo del profitto e abbia trasformato le persone in macchine per produrre dati. Io ho un'altra visione delle cose, vorrei che quei dati fossero al sevizio delle persone. Ma lasciamo perdere questo. La verità è che mi sento nichilista, mi sembra un mondo di gente che non ha ideali e io stesso ho incominciato a pensare che nulla vale nulla.

Hai mai pensato di mollare tutto e non so, fare un viaggio?

Non ha capito, se almeno quello avesse un valore per me, lo avrei già fatto. Ma capisce la mia vita e questa società non hanno uno scopo.

Perché devono per forza averlo, puoi darglielo tu se vuoi. Intendo dire che sei tu che decidi la direzione della tua vita. Ma tu prima devi ridare colore alle cose.

Non credo sia solo nella mia visione che le cose non hanno più colore, se vogliamo metterla in questi termini. È un problema sociale.

È già, ma se tu non ti adatti, la società non si adatterà a te. Al momento il mondo è questo, stiamo attraversando da più di un secolo una crisi. Dovresti cercare di capire che per desiderare non serve necessariamente uno scopo. Noi abbiamo un'idea del desiderio che lo relega al tempo.

Questo è fondamentalmente il problema. Noi immaginiamo un oggetto del desiderio come mancante e nel futuro, dunque come assente e siamo sempre insoddisfatti. Se non troviamo un oggetto da desiderare, un desiderio di un altro, una persona, noi abbiamo il buio davanti. Penso sinceramente che il desiderio debba trovare un modo di abitare il presente, che non significa smettere di desiderare. Capisce? Il fatto di essere nichilisti, non credere più in nulla, non è di per sé un male, potrebbe essere anche un mondo per vivere una vita leggera, senza grandi pensieri opprimenti. Devi capire che la tua situazione non è di per sé una disgrazia, si tratta solo di trovare una rieducazione sentimentale.

Cosa intendi per rieducazione sentimentale? Ah, certo, perché coi sentimenti le cose prenderebbero di nuovo colore? Mah, sai cosa ti dico? Che camperò molto a lungo, del resto si vive anche di noia.

Perché hai deciso di venire qui?

Perché avete ragione voi altri. La nostra epoca soprattutto, ma anche le altre, vivono il grande dramma del desiderio. Ma con ciò non significa che la soluzione sarà semplice per voi che pensate di voler risolvere l'enigma.

È passata l'ora, non so se ci rivedremo una seconda volta. Questo dipende da te. Io le prescrivo dei medicinali contro la sua depressione, ma penso che sarebbe meglio sei noi cominciassimo a vederci più spesso, perché io non credo tanto nella chimica, credo piuttosto nel dialogo.

Il paziente tornerà altre volte. Il lavoro durerà per diversi anni. Alla fine l'uomo pensava di aver raggiunto un livello di vita accettabile.

I dottori del desiderio avevano incominciato a diffondersi molto in tutto il mondo.

Usavano i loro pazienti per capire ancora meglio il tema del desiderio. Per quanto riguarda la guarigione i risultati erano più simili a quelli della psicoanalisi: anni di duro lavoro.

Alcuni si sono salvati, ma alle volte basta solo trovare qualcuno che ti ascolti senza giudicati, come è stato detto di Freud.

Foto Per La scienza del desiderio da Pixabay, Elaborazioni Roberto Roverselli per CaffèBo