Il libro delle trasformazioni

All these landscapes are timeless,
and this is all just a part of cosmos,
but all is mine and past and future is yet to discover...
Much have been discovered, but tomorrow
I will realise I existed before myself.

I will be reborn
before I die.” (Emperor, Cosmic Keys To My Creations And Times)


Era passato qualche mese dall’ultima volta che il signor B aveva visto il suo lupo interno. Qualche volta gli era capitato di sognarlo di notte, ma sembrava solamente la traccia di qualcosa di superato. Il fenomeno della sua trasformazione, comunque, era qualcosa che lo portava a riflettere. Voleva capire come funzionavano precisamente delle trasformazioni del genere.

Il libro delle trasformazioni, il desiderio e il divenire

2 Il libro delle trasformazioni
Foto 2 Il libro delle trasformazioni

Si era promesso che avrebbe scritto un testo sul rapporto tra il desiderio e il divenire.

Un giorno gli venne in mente questo: ogni cosa è assolutamente reale perché il nostro desiderio non ha alcun effetto su di essa e quindi è reale nella misura in cui è indipendente da noi stessi, ma secondo il divenire ogni cosa è reale fino a che non si distrugge.

Una cosa che non è mai nata non è reale e per quanto possiamo desiderare che una cosa nasca, non nasce semplicemente perché lo desideriamo.

La stessa cosa accade nel caso della distruzione.

Questo significa che non posso dire che una cosa sia reale in senso assoluto, altrimenti dovrei dire che è eterna. Se una cosa non è eterna ha una realtà che è limitata nel tempo.

Nel caso degli esseri viventi si parla della vita, ma anche una sedia viene fabbricata e un giorno potrebbe rompersi.

La realtà di una cosa in termini di tempo il signor B decide di definirla come quanta di tempo. Ogni cosa ha un quanta di tempo che è un quanta di realtà corrispondente. Se diminuisce il tempo, allora diminuisce la realtà.

Realissimo è solo ciò che è eterno, altrimenti ogni cosa ha una realtà limitata.

Se prendiamo un oggetto nelle sue parti temporali, l’oggetto si definisce come insieme di eventi e cose che accadono nella sua esistenza. Il quanta di realtà misura tutte quelle cose. Per cui non conta semplicemente che una cosa sia rossa, ma conta che vi sia un evento del diventare rosso e che questo rosso muti nel tempo.

Il tempo scorre in un certo modo, dal passato al futuro. In generale la realtà di un ente è quella cosa che passa tra l’evento della sua nascita e quello della sua morte. Questo spazio definisce la sua realtà.

Cosa succederebbe se questo spazio venisse annullato?

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Foto 4 per Il libro delle trasformazioni

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In quel caso l’ente in questione non ha più alcuna realtà.

Perciò il signor B fece questo esperimento mentale: supponiamo che vi sia uno scienziato che abbia inventato un acceleratore del divenire, ossia una macchina in grado di accelerare il processo tra la nascita e la morte riducendone il tempo intermedio, cosa succederebbe se questo acceleratore raggiungesse una velocità tale da annullare completamente quel tempo intermedio?

In teoria nessuna cosa sarebbe più reale. La velocità del divenire diventa massima quando il divenire scompare?

Per esempio se una cosa muta lentamente, dovremmo dire che la velocità del mutamento o del divenire è lenta. Potremmo dire che la velocità 0 è il non mutare delle cose. Ma se il divenire raggiungesse la velocità 0, le cose sarebbero eterne ed immutabili? Ma anche se 0 fosse la velocità minima, quale sarebbe quella massima? A che punto il divenire diventa così veloce da cancellare il tempo del mutamento?

Se cancellassimo il tempo del mutamento, vi sarebbe ancora mutamento?

Il signor B si faceva tante domande e nel frattempo scriveva tutto quello che gli veniva in mente come in una raffica di pensieri. La sua mente è ora una nuova mitragliatrice per tanti proiettili.

Allora incomincia a pensare in questo modo: definiamo spesso divenire come il passaggio di stato di una cosa, per cui se prendo una qualsiasi cosa A, se questa cosa era x e ora diviene y, allora è mutata. Una cosa può mutare una proprietà, per esempio il colore.

Non ha senso pensare il mutamento se non esiste una cosa che muta, ma questa cosa deve essere la stessa, altrimenti avremmo due cose e non una cosa sola che muta. Per esempio un oggetto A può mutare una proprietà, ma un oggetto A non può diventare immediatamente B. Se per esempio vedessimo una sfera rossa e dopo comparisse un coniglio, diremo che sono due cose diverse. Ma se vedessimo una sfera rossa e dopo una sfera blu, potremmo dire che si tratta della stessa sfera e che è cambiata di colore.

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Foto 3 per Il libro delle trasformazioni

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Se tutto il divenire presuppone oggetti che mutano di volta in volta in piccole proprietà, allora il divenire presuppone una realtà sottostante che rimane identica, ossia la sfera dell’esempio di prima? Ma da dove viene questa sfera, la sfera è forse stata creata? Da dove vengono gli individui? È ovvio che deve esistere un processo di creazione delle cose, dunque anche l’individuo-sfera non è altro che il risultato di un divenire.

Questo significa che in realtà tutte le individualità e gli oggetti sono pure astrazioni. In verità non esistono altro che processi.

In fondo l’unico modo in cui accediamo alle cose come oggetti è la percezione, ma la percezione astrae dal divenire delle cose. Dunque dovremmo pensare in maniera molto diversa, bisogna pensare al divenire come insieme di processi che nascono e finiscono. Ma ogni processo ha sicuramente altri sotto-processi e processi differenti potrebbero incontrarsi, influenzandosi a vicenda.

Il divenire si spezza dunque in miliardi di processi e sotto-processi.

Un processo può avere velocità 0, un processo del genere sarebbe un processo bloccato, oppure non sarebbe affatto un processo. Oppure potrebbe capitare che un processo sia talmente veloce che non lo vediamo nemmeno e ci sono tantissimi micro-processi che da noi non sono in alcun modo percepiti.

Allora l’eternità non è semplicemente un divenire con la velocità uguale a 0?

Il processo lentissimo genera una tensione molto forte, perché è come se dilatasse le cose. Per esempio, rallentando il processo della vecchiaia vivremmo più a lungo. Oppure accelerando il processo della vecchiaia vivremmo molto meno. Quando la velocità è troppo forte il processo muore prima di nascere. Quando la velocità è 0 il processo non è nemmeno nato.

Non nascere e morire prima di nascere sono davvero due cose tanto diverse?

Ma supponiamo che un processo si dia effettivamente, a chi si dà il processo? Allora lo scienziato che ha creato l’acceleratore del divenire è semplicemente qualcuno che porta tutti i processi sempre più vicino al punto di morte? Lo scienziato pazzo con la sua macchina ha inventato la macchina definitiva della morte! E ciò che è eterno, per sfuggire alla morte, non deve essere un processo, oppure è un processo senza nessuna velocità?

Possiamo calcolare la velocità del divenire coi differenziali, per esempio mettere in relazione l’altezza di una pianta con il tempo, cercando di vedere di quanto aumenta l’altezza della pianta nel tempo. Se l’aumento dell’altezza aumenta a sua volta e non è costante, per esempio non è di 1 metro ogni tot tempo, allora il processo è accelerato, altrimenti potrebbe mantenere una velocità costante oppure decelerare.

Ma come si relaziona il desiderio con tutto questo?

Molti uomini desiderano il cambiamento e il cambiamento è un processo. Alcuni dicono che se desideri cambiare, allora stai già cambiando, altrimenti perché prima non lo desideravi? Il desiderio di cambiamento è un processo. Ma è il desiderio la causa di questo processo? Beh, forse credere in questo sarebbe come credere nella magia, o forse no? A questo punto il signor B si interrompe e va a rivedere tutto quello che ha scritto sino ad ora.

Dopo la sua lettura riparte da capo in questo modo: esistono solo processi, i processi se non sono in moto non sono processi, dunque un processo è tale se acquista una velocità.

Una macchina deve essere messa in moto per viaggiare e fino a che sta ferma non va da nessuna parte. Lo stesso deve essere per il processo, se il processo non inizia, non c’è alcun processo.

Da dove nasce un processo?

Potrebbe semplicemente nascere da un incontro di altri processi, oppure essere un sotto-processo. Se per esempio ci fosse un unico grande processo, del tutto fisso e tutti i processi che vediamo sono solo delle partizioni di un grandissimo processo?

Ma può un processo alimentare se stesso? Cosa potrebbe, in fondo, impedire che un processo possa autoalimentarsi?

I processi dovranno essere distinti almeno in due tipi: circolari e lineari. Ma quale ruolo assegnare al desiderio all'interno dei processi?

La realtà può mutare a prescindere che lo desideriamo o meno, ma possiamo desiderare determinati processi e cercare di fare di tutto per influenzarli. Ma anche il desiderio è spesso influenzato da processi.

A questo punto viene in mente al signor B che anche tutto ciò che è mentale come emozioni, sentimenti o semplicemente pensieri sono dei processi. In questo senso anche il desiderio è investito in processi, quando, ad esempio, desidera qualcosa di particolare. Dunque il desiderio-lupo è un divenire e un processo.

Tutti gli uomini sono attraversati da processi sia fisici che mentali.

Il vero problema, rispetto a quello che era successo a lui, era capire come dei processi mentali abbiano dato inizio anche a dei processi fisici. Il suo non poteva essere solo una specie di desiderio inconscio di essere un lupo, c’era dell’altro: era mutato anche tutto il suo corpo.

Nei giorni successivi prese tutti gli appunti e incominciò a stilare un vero e proprio libro: il libro delle trasformazioni o il libro del divenire.

Il libro ha i primi capitoli dedicati alla natura del divenire e la teoria dei processi, mentre i capitoli successivi sono dedicati al potere del desiderio di influire sui vari processi. Si narra che in questo libro siano anche presenti delle illustrazioni su come si potrebbe effettivamente costruire un acceleratore del divenire, ossia la macchina morte totale.

Di questo libro non si ha traccia. Ma le leggende vogliono che una setta, nota come ‘lupo-oscuro’, abbia rinvenuto questo libro e abbiamo cominciato ad utilizzarlo come un testo magico.

Foto da Pixabay elaborazioni Roberto Roverselli per CaffèBook