Wesachannel: cosa significa fare filosofia
Nel video sui 100.000 iscritti al suo canale youtube, Wesachannel, famoso youtuber di filosofia, ha detto che quello che lui fa sulla piattaforma non è parlare dei filosofi, fare divulgazione di filosofia o raccontare la storia dei suoi eroi, ma mettere davvero in pratica la filosofia, anche quando parla di basket e dell’NBI.
Riccardo Vessa: Wesachannel
A questo punto possiamo chiederci: cosa vuol dire fare davvero filosofia?
In un certo senso Wesachannel ha ragione nell'affermare che fa filosofia, ma non è lo stesso senso del fare filosofia all'università come la fanno i professori o i ricercatori.
La filosofia universitaria è orientata alla ricerca scientifica, oggi spesso in ambito neuroscientifico e filosofia della mente. Il ricercatore universitario e il professore hanno come obbiettivo il paper e la monografia.
Con questi mezzi intendono portare avanti una ricerca scientifica e una riflessione filosofica che nel corso dell’umanità ha fornito gli uomini stessi di strumenti concettuali per analizzare criticamente la realtà. Di questi strumenti ogni tanto se ne sono serviti gli stessi scienziati, se le sono serviti i rivoluzionari e i politici per costruire pensieri o ideologie politiche, se ne è servito anche l’uomo comune quando nell'etica ha trovato una via per una vita più felice.
Oggi più che mai in filosofia si sente la necessità di creare degli spazi al di fuori dell’università, perché spesso si percepisce l’università come un mondo chiuso che non dialoga molto con il mondo esterno se non attraverso il libro. Ma la maggior parte dei filosofi producono dei paper molto tecnici che non sono proprio il testo che leggerebbe l’uomo comune.
Oggi, invece, fioriscono su internet e non solo, un sacco di riviste di filosofia e progetti di filosofia che sono completamente fuori dal mondo accademico e questo costituisce un fenomeno molto interessante. Anche questi, a loro modo, stanno cercando di fare filosofia.
Tuttavia Wesachannel non fa filosofia nemmeno in questo senso.
Egli non è il classico scrittore da rivista filosofica online o cartacea. Egli è uno youtuber che produce video sull'attualità, ma fa anche gameplay.
Wesachannel usa gli strumenti della filosofia per analizzare il presente.
Gli strumenti della filosofia sono i seguenti:
la problematizzazione, l’argomentazione, la dialettica, l’analisi critica, la costruzione di concetti, ecc.
Un esempio molto semplice potrebbe essere il video che ha fatto sui deep fake.
In quel video Riccardo Vessa, in arte Wesachannel, parte da un concetto come quello di falso per analizzare questo fenomeno dei video in cui è possibile cambiare il volto di una persona con quello di un’altra usando il deep learning.
Wesachannel con i suoi video e la sua filosofia ci insegna a non semplificare le cose e a renderci conto che le cose sono più complesse di come appaiono.
È bello vederlo discutere di temi apparentemente molto leggeri come l’NBI o il cerbero podcast, nei quali riesce a trovare quello sguardo filosofico che cambia completamente la visione sui fatti.
I video di Wesachannel (Riccardo Vessa)
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I suoi video, del resto, sono molto simili e non cambiano di molto: lui davanti alla telecamera che parla di filosofia e sullo sfondo sempre i soliti pupazzetti sul divano (i due gufi e il fungo verde).
Per questo molti lo invidiano: il suo format è molto semplice, non deve fare alcun montaggio, si studia semplicemente un argomento e poi, senza nemmeno un’apparente scaletta, è lì che parte ininterrottamente con ritmo incalzante per comporre un discorso di venti minuti.
Questo è Wesachannel, ma se vogliamo conoscerlo meglio dobbiamo parlare di alcuni suoi video:
- sono comunista?,
- da che parte sto?,
- i video con Entropy,
- l’intervista di Montemagno.
Partiamo pure dal video: da che parte sto?
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In questo video cerca di spiegare bene il suo punto di vista. Molti gli hanno chiesto da che parte fosse e lui risponde che non sta con nessuno.
La sua unica parrocchia è quella dei pragmatisti, ma i pragmatisti sono appunto quelli che non hanno parrocchia e non stanno con nessuno.
Secondo Vessa il non essere con nessuno è l’unica condizione per lo sguardo critico, ma questo non impedisce ad un singolo di avere una propria opinione o posizione sui singoli fatti.
La questione è che l’opinione o la posizione sarà diversa per ogni fatto, visto che ogni fatto sarà considerato a parte e ogni volta da capo con uno sguardo critico.
La nostra condizione naturale è quella di essere liberi di scegliere.
Perché rinunciare a questo, dice Vessa, per darsi ad un partito? Chi è di parte e vuole parlare di qualcosa non è credibile, perché non è indipendente. Altrimenti ci sono degli interessi in ballo che influenzano quello che affermi.
Per via di questa posizione Vessa si è sentito dare dell’anarchico o anche del comunista. Anche questo lui lo nega. Da piccolo ha frequentato degli ambienti comunisti, ma all'epoca, che era un bambino, certamente capiva ben poco cosa fosse il comunismo.
Ci dice di essere un pragmatista, ma davvero i pragmatisti non avevano parrocchie o idee politiche?
John Dewey, pragmatista americano, ad esempio, era un liberale democratico. Ora Vessa, in realtà, nega anche questo, ossia nega di essere un liberale.
E forse non è il pragmatismo di Dewey il modello, ma quello di Peirce, un pragmatista che non era mosso da grandi interessi per la politica, quanto piuttosto dagli interessi per la logica e la semiotica.
La semiotica si collega con il filosofo più citato da Vessa:
Umberto Eco.
È chiaro che Umberto Eco non è l’unico riferimento di Vessa, ma lo ha citato talmente tante volte che tutti quando pensano a Vessa collegano lo youtuber immediatamente al personaggio.
In realtà quando lo youtuber di La filosofia tiene svegli ha chiesto a Vessa quale fosse il suo filosofo preferito lui ha risposto:
Charles Peirce, quando, forse, tutti si sarebbero aspettati Umberto Eco.
Immagino che se dovesse fare uno spettacolo, il primo commento sarebbe: ecco Vessa che ci parlerà di Umberto Eco.
Scherzi a parte.
Il meglio di Wesachannel lo trovate nelle sue analisi filosofiche, nei video in cui riesce a farti riflettere su temi di attualità con occhio critico.
Tuttavia due video che mi hanno davvero sorpreso sono quelli che ha tenuto con il divulgatore scientifico Entropy for life.
In questi video tenta più volte mi mettere in difficoltà il divulgatore scientifico proponendogli dei problemi etici riguardo alla divulgazione della biologia.
In un video, ad esempio, sulle piante proibite e velenose gli aveva chiesto come avrebbe reagito se, dopo aver parlato di piante velenose in un video, qualcuno avesse commentato il video in questo modo:
“Caro entropy, grazie a te sono riuscito a far fuori tutta la mia famiglia!”.
Sono proprio quei commenti che ti lasciano spiazzato, obbiezioni che non avresti mai pensato e che potevano venire solo da una persona che ha studiato filosofia.
Si tratta chiaramente di riflettere sulle responsabilità che derivano dal mestiere del divulgatore scientifico.
Wesachannel è diventato persino lo youtuber preferito di un altro noto youtuber: Luis.
I due sono molto differenti, Luis fa video molto più brevi puntando tantissimo sul montaggio. Ma se vogliamo capire quali sono i segreti che hanno portato Riccardo Vessa al successo e ai suoi 100.000 iscritti dobbiamo analizzare l’intervista che ne ha fatto Montemagno.
Prima di addentrarci in questa intervista è conveniente considerare il fatto che Riccardo Vessa non ha studiato solo filosofia, ma anche scienze della comunicazione.
Questo fatto viene spesso citato perché si ritiene che la sua bravura possa dipendere anche da studi inerenti alla comunicazione digitale. Tuttavia, quando Montemagno ha chiesto a Vessa che metodo usa per i suoi video e quale fosse il suo segreto, in realtà Vessa spiega semplicemente che lui è una persona pigra, che difficilmente farebbe editing e questo lo obbliga fare bene quelle poche cose che fa.
Se si ricorda tutto quello che deve raccontare, questo accade perché tutto il giorno legge di un certo argomento, ascolta di un certo argomento e continua a masticare quel materiale per poi poterlo restituire nel video.
Sebbene Wesa faccia contenuti leggeri, dunque non parli direttamente delle teorie filosofiche, molti, in realtà, gli chiedono perché non parli proprio di quelle.
Riccardo Vessa
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A questa obbiezione risponde dicendo che non serve a nulla studiare i massimi sistemi, se poi non puoi serviti di questi per analizzare fenomeni attuali come quello della Ferragni.
Inoltre, spiega Wesa, anche chi viene dal mondo accademico si è reso conto che un certo linguaggio complesso non è opportuno, perché non è opportuno pensare di parlare a pochi, invece di parlare ad un pubblico più largo.
Oggi la filosofia, in effetti, si sta orientando sempre di più verso una produzione letteraria più accessibile. Ma quando a Vessa Montemagno gli chiede se per caso consiglierebbe mai a qualcuno di studiare filosofia all'università, chiaramente Vessa risponde di no.
Ovviamente la risposta non stupisce: una laurea del genere non offre grandi sbocchi, non ti insegna abbastanza hard skill, fare una laurea del genere significa passare anche 5 / 8 anni da disoccupato dopo la laurea, trovare magari un lavoro che centra niente con la laurea e magari essere pagato molto meno di quanto viene pagato un diplomato tecnico.
Vessa piuttosto consiglia di fare ingegneria e di studiare la filosofia a casa, sottolineando il fatto che il filosofo non è necessariamente un laureato in filosofia.
Vessa più volte mette in primo piano questo discorso molto importante sulle competenze tecniche e spesso accusa i politici italiani di averne davvero poche. Anche su questo ha di nuovo ragione. Mentre si dovrebbero insegnare materie molto importanti come informatica, elettronica e meccanica o economia, i licei sono ancora troppo pieni di lezioni di greco e latino che non ci servono assolutamente a nulla.
Tuttavia, quello che mi chiedo io è questo: e se potessimo davvero cambiare il percorso di studi di filosofia spostando la materia sul settore scientifico, inserendo esami di matematica e informatica al posto dei classici esami di storia, lettere o storia delle religioni di cui gli studenti non se ne fanno assolutamente niente.
Il vero problema della filosofia, probabilmente è un altro:
è che, se da un lato insegna delle soft skill come la logica matematica, l’argomentare, l’analisi critica, la costruzione dei concetti e altro ancora, dall'altro non insegna per nulla competenze tecniche che siano veramente spendibili nel mondo lavorativo.
Oltretutto anche sull'insegnamento della filosofia avrei qualcosa da dire: quello che conta non è se il tale studente sa quando sono stare pubblicate certe opere di Hegel e tutto quello che c’è scritto dentro, quello che conta è se è davvero capace di servirsi della dialettica hegeliana per analizzare il mondo che lo circonda.
Insomma, se volete imparare qualcosa davvero dalla filosofia, non badate tanto alle singole teorie, ad imparare tutta la storia della filosofia nei dettagli, pensate piuttosto ad apprendere i metodi che questi filosofi usano.
Inoltre, anche nel caso dei metodi, ne troverete tantissimi, perché per esempio, L’archeologia del sapere di Michel Foucault è un altro metodo, dovete saper distinguere un metodo serio da uno non serio.
Un metodo serio lo riconosci perché è costituito da un procedimento rigoroso di cui sono ben chiari i passaggi e le regole.
Wesachannel è una persona che ha fatto tesoro di questi metodi filosofi e riesce a metterli in pratica con profitto proprio su youtube. Ora ha infatti più di 100.000 iscritti.