Chefchaouen (o Chaouen) la perla blu del Marocco
Chaouen o Chefchaouen è una piccola cittadina, tra le montagne del Rif conosciuta come la perla blu del Marocco.
Perché la perla blu del Marocco?
Le sue strade, le facciate, le scale e le porte sono tutte dipinte blu…
Partiamo dal nome che pare derivi da Accawen, cioè Le corna, riferendosi alle due cime visibili dalla città.
Il nome con il tempo, e con i vari passaggi di dominazioni e influenze divenne Shawen, Xauen e quindi Chaouen. Oggi il nome è Chefchaouen.
La fondazione di Chefchaouen o Chaouen
La città fu fondata nel 1471 dove già esisteva un piccolo villaggio berbero. Secondo molte fonti, i molti dei nuovi abitanti erano fuggitivi provenienti dal al-Andalus, territorio che si riferiva all’intera penisola iberica, che portarono con sé l’architettura delle case e forse anche i colori.
I Re cattolici (Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona) avevano quasi completato la Reconquista e molti musulmani ed ebrei, furono costretti o a convertirsi o a lasciare le città spagnole. La fondazione è comunque attribuita a Moulay Ali Ben Rachid (anche Abu al-Hassan Ali ibn Moussa ibn Rashid al-Alami) che voleva farne la base per riconquistare Ceuta, allora occupata dai portoghesi.
Questo è anche il motivo per il quale le case della città vecchia ricordano un po’ i villaggi andalusi.
Come arrivare Chefchaouen o Chaouen?
La risposta immediata è in aereo fino a Tangeri e da qui ci sono gli autobus di diverse compagnie per arrivare alla cittadina. Chefchaouen dista circa tre o quattro ore da Tangeri.
A Chefchaouen, naturalmente la parte da visitare è quella più antica, la Medina, quella appunto dipinta di blu. La piazza Outa el Hammam è il cuore della Medina, da lì ci si può perdere in un mare di case e stradine bianche e blu (soprattutto blu).
Il caratteristico colore blu, aggiunto in seguito, nacque (per alcuni) per respingere le zanzare. Probabilmente la tonalità piacque moltissimo e dovette incantare gli stessi abitanti tanto quanto ora i molti turisti che vi giungono ogni anno.
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Foto copertina di Chefchaouen di Mark Fischer.