Il futuro della filosofia

Oggi la filosofia ha la possibilità di diventare una scienza, questo è possibile grazie alla matematica.

Il primo tentativo della filosofia in questo senso è avvenuto con la logica da parte degli analitici.

Il futuro della filosofia, Gilles Deleuze
Gilles Deleuze

In seguito, proprio nella filosofia continentale si sono aperte altre strade con filosofi come Deleuze e Badiou.

Deleuze ha introdotto la singolarità e le geometrie non euclidee, mentre Badiou ha puntato sulla teoria degli insiemi (ZFC).

Tutto ovviamente dipende da quanto i singoli filosofi sono disposti a seguire queste strade.

Il fatto è che normalmente è difficile che in filosofia si stabiliscano un metodo e una base condivisi.

Qualcosa del genere è avvenuto solo con la filosofia analitica, mentre nei continentali ogni movimento filosofico ha un metodo diverso e questo è a sua volta declinato diversamente dai singoli filosofi.

Questo indirizzo matematico collega la filosofia con l'informatica, soprattutto per quanto riguarda la logica.

Si pensi al fatto che il padre dell'informatica era un logico (Alan Turing) e che la logica è molto usata in informatica: tutti sappiamo che il computer funziona con un passaggio di corrente elettrica, il passaggio di corrente è segnato da un 1, mentre si segna 0 quando non c'è corrente.

L'intera informatica è basata su un codice binario (1,0), ossia sui numeri della logica di Boole. Non è un caso che il primo a pensare il computer fosse un logico (Alan Turing).

La teoria dei tipi di Bertrand Russell viene usata nei linguaggi di programmazione, quindi esiste già una teoria filosofica usata all'interno dell'informatica.

Oggi la filosofia studia molto di più l'informatica, infatti è nata l'ontologia dell'informatica. Oggi i filosofi studiano le base dati e la robotica. Molti di questi sviluppi sono molto recenti e sono avvenuti soprattutto in ambito analitico.

Cito alcuni nomi di filosofi sul tema dei database: Michael L. Horowitz; Simon Milton; Raymond Reiter. Data mining e analisi dati sono molto vicini ai temi della logica e della teoria degli insiemi.

Sul tema della robotica in ambito analitico sicuramente la filosofia della mente ed in parte la filosofia del linguaggio si occupano del tema.

Problemi come: i robot hanno la coscienza? i robot hanno l'intenzionalità? i robot conoscono come noi e pensano come noi? Cos'è il mondo per un robot? Sono tutte domande che sono entrate da tempo all'interno della ricerca filosofica.

Famoso è Hubert Dreyfus che ha sostenuto che i computer non hanno intenzionalità. Un altro esempio famoso è l'esperimento della camera cinese di John Searle. Secondo Searle un computer, forse anche un robot, non comprende e non conosce, quello che fa è, dati determinati imput, eseguito un certo programma, emettere certi output.

Nell'esperimento il computer associa con un libro di istruzioni ad ogni domanda una risposta, senza capire, che è quello che invece noi siamo in grado di fare. Tutti questi sviluppi della filosofia nell'ambito dell'informatica potrebbero fare sì che un giorno la filosofia possa anche inserirsi nel settore tecnologico-informatico e le possibilità di ricerca aumentino notevolmente ed inoltre cambi completamente lo studio della filosofia, offrendo agli studenti sbocchi professionali fino ad ora impensati. Tuttavia, ora siamo ancora gli inizi.

Quel che si diceva anni fa è che la filosofia era morta e le scienze potevano farne a meno.

Oggi tutto questo è superato: ci sono almeno tanti ambiti ontologici in filosofia quanto ambiti scientifici.

Sebbene il presente della filosofia non sia ancora molto roseo, il futuro potrebbe esserlo molto di più.

Nel 900' uno dei campi che più si era sviluppato nella filosofia era l'epistemologia, ossia la filosofia della scienza.

Questa branca della filosofia si occupa dei fondamenti delle scienze, di cosa possa essere detto scientifico e quali siano i metodi generali delle scienze.

Sono esistite almeno due forme di epistemologia:

l'epistemologia formale analitica e l'epistemologia continentale francese.

La prima studiava le scienze attraverso la logica formale. A questa forma di epistemologia appartengono grandi nomi come: Thomas Kuhn, Karl Popper, Rudolf Carnap, Paul K. Feyerabend, Otto Neurath, Moritz Schlick.

L'altra forma di epistemologia si è sviluppata in ambito continentale in Francia e ha scelto come metodo soprattutto quello della storia delle scienze, soffermandosi sull'origine e la costituzione storica delle scienze. Nomi famosi sono: Gaston Bachelard, Jean Cavaillès, Alexandre Kojré, Georges Canguilhem.

Oggi certamente la filosofia della scienza va avanti, ma è un'altra branca della filosofia che si sta espandendo parecchio e avendo notevole successo ovunque: l'ontologia.

Il senso che oggi diamo alla parola ontologia è diverso dal senso classico che gli veniva attribuito. Una volta si poteva intendere con questa parola una certa visione del mondo, ma oggi si intende ben altro.

Il significato che oggi attribuiamo alla parola ontologia viene dal filosofo analitico Willard van Orman Quine, filosofo che ha scritto un famoso testo dal titolo: su ciò che c'è. Il testo è scritto in polemica con un famoso allievo di Franz Brentano: Alexius Meinong. L'ontologia oggi è la scienza dell'esistenza e si interroga su ciò che esiste di tutto ciò che c'è.

È importante il concetto che ha introdotto Quine che è quello di impegno ontologico: se un filosofo dice che x esiste, allora si impegna nel sostenere che x esiste.

L'ontologia oggi ha applicazioni numerosissime ed è in continua espansione, tanto è vero che si potrebbe fare ontologia quasi con ogni cosa. Cito alcuni esempi di branche dell'ontologia con esempi di problemi:

Bioontologia:

La bioontologia si occupa di biologia. Esempi di bioontologi sono: P.B. Medawar e J.S. Medawar che hanno scritto un dizionario filosofico sulla biologia (Aristotle to Zoos); David Hull e Micheal Ruse; Ernst Mayr.

I temi della bioontologia si sovrappongono con quelli della filosofia della biologia e non è facile porre dei confini netti. Un esempio di problema nella bioontologia è quello delle specie: cosa sono le specie? In filosofia ci sono varie teorie che possono essere riassunte in queste posizioni:

1 La prima posizione è essenzialista e pensa le specie a partire dal codice del Dna. Non c'è niente di meglio del Dna per capire cosa voglia dire per un filosofo la parola "essenza". Se esistesse un codice di Dna perfettamente identico a se stesso per ogni specie, potremmo dire, ad esempio, che una tigre è una tigre perché possiede quel determinato codice. Questa teoria ha il difetto di mancare l'aspetto evolutivo delle specie e cercare un elemento immodificabile in un Dna che è in continua evoluzione.

2 Si può sostenere che un individuo appartiene alla specie come un isola ad un arcipelago. In questo questo caso la specie consiste negli individui. Questa teoria ricorda un po' l'idea dell'insieme e dell'elemento.

3 Determinati individui appartengono ad una specie perché condividono con tutti gli altri membri della stessa specie la medesima storia evolutiva, basata sulla logica della selezione naturale. Questa posizione mi sembra più coerente con il pensiero di Darwin.

Ontologia della matematica:

È difficile pensare un'ontologia della matematica separata dalla filosofia della matematica. Piuttosto si possono distinguere nella filosofia della matematica dei problemi di natura ontologica.

Quando qui parlo di filosofia della matematica mi riferisco alla tradizione analitica sulla filosofia della matematica che vanta diversi nomi di matematici e filosofi: Gottlob Frege; Bertrand Russell; Alfred North Whitehead; Ernst Zermelo; David Hilbet; Luitzen Brouwer; Hermann Weyl.

Un esempio semplice di ontologia in matematica è la natura del numero:

1 Russell: Il numero è una classe di classi equipotenti. Il numero 1, ad esempio, è la classe delle classi con un solo elemento. Per classe qui si intende insieme. (teoria logicista)

2 Hilbert: Il numero è un segno, questi segni sono dati da dei trattini. Il numero 1 è "I", il numero 2 "II", ecc. (teoria formalista)

3 Mill: i numeri sono proprietà delle cose. (teoria fisicalista)

4 Brouwer: il numero è il risultato di una sintesi attiva a partire dal tempo. (teoria concettualista)

Neurontologia:

Sono tanti gli ambiti della filosofia che si occupano di neuroscienze oggi: la filosofia della mente, la neurofilosofia, la filosofia delle neuroscienze, la neurontologia.

Non è facile individuare un campo specifico per la neuroontologia che sia nettamente separato dai problemi delle altre scienze. In generale il problema della neuroontologia potrebbe essere questo: quali tipi di entità bisogna assumere come esistenti perché sia valida una certa teoria neuroscientifica.

Filosofi che si occupano di neuroontologia sono: Paul Churchland, Patricia Churchland, Daniel Dennett, Thomas Metzinger, Rick Grush.

Un caso che interessa molto ai filosofi è quello del Blindsight. Esistono persone che hanno le aree visive del cervello danneggiate e che per questo non possono vedere una parte della realtà, quella sinistra. Per questi soggetti quella parte della realtà è come se non esistesse. Non si tratta di ciechi, non hanno problemi agli occhi o ai nervi oculari, ma al cervello nelle aree visive primarie. La verità è che per questi pazienti è come se la parte della realtà sinistra non fosse mai esistita. Da qui un bel problema ontologico: quanto di ciò esiste dipende dal nostro cervello? È stato dimostrato che le qualità secondarie hanno correlati neuronali (colori, odori, sapori..), ma anche quelle primarie (es. figure).

Ontologia dell'arte:

L'ontologia dell'arte si interroga sull'essenza dell'opera d'arte, ossia: che cos'è che fa sì che un orinatoio dei bagni pubblici di Porta Nuova non sia un'opera d'arte mentre quello di Duchamp sì? Un famoso ontologo dell'arte, oggi molto studiato, è Arthur Danto. Alcune posizioni di ontologia dell'arte sono le seguenti:

1 Si può cercare l'essenza dell'opera d'arte nel significato che gli è stato assegnato dall'artista. Questo ha il vantaggio di non porre l'essenza nell'oggetto materiale, tuttavia ci impedisce di distinguere un'opera d'arte da una sua perfetta copia.

2 Posso pensare che l'opera d'arte sia un tipo speciale di artefatto. Poi però devo spiegare come è fatto questo artefatto.

3 Posso pensare che le opere d'arte abbiano tutte una particolare caratteristica che è quella del bello, ma poi devo saperlo distinguere dal bello naturale e spiegare come mai molte opere d'arte sembrano molto brutte.

4 Posso attribuire l'essenza dell'arte all'operazione del giudice d'arte che decide che è un'opera d'arte, ma poi devo spiegare con quali criteri compie questa operazione.

Ontologia della fisica:

L'ontologia della fisica si occupa di fisica e anche qui è davvero difficile distinguerla nettamente da quella che negli analitici porta nome di "filosofia della fisica".

Esempi di filosofi della fisica sono: R.I.G. Hughes, Colin McGinn, Marc Lange, Roberto Torretti, Paul Davies, Hans Reichenbach. Sul tema dell'ontologia c'è un importante libro scritto da Colin McGinn: Basic structures of reality.

Nel libro vengono trattati i maggiori concetti della fisica in termini ontologici, concetti come "gravità", "forza", "movimento", "inerzia", ecc. All'interno del libro si trova un interessante capitolo sull'ontologia dell'energia.

In questo capitolo sono presentate due possibili opzioni sul tema dell'energia: si può pensare che l'energia sia l'essere delle cose; si può che l'energia sia una dimensione delle cose.

Questo è solo uno dei tantissimi problemi di ontologia della fisica, altri problemi possono riguardare la natura del tempo, dello spazio, della gravità, ecc.

Ontologia sociale:

È un ambito dell'ontologia in espansione negli ultimi anni, esso coinvolge molte discipline: la filosofia del linguaggio, la filosofia politica, le scienze politiche, l'economia, la sociologia e le scienze cognitive.

L'ontologia sociale, per come la studiamo oggi, è nata con il filosofo inglese John Austin.

Austin sosteneva l'esistenza di particolari atti linguistici, chiamati performativi, che hanno la capacità di dare origine ad oggetti sociali. Esempi: la nave che viene battezzata; il "si, lo voglio" del matrimonio.

I maggiori studiosi dell'ontologia sociale sono: John Austin, John Searle, Margaret Gilbert, Lionel Hart.

Oggi l'ontologia sociale non riguarda più solamente gli atti linguistici, ma molte altre cose: istituzioni, oggetti sociali di ogni genere, presupposti cognitivi per l'esistenza della società, teorie economiche sull'agire umano nella società, sociologia.

John Searle sostiene che la società è anche possibile grazie ad una particolare forma di intenzionalità che chiama "intenzionalità collettiva". La mossa di Searle ha portato l'ontologia sociale ad interrogarsi su temi cognitivi.

Questi sono solo alcuni degli ambiti ontologici studiati nella filosofia analitica, ve sono molti altri: ontologia formale (usando la logica), ontologia del mondo quotidiano (con oggetti di tutti i giorni come sedie, tavoli e frigoriferi), ontologia della verità, ecc.

In pratica se nella seconda metà del 900' il problema era la così tanto temuta "morte della filosofia", un film horror mai girato, oggi i problemi sono altri.

Il fenomeno a cui si assiste oggi è questo: il boom della filosofia analitica.

Se una volta la filosofia analitica si studiava prevalentemente nei paesi di lingua inglese, oggi la filosofia analitica è diffusa in tutta Europa e dove prima si studiava filosofia continentale, oggi ci sono intere specialistiche solo di filosofia analitica.

Se una volta era quasi obbligatorio sapere la lingua tedesca in filosofia, oggi la lingua più parlata in filosofia è l'inglese.

Quindi il problema di oggi non è la morte della filosofia, ma un altro: che ne sarà della filosofia continentale?

Sicuramente oggi la filosofia continentale a livello mondiale è sempre meno studiata e considerata, ma i continentali certamente non sono stati a guardare e si stanno difendendo bene.

Rispetto alla filosofia analitica la filosofia continentale è fatta di movimenti, gli ultimi due grandi movimenti della filosofia continentale sono stati l'ermeneutica e il poststrutturalismo, oggi il movimento più importante è il realismo speculativo.

Il termine "realismo speculativo" è stato coniato da un certo Ray Brassier.

I maggiori aderenti al movimento sono quattro: Ray Brassier, Quentin Meillasoux, Graham Harman, Iain Hamilton Grant. Anche la filosofia continentale si è orientata sull'ontologia, in particolare è nata l'ontologia orientata all'oggetto (O.O.O. = object-oriented ontology). Il termine è stato coniato dal filosofo Levi Bryant.

Oggi sono molti i filosofi che hanno aderito a questo modo di fare ontologia: Steven Shaviro, Levi Bryant, Graham Harman, Tristian Garcia, ecc. .

L'ontologia orientata all'oggetto studia ogni tipo di oggetto (elettrone, sapone da bagno, cellule, robot, Harry Potter, ecc.), ma lo fa da una prospettiva realista.

L'ontologia orientata all'oggetto rifiuta la posizione correlazionista, in quanto il correlazionismo pensa l'oggetto solo in relazione ad un soggetto, l'ontologia orientata all'oggetto, invece, pensa l'oggetto nella sua esistenza indipendentemente dal soggetto.

Questo però è solo uno degli aspetti della nuova filosofia continentale che sta nascendo, ce sono degli altri.

I temi della filosofia della mente analitica e il suo linguaggio sono oramai entrati nella filosofia continentale. Un esempio di questo fenomeno è il filosofo Steven Shaviro.

Shaviro aderisce al pampsichismo, posizione nata precedentemente in filosofia analitica, posizione secondo la quale la coscienza è una proprietà basica della realtà e perciò si trova ovunque, anche nelle rocce.

Inoltre Shaviro ha scritto un testo su temi affini a quelli della filosofia della mente (Discognition), dove analizza la natura del pensiero nell'uomo e nel robot.

Il cervello è stato al centro della riflessione di diversi continentali nel passato: Bergson, Merleau Ponty, Gilles Deleuze e Felix Guattari.

Oggi due filosofi continentali che si interessano di temi affini alle neuroscienze sono: Ray Brassier e Catherine Malabou.

Ray Brassier è un eliminativista, ossia qualcuno che crede che la coscienza sia semplicemente un'illusione. Brassier, tra l'altro, è un lettore di diversi filosofi analitici come: Paul Churchland, Patricia Curchland, Wilfrid Sellar.

Catherine Malabou si interessa principalmente del tema della plasticità cerebrale, letta però a partire dalla filosofia di Hegel. Inoltre Catherine Malabou si occupa di relazioni tra la psicoanalisi e le neuroscienze.

Ci sono ambiti ontologici analitici che sono penetrati nella filosofia continentale negli ultimi anni, un esempio è l'ontologia sociale. Certamente è sempre esistita una ontologia sociale continentale, quest'ultima vanta alcuni nomi famosi: Edmund Husserl, Adolf Reinach, Alfred Schütz, György Lukács.

György Lukács ha scritto quattro importanti volumi dal nome Ontologia sociale, ma non è questa l'ontologia sociale a cui si pensa normalmente oggi, quando in filosofia si usa quel termine.

Oggi l'ontologia sociale è prevalentemente analitica (Austin, Searle), tuttavia qualche filosofo continentale che fa ontologia in questo senso c'è, esempi sono: Maurizio Ferraris e Manuel DeLanda.

Maurizio Ferraris interpreta l'oggetto sociale a partire dal documento. Ad esempio: esiste un'entità come un cittadino poiché c'è la carta di identità che attesta la sua esistenza. Ferraris per documento intende prima di tutto la traccia iscritta, perciò quest'ultima può essere cartacea oppure anche semplicemente un'iscrizione nella memoria, quindi quando faccio una promessa è l'iscrizione mentale che conta.

Il futuro della filosofia, foto di Manuel DeLanda
Manuel DeLanda

Manuel DeLanda nell'ontologia sociale è famoso per la sua teoria dell'assemblaggio. Nell'assemblaggio non troviamo un tutto che è maggiore delle parti, ma delle parti che sono in connessione le une con le altre tramite relazioni esterne e che possono staccarsi dall'assemblaggio quando vogliono.

L'assemblaggio ha delle proprietà emergenti solo in quanto le parti sono in connessione le une con le altre. DeLanda, ad esempio, pensa il mercato come assemblaggio di luoghi concreti in cui questo si attua, ad esempio come insieme delle piazze del mercato e dei bazaar.

Conviene soffermarsi un attimo su Manuel DeLanda, prima di passare ad altri autori. Manuel DeLanda, infatti, ha scritto tantissimi libri su tantissimi argomenti scientifici e ogni volta che lo si legge si rimane sorpresi dalla vastità di conoscenza che possiede, tanto è vero che meriterebbe di essere definito "tuttologo".

Cito alcuni testi: Philosophical chemestry sul tema della filosofia della chimica; The emergence of synthetic reason sul tema delle neuroscienze e la teoria computazionale; The assemblage theory sull'ontologia sociale; War in the age of the intellegence machines sulla guerra e l'informatica.

DeLanda è uno dei più grandi interpreti di oggi del filosofo francese Gilles Deleuze.

Oggi nella filosofia continentale ci sono talmente tanti lettori di Deleuze che si potrebbe dire che è questo il vero secolo deleuziano.

Cito alcuni nomi famosi tra gli interpreti di Deleuze oggi: Manuel DeLanda, Brian Massumi, Christian Kerslake, James Williams, Arun Saldanha.

Inoltre sembra che il tema dell'informatica stia influenzando anche la filosofia continentale, ma sotto tutto un altro aspetto e profilo.

In ambito informatico nei continentali è la cultura cyber che sta avendo molta influenza, cito alcuni nomi importanti tra quelli che si interessano dell'argomento: Nick Land, Michael Heim, David Koepsell.

All'interno di questo tema è di una certa importanza il cybermarxismo, posizione sostenuta dal così detto "movimento accelerazionista", le cui figure più importanti sono: Alex Williams, Nick Srnicek, Nick Land, Steven Shaviro.

Il cybermarxismo crede in una economia pianificata affidata a dei computer, quindi inventare sistemi per fare pianificazione economica con l'informatica e realizzare un cybercomunismo. Tra l'altro il "movimento accelerazionista" si ispira al pensiero di Deleuze, in particolare ad Anti-edipo.

Quale sarà il futuro della filosofia?

Oggi si sentono molti filosofi esprimere ottimismo, un esempio è il filosofo continentale Markus Gabriel. Gabriel sostiene che differenze come "continentale" e "analitico" sono soltanto delle idee ideologie, che verranno superate nei prossimi anni.

Inoltre Gabriel dice che questi anni della filosofia sono molto interessanti perché è la prima volta che si può cominciare a parlare di filosofia globale. È vero che la filosofia è nata in Grecia, che ha una prospettiva che sembra molto occidentale, ma oggi la filosofia cominciamo a trovarla un po' ovunque nel mondo.

Oggi ci sono filosofi australiani (David Armstrong, David Chalmers), argentini (Gabriel Catren, Miguel Benasayang, Enrique Dussel), sud coreani (Byung-Chul Han, Jaegwon Kim), neozelandesi (William Fish), giapponesi (Kitarō Nishida, Hajime Tanabe, Shizuteru Ueda), ecc.

Insomma i campi della filosofia si stanno sempre moltiplicando e si estendono le aree geografiche in cui viene studiata, il futuro è molto aperto e gli orizzonti sono infiniti.