“Come l’ago della bussola segna il nord, così il dito accusatore dell’uomo trova sempre una donna a cui dare la colpa.”

Sono forse queste le parole più realistiche, e crude da leggere, le più difficili e delicate da assimilare, quando ci si addentra nell’anima del libro. Perché è di anima, che si parla: è l’anima di Khaled Hosseini, l’anima di ogni donna afghana, l’anima del Medio Oriente.

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Vi è mai capitato di ricordare una persona e ricevere poco dopo sue notizie o una chiamata? «Stavo proprio pensando a te» sono le parole con cui l’abbiamo salutata.

Oppure leggere una frase che colpisce e sentirsela ripetere in un altro contesto, nominare un oggetto e vederne l’immagine disegnata sui muri o sul bordo del piatto in cui stiamo mangiando?

Porsi una domanda legata a una necessità ordinaria e incontrare la risposta in maniera curiosa?

Queste “coincidenze significative” hanno affascinato lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung, allievo di Sigmund Freud, portandolo a coniare la definizione di sincronicità.

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Nell’atto traduttivo è ormai accertato che è assolutamente impossibile dire la stessa cosa.Il teorico von Humboldt sostiene che Nessuna parola di una lingua è completamente uguale a un’altra di un’altra lingua. Per la loro diversità sintattica e morfologica lo stesso von Humboldt sostiene che le lingue generano differenze nel modo di pensare e nel percepire il mondo.

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Io non ne so niente di politica. Ho quindici anni, perché dovrei occuparmi di politica? Non voterò prima di compiere i diciotto e tre anni sono una vita.

Però è la politica l’unica cosa che mi riguarda ultimamente.

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Era un tempo di guerre e di conquiste, di lotte per l'indipendenza e rivoluzioni.

Il 1700 era un secolo pieno di contraddizioni, apparentemente privo del fascino spesso esercitato dalle epoche precedenti e da quelle immediatamente successive. (altro…)

"L'arte di scrivere thriller sofisticati è pressoché scomparsa"

scrive Ian Fleming nel 1962 per il Daily Teleghaph.

"Gli scrittori sembrano vergognarsi di inventare eroi dalla pelle bianca, canaglie dalla pelle nera ed eroine dalle guance rosee. Io non sono un uomo stizzito. I miei libri non sono "impegnati".

Non ho nessun messaggio per l'umanità sofferente e, sebbene a scuola sia stato tiranneggiato e abbia perso la verginità nel modo in cui molti di noi usavano perderla ai vecchi tempi, non ho mai avuto la tentazione di imporre ai lettori queste o altre laceranti esperienze personali.

I miei libercoli non mirano a cambiare la gente né a spingerla a uscire e fare qualcosa. Sono scritti per eterosessuali dal sangue caldo che si trovano in treno, sull'aeroplano o a letto".

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Articolo in aggiornamento.

leggi anche: Il caffè solubile, la storia e la ricetta di una torta

In Animali e ambiente: Così si uccide una balena

Così leggiamo dal sito delle Treccani: Api a rischio estinzione

Il 40% delle specie di impollinatori, come le api e le farfalle, dopo centinaia di milioni di anni di esistenza trascorsi a passare da un fiore all’altro garantendo uno dei più importanti servizi all’ecosistema terrestre, sono a rischio di estinzione a causa dei cambiamenti climatici, dei pesticidi, dell’urbanizzazione e di numerose altre attività antropiche invasive.

Già da anni questo gravissimo problema viene denunciato da diversi studi scientifici, e il numero di ricerche e iniziative è proporzionale alla preoccupazione: la UE, per esempio, nel 2015 ha dato vita ai progetti European red list of bees e Status and trends of European pollinators (STEP) per monitorare la situazione nel nostro continente; nel 2016 è uscito Pollinators vital to our food supply under threat, dell’Intergovernmental science-policy platform on biodiversity and ecosystem services, sulla situazione globale; negli Stati Uniti nel 2017 è stata pubblicata dal Center for biological diversity una ricerca sistematica sulla situazione americana dal titolo Pollinators in peril.

Anche se le cause di tale fenomeno, infatti, non sono ancora del tutto chiare, assolutamente evidenti sono invece le conseguenze: dall’impollinazione dipendono, almeno parzialmente, il 75% delle colture alimentari nel mondo, il 90% di piante e fiori selvatici e un’enorme quantità di altri prodotti non alimentari.

Insomma, è palese che, se le lasciassimo scomparire, le api porterebbero via con sé molti alimenti necessari alla nostra sopravvivenza e l’impoverimento alimentare sarebbe assai rilevante (scomparirebbero per esempio patate, cipolle, fragole, cavolfiori, pepe, caffè, zucca, carote, girasoli, mele, mandorle, pomodori, cacao, oltre ovviamente al miele). Non stupisce quindi lo sconcerto destato nel 2006 dall'improvvisa morte di moltissimi di questi insetti nel Nord America, quando per la prima volta si assistette a quella che oggi viene definita la sindrome dello spopolamento degli alveari, che ha investito poi altre zone del mondo, soprattutto in Europa.

Altrettanta angoscia suscitarono nel 2014 le immagini di milioni di contadini cinesi impegnati nella impollinazione manuale, che resero visibili al mondo le immediate conseguenze del problema.

Non si tratta di un’estinzione qualsiasi, non di un fenomeno le cui conseguenze non sono ancora percepibili, ma di qualcosa che già ci ha investiti in pieno.
In Europa, già dal 2013, alcuni pesticidi considerati più dannosi, come quelli della classe dei neonicotinoidi, sono soggetti a forti restrizioni e sono forse destinati a un bando completo. Si stanno anche ripensando la destinazione dei suoli e le modalità di cultura.

Ma oltre a tali iniziative, che hanno l’obiettivo di salvare queste specie, sono anche in corso da tempo diversi progetti per sostituire la loro fondamentale funzione, nella prospettiva più drammatica che la strage non si riesca a fermare. Da qualche anno si susseguono infatti ricerche e brevetti per creare impollinatori artificiali. Negli Stati Uniti, per esempio, dopo molti anni di studi, nel 2017 è stato presentato dall'università di Harvard il RoboBees, un microrobot capace di volare autonomamente e in prospettiva anche di impollinare i fiori; in Giappone, sempre nello stesso anno, è stato compiuto un altro tentativo nel medesimo senso, basato sugli studi biotecnologici, dal National institute of advanced industrial science and technology (AIST), che potrebbe giungere anch'esso all'obiettivo in una decina di anni. Da ultimo, infine, anche aziende del tutto private si stanno cimentando in tale impresa: è di questi giorni infatti la notizia di un brevetto depositato dalla multinazionale statunitense Walmart, che riguarda la creazione di microdroni per l’impollinazione, muniti di sensori e telecamere che li guiderebbero verso i raccolti.

Non si sa quanta fiducia possa attribuirsi a questi ambiziosi progetti – si calcoli che un’ape, al giorno, visita 7000 fiori – e benché affascinanti dal punto di vista tecnologico certo non attutiscono l’angoscia che questo fenomeno ci provoca, ma forse potrebbero contribuire almeno parzialmente al superamento della crisi.

Articolo in aggiornamento

Ma poi, c’era veramente bisogno di avere dei Talent musicali?

Chi improvvisamente ha sentito la forte motivazione di realizzarli? L’industria musicale? Sembra di no…Il pubblico? Ancora meno. I musicisti? Non ne parliamo…

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Più o meno dall'età di diciassette anni mi immaginavo una filosofia dell'Uno, mi ero reso contro che il pensiero nel mondo si stava muovendo in quella direzione.

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«Allah Akbar?»

Sì, lo chiedo a voi assassini che urlate il nome di un Dio invano mentre premete il grilletto dei Kalashnikov contro uomini inerti. Dove volete arrivare con le vostre azioni? Siate chiari perché ai nostri occhi sembrate dei folli e non di certo dei martiri coscienti. La nostra intelligenza non crede infatti nell’obiettivo di un mondo piegato al vostro credo. Sappiamo con certezza che si tratta di un’impresa impossibile, assurda!

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“«Evasione» viene oggi così spesso utilizzato: un tono per il quale gli usi della parola al di fuori della critica letteraria non forniscono giustificazione alcuna”.

Non è l’unica tagliente osservazione di J.R.R. Tolkien (1892 – 1973) sulla miopia accademica e “modernista” verso tutto quanto è “fantasia”.

Essa è contenuta nell’intervento Sulle fiabe, pubblicato nella raccolta Il medioevo e il fantastico (edizione italiana a cura di Gianfranco De Turris, traduzione di Carlo Donà, Bologna 2003, Bompiani).

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«Non entrare nella 1408...» questo viene suggerito al protagonista del film "1408" (John Cusack, nei panni di uno scrittore che si interessa di fenomeni paranormali), trasposizione cinematografica di un racconto di Stephen King.

Le cifre del numero 1408, sommate, danno il famigerato 13 che poi ricorre in molti altri paurosi modi nella pellicola.

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Una scrittrice, una giornalista, un’attivista, ma soprattutto una donna con la “D” maiuscola. Ci ha lasciato nel 2006, a 77 anni, dopo una vita vissuta intensamente fino all’ultimo, nonostante una malattia che da tempo la divorava lentamente. (altro…)

 

Nel mondo globalizzato in cui viviamo è cosa comune imbattersi, nel corso delle nostre letture, in un giallo d'azione ambientato a Milano, come in una spy story che si sviluppa tra Monaco, Lugano e Torino, o in una gangster story (leggi storia di camorra o di mafia) che si svolge a Napoli o Roma, piuttosto che in qualche sperduto paese della Sicilia o della Calabria.

Ma non è sempre stato così.

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Molti di voi non ci crederanno, ma è vero: c’è stato un tempo in cui si poteva andare al cinema e godersi un film, comodamente seduti in poltrona, magari bevendo una bibita e fumando una sigaretta. E potevi fumare dappertutto, liberamente.

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Benvenuti al primo appuntamento con le nostre storie culinarie e il nostro pandolce ai 5 cereali, con ricetta e storia.

La socialità, la condivisione di emozioni, il mangiare con gusto e leggerezza in modo sano, sono la nostra filosofia.

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L'Argentina è una terra che vanta stretti legami di sangue con l'Italia, essendo stata meta di un forte movimento migratorio in partenza dal nostro paese tra la seconda metà del XIX secolo e i primi decenni del XX.

In quell'epoca la popolazione del paese sudamericano era composta da un vero e proprio crogiolo di culture ed etnie diverse, ciascuna dotata di una propria lingua e di un bagaglio di svariate esperienze che si fusero con il trascorrere degli anni dando origine alla società che oggi abita quel paese dotato di spazi immensi e di un cielo bianco e azzurro come i colori della sua bandiera.

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Tutto è relativo. Prendi un ultracentenario che rompe uno specchio. Sarà ben lieto di sapere che ha ancora sette anni di disgrazie. Albert Einstein.

 

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