Il Mondo Riuscirà a Ridurre i Rifiuti?

Il 1° gennaio 2021 è entrata in vigore un'importante convenzione firmata da 186 paesi, tra cui l'Italia, per regolamentare l'esportazione dei rifiuti e assicurarne una gestione più trasparente e sicura.

Ridurre i Rifiuti: l'esportazione verso la Cina

2 Il Mondo Riuscirà a Ridurre i Rifiuti?
Foto 2 Il Mondo Riuscirà a Ridurre i Rifiuti?

Sino alla fine del 2017, la maggioranza dei paesi industrializzati ha esportato i rifiuti verso la Cina, soprattutto quelli in plastica: si è calcolato che, negli ultimi decenni, vi sia arrivato il 95% della plastica prodotta in Europa e il 70% negli Stati Uniti.

La mole elevata degli scarti che solo in parte possono essere riciclati - 45 milioni di tonnellate all'anno - e i problemi ambientali legati alla loro trasformazione hanno portato la Cina a rendersi conto che i danni causati dall'inquinamento e dalle conseguenti emissioni climalteranti fossero maggiori rispetto ai benefici economici apportati dalla loro presa in carico.

Così, nel 2018, il governo cinese ha assunto una svolta green stabilendo il divieto di importare 24 tipi di rifiuti solidi, tra cui carta non differenziata e tessuti, elenco che si è ampliato ogni anno fino a includere la plastica per arrivare, il 1° gennaio 2021, al blocco di tutti i rifiuti solidi che giungono dall'estero, compreso il loro deposito e smaltimento in territorio cinese.

In ogni paese la produzione di rifiuti è cresciuta in maniera esponenziale e la Cina ha deciso di occuparsi, da ora in poi, solo di quelli che crea direttamente, all'incirca 215 milioni di tonnellate l'anno. Le altre nazioni sono state, così, costrette ad affrontare, all'improvviso, il problema della gestione dei loro scarti.

Da un lato le politiche di sostenibilità indicano che l'unica soluzione sia quella di diminuirne la produzione, trasformando l'economia da consumistica a circolare.

In quest'ottica si pongono le normative che, nel corso degli anni, hanno imposto l'eliminazione della plastica da molti prodotti (sacchetti, cosmetici, detergenti ad azione esfoliante, cotton fiocc, confezioni monodose o usa e getta) per cercare di ridurre l'immondizia che non si sa dove mettere.

Ridurre i Rifiuti: la destinazione

3 Ridurre i Rifiuti: la destinazione
Foto 3 Ridurre i Rifiuti: la destinazione

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Dall'altro, l'indisponibilità della Cina sta spingendo paesi come Malesia, Vietnam, Indonesia e Thailandia ad occuparsi dei rifiuti con metodi di smaltimento non sempre corretti, perché privi di infrastrutture e normative adeguate alla loro corretta gestione: li accettano solo perché interessati al denaro che portano.

Molti villaggi si stanno trasformando in discariche a cielo aperto e, spesso, la destinazione dei rifiuti sono roghi o cumuli che mettono in grave pericolo un ecosistema delicato e già provato.

Non dimentichiamo che circa l'80-90% della plastica presente negli oceani proviene dalla terraferma e, in particolare, dalle discariche di quei paesi che non sono in grado di riciclarla o smaltirla.

L'Europa e l'America del Nord, trovandosi con grandi quantitativi di materiali che la Cina non ritira più, si stanno rivolgendo, spesso in maniera illegale, anche ad India, Taiwan, Corea del Sud, Turchia e Medio Oriente, altre nazioni non in grado di garantirne un corretto smaltimento.

Esportazione dei Rifiuti

Esportazione dei Rifiuti
Esportazione dei Rifiuti

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L'Italia, che si trova all'11º posto tra i principali esportatori di rifiuti plastici al mondo per un giro di affari di circa 59 milioni di euro l'anno, ha visto l'intensificarsi della loro spedizione verso paesi dell'Europa orientale e dell'Asia. A novembre 2020, nel porto di Cagliari sono stati sequestrati due container carichi di rifiuti plastici in partenza verso la Turchia camuffati come materia prima per l'industria della plastica.

Oltre a questi trasporti illegali, la spedizione degli scarti crea ulteriori minacce, come accaduto nel 2015 nel tratto del mar Tirreno tra il Golfo di Follonica e l'isola d'Elba: l'equipaggio di una nave partita da Piombino con 56 balle di plastica, dirette in Bulgaria per essere incenerite, ha gettato il carico in mare a causa di un'avaria, provocando una situazione di pericolo che solo dall'estate 2020 si sta risolvendo con una difficile operazione di recupero.

È importante ricordare che i rifiuti esportati sono costituiti da una vasta gamma di materiali tra cui le ceneri provenienti dagli inceneritori ricche di diossine, metalli pesanti, furani e IPA, tutte sostanze tossiche e cancerogene.

Convenzione per regolamentare l'esportazione dei rifiuti

Foto 5 Il Mondo Riuscirà a Ridurre i Rifiuti
Foto 5 Il Mondo Riuscirà a Ridurre i Rifiuti

La convenzione entrata in vigore il 1° gennaio 2021, firmata da 186 nazioni, obbliga i paesi esportatori a ottenere da quelli riceventi il consenso all'invio di plastica non riciclabile, mista o contaminata e di altri rifiuti pericolosi, in modo da rendere più difficile agli operatori il commercio di rifiuti che possono essere scaricati con modalità illegali.

Un modo concreto per responsabilizzare i paesi industrializzati stimolandoli a ridurre la produzione di sostanze di scarto.

Purtroppo gli Stati Uniti, il maggior esportatore di rifiuti all'estero, non hanno firmato la convenzione ma si spera che la nuova presidenza americana, come ha manifestato la volontà di rientrare nell'accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni di gas serra, possa aderire anche a questo importante trattato.

L'Italia, pur essendo tra le nazioni europee all'avanguardia in tema di economia circolare e raccolta differenziata dei rifiuti, ha ancora molta strada da percorrere.

Finora i consorzi nazionali per la raccolta delle diverse materie hanno puntato sulla quantità ma non sulla qualità. Questo fa sì che, ad esempio, la plastica raccolta sia di bassa qualità costringendo a esportare quella inutilizzabile verso nazioni come Austria, Germania, Spagna, Slovenia e Romania, ma anche verso altre meno preparate come Malesia, Turchia, Vietnam, Thailandia e Yemen.

L'ambiente è una componente imprescindibile di ogni attività umana. L'emergenza sanitaria che stiamo vivendo mostra, in maniera evidente, che solo attraverso la collaborazione e i comportamenti nuovi e comuni si possono superare le difficoltà.

Forse, anche il problema dell'incontrollata produzione dei rifiuti si può affrontare solo se non si dimentica l'importanza che possiede ogni singola azione. A partire dalla nostra.

Foto da Pixabay, elaborazioni CaffèBook.it