L’inafferrabile... Mordigallina!

The Scarlet Pimpernel.

È il titolo di un fortunato romanzo della scrittrice britannica di origine ungherese Emma Orczy.

La Mordigallina, La Primula Rossa o Scarlet Pimpernel di Emma Orczy

La Mordigallina, La Primula Rossa o Scarlet Pimpernel di Emma Orczy
La Mordigallina, La Primula Rossa o Scarlet Pimpernel di Emma Orczy

Fu pubblicato nel 1905 e seguito da una vera e propria saga di altri volumi che riguardavano le gesta di sir Percy Blakeney, un nobile inglese il quale, al tempo della Rivoluzione francese e sotto le mentite spoglie del cospiratore Scarlet Pimpernel, grazie a mille travestimenti e stratagemmi riusciva a giungere in Francia e a salvare dal patibolo i condannati alla ghigliottina.

Naturalmente il romanzo fu pubblicato anche in Italia e quale titolo tradotto gli fu affibbiato “La Primula Rossa”.

La Primula Rossa o Scarlet Pimpernel di Emma Orczy
La Primula Rossa o Scarlet Pimpernel di Emma Orczy

Potrebbe interessarti anche: L’aneto, contro singhiozzi, streghe e preti noiosi.

Ma esiste davvero una primula rossa?

Nella varietà selvatica, la primula ha i petali gialli, qualche volta lilla. Solo nelle varietà ornamentali viene selezionata con tutti i colori dell’arcobaleno, rosso compreso.

Al tempo della Rivoluzione Francese, dunque, era difficile scovare una primula dalla corolla cremisi.

La cercan qua, la cercan là
Ove si trovi nessun lo sa.
Che impadronirsi mai non si possa
Della dannata Primula Rossa?”

La baronessa Orczy, nei suoi libri, faceva riferimento a un fiorellino il cui nome inglese scarlet pimpernel lo individua senza ombra di dubbio con una specie catalogata come Anagallis arvensis L.

La Mordigallina Anagallis arvensis L.

La Mordigallina Anagallis arvensis L.
La Mordigallina Anagallis arvensis L.

Potrebbe interessarti anche: La maggiorana, ovvero Martino e la felicità.

Non è una primula, sebbene appartenga alla famiglia botanica delle Primulacee.

Del resto, anche il glicine e la ginestra sono Faseolacee ma nessuno di noi si sognerebbe di chiamarle… fagioli!

E qui sorse l’evidente imbarazzo del traduttore: questa pianta è nota pure come anagallide, ma il suo nome più diffuso in Italia è il poco romantico mordigallina, che per il nostro dizionario è persino femminile.

Così, se avesse trasposto alla lettera il titolo del romanzo e degli altri volumi della saga, l’effetto sarebbe stato abbastanza esilarante:

La Mordigallina, La Mordigallina inafferrabile, La grande impresa della Mordigallina, La banda della Mordigallina, Il trionfo della Mordigallina…

Altro che eroe che salva gli innocenti dalla ghigliottina: al limite, avrebbe potuto essere un agreste ladro di polli!

E vi immaginate l’elegante figura di Leslie Howard, nell’omonimo film del 1934, corteggiare Merle Oberon nel ruolo di Mordigallina?

No, non era possibile proporre al pubblico una realtà tanto prosaica. Fu inventata la primula rossa – specie puramente letteraria – e qualcuno ormai la cita con questo nome assai più poetico anche su pubblicazioni di settore.

Lasciando sir Percy Blakeney alle avventurose pagine dei suoi libri, noi vorremmo parlarvi della mordigallina come facciamo di solito qui a CaffèBook, tra curiosità e virtù terapeutiche.

La Mordigallina

La Mordigallina
La Mordigallina

Potrebbe interessarti anche: Il cavolo, un concentrato di benessere.

Predilige un habitat asciutto, i terreni incolti e le dune di sabbia. È una piccola pianta annuale che difficilmente raggiunge i 30 centimetri d’altezza.

Il fusto è prostrato o ascendente e ha un aspetto ramoso.

Le foglie sono opposte, sessili, di forma ovata o lanceolata.

I fiori, che sbocciano tra maggio e ottobre, si presentano solitari: sono a cinque petali, caduchi, di un bel rosso mattone, anche se nell'Europa mediterranea non è rara la varietà phoenicea Scop. che li ha azzurri, con striature rosso violacee.

I fiori della Mordigallina Anagallis arvensis L. (phoenicea Scop)
I fiori della Mordigallina Anagallis arvensis L. (phoenicea Scop)

I semi, contenuti in una capsula globosa, sono minuti, numerosi e rugosi.

In barba agli inglesi, che l’hanno associata al loro eroe di cappa e spada, l’anagallide è assai diffusa in Irlanda, soprattutto nelle contee meridionali.

Il suo nome gaelico è rinn-rúisc (che si può tradurre come “stella volante” o come “stella cadente”: entrambe più suggestive della nostra mordigallina!) ma con tanta simpatia gli irlandesi le hanno attribuito anche dei curiosi soprannomi: poor man’s weatherglass (ovvero “clessidra del povero”), shepherd’s sundial (“meridiana del pastore”) e addirittura John-go-to-bed-at-noon (“John va a letto a mezzogiorno”). Questo perché i suoi fiori, ogni giorno, si aprono all'alba, verso le ore sette del mattino, e si richiudono prima delle due.

Le corolle si rinserrano anche quando sta per piovere, indicando ai contadini che è tempo di lasciare il lavoro nei campi e di tornare a casa.

La pianta della Mordigallina Anagallis arvensis L.: virtù e uso

La pianta della Mordigallina Anagallis arvensis L.
La pianta della Mordigallina Anagallis arvensis L.

Gli anziani sostengono che chi coltiva la mordigallina nell'orto acquista una sorta di sesto senso, forse perché questa non è un’erba comune. Non solo anticipa le cose prima che accadano ma sa andare controcorrente, nel senso letterale del temine.

Noi non abbiamo mai fatto l’esperimento, ma in Irlanda sono certi che se si getta una sua fronda in un corso d’acqua, essa non seguirà mai la corrente perché si muoverà in senso opposto.

Qualcuno, tra i verdi declivi dell’Isola di Smeraldo, forse vi citerà una breve strofa che fa il paio con quella di Emma Orczy:

No heart can think,
No tongue can tell
The virtues of the pimpernel.

Tuttavia, le virtù cui si fa riferimento restano alquanto misteriose perché, come droga medicinale, la mordigallina è ritenuta pericolosa, da usarsi con grandissima parsimonia e solo sotto stretto controllo medico.

Oltre a un enzima peptonizzante, la ciclamina e le sostanze tanniche, la presenza tra i principi attivi di due glucosidi saponinici, insieme con l’enzima corrispondente (primaverasi), ne sconsiglia l’uso interno (provoca diarrea, tremiti e incontinenza urinaria), sebbene in passato la medicina popolare l’abbia impiegata come buon espettorante, come diuretico, come depurativo e come sedativo dei disturbi nervosi.

Più interessante è l’uso esterno dell’anagallide:

grazie al fermento proteolitico contenuto in tutte le parti verdi della pianta, essa è un efficace antimicotico e cicatrizzante per piaghe (anche da decubito) e lesioni cutanee.

Queste si possono detergere con garze imbevute di succo fresco oppure di macerato vinoso, secondo la ricetta che ne diede Henry Leclerc, il medico francese che a cavallo tra Ottocento e Novecento fu il primo a introdurre il concetto scientifico di fitoterapia.

Si prende un etto e mezzo di mordigallina essiccata e sminuzzata e si versa in un litro di vino rosso.

Si fa macerare al sole in una bottiglia di vetro scuro per una quindicina di giorni, si filtra e si utilizza per lavaggi.

In seguito, le piaghe così deterse possono essere medicate con una pomata che è sempre Leclerc a suggerirci:

si mescolano 52 grammi di vaselina con 5 grammi di lanolina e con 3 grammi di estratto fluido di Anagallis.

Un rimedio del genere, con tutti i duelli e le imboscate che popolano i capitoli dei suoi romanzi storici, sarebbe di sicuro stato apprezzato anche dall'inafferrabile Primula Rossa.

Foto da Wikipedia. Elaborazioni CaffèBook.