Williamina Fleming

Williamina Fleming fu l'astronoma a capo delle “Harvard’s computers” di Pickering che diedero un fondamentale contributo alla classificazione stellare

L'astronomia è un settore particolarmente ostico per le donne perchè gli uomini l'hanno sempre considerata una materia troppo difficile per la mente femminile.

Tra il 1881 e il 1919, l'Osservatorio Astronomico di Harvard assunse, però, un'ottantina di donne al servizio del personale maschile per effettuare attività di catalogazione e complicati calcoli matematici a mano.

La prima di queste scienziate si chiamava Williamina Fleming e lavorava come domestica nella casa di Edward Pickering, direttore dell'Osservatorio.

Williamina Fleming, astronoma
Williamina Fleming, astronoma

Questi aveva notato che le fotografie delle stelle su lastre di vetro, prese attraverso un prisma, catturavano più dettagli di quanto l'occhio potesse vedere con un telescopio e decise l'ambizioso progetto di classificare l'universo per mezzo di tali immagini.

Si racconta che egli, insoddisfatto del lavoro degli assistenti, in un momento di rabbia avesse dichiarato che la sua cameriera scozzese avrebbe potuto fare di meglio e, informato dalla moglie delle grandi capacità che possedeva, la assunse per analizzare gli spettri stellari con una lente d'ingrandimento.

La Fleming si rivelò così precisa e capace che non solo Pickering ne confermò l'assunzione, ma assoldò altre donne di cui lei divenne la responsabile.

Ma chi era Williamina Fleming?

Nata a Dundee, in Scozia, il 15 maggio 1857, Williamina detta Mina frequentò le scuole pubbliche dimostrandosi una studentessa modello e diventando una pupil-teacher. Queste erano giovani studentesse brillanti che, nel Regno Unito di fine Ottocento, cominciavano l’apprendistato come insegnanti.

Dunque, a 14 anni, Mina insegnava nelle scuole primarie.

Si sposò giovanissima con un vedovo, James Fleming, con cui si trasferì a Boston, nello stato americano del Massachusetts, quando aveva 21 anni. Il marito, però, l’abbandonò un anno dopo, quando aspettava il primo figlio, Edward.
Per mantenersi, Mina dovette cercare un lavoro e lo trovò come domestica presso la casa di Pickering.

Il contributo della Fleming nella classificazione stellare si rivelò fondamentale.

La donna utilizzò la quantità di idrogeno riscontrata nello spettro per suddividerle; successivamente, Annie Jump Cannon implementò questo sistema tenendo conto della temperatura superficiale delle stelle.

Nel corso della carriera, Williamina Fleming ha esaminato più di 200.000 lastre fotografiche in vetro, attività che richiedeva grande precisione, dapprima per maneggiarle sui bordi e inserirle in supporti di legno senza lasciare impronte e, poi, per identificare le coordinate di centinaia di piccoli spettri sulla piastra che venivano etichettati con un numero di catalogo.

Mina classificò oltre 10.000 stelle, contribuendo alla compilazione della raccolta Henry Draper anche se il suo nome non figura tra gli autori. Inoltre, scoprì 59 nebulose, 10 novae e 222 stelle variabili.

Un astronomo inglese commentò che "molti colleghi sono giustamente orgogliosi di aver scoperto una stella variabile, ma la scoperta di 222 è un avvenimento che sfiora il miracoloso considerando il fatto che la Fleming non aveva ricevuto nessuna specifica istruzione in astronomia".

Nel 1888, analizzando una foto scattata dal fratello di Pickering, William, la donna scoprì la nebulosa chiamata Testa di Cavallo nella costellazione di Orione, fornendone le coordinate.

La nebulosa Testa di Cavallo individuata da Williamina Fleming

La Nebulosa Testa di Cavallo
La Nebulosa Testa di Cavallo

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Nel catalogo delle nebulose redatto da Dreyer, però, il nome della Fleming venne eliminato e la scoperta fu attribuita genericamente a Pickering senza specificare quale dei due fratelli. Era difficile accettare che una donna, ex-domestica, potesse esserne l'autrice e soltanto nella seconda edizione del catalogo il suo nome venne inserito; quando le capacità e le scoperte della Fleming non poterono più essere nascoste, si cominciò ad attribuirle un meritato riconoscimento.

Mina curava tutte le pubblicazioni edite dall’Osservatorio e il suo lavoro era così preciso che nel 1898 fu nominata Curatore delle fotografie astronomiche, incarico per la prima volta conferito a una donna.

Nel 1906, fu la prima americana eletta alla Royal Astronomical Society di Londra, poi borsista onoraria in astronomia al Wellesley College mentre la Società Astronomica del Messico le assegnò la medaglia di Guadalupe Almendaro per la scoperta di nuove stelle.

Nel 1910, pubblicò l'individuazione di quelle che furono chiamate ‘nane bianche’, stelle molto dense e calde che appaiono bianche o bluastre, ora considerate stelle in uno stadio finale della loro evoluzione.

Morì di polmonite a Boston il 21 maggio 1911, mentre ancora lavorava ad Harvard.

Williamina Fleming e le Harvard’s computers

Williamina Fleming e le Harvard’s computers
Williamina Fleming e le Harvard’s computers

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Annie Jump Cannon scrisse il suo necrologio descrivendola come una donna dalla personalità magnetica, disponibile con il prossimo e dai molti interessi.
Nonostante fosse a capo delle "Harvard’s computers" e Pickering riconoscesse la precisione e l'accuratezza del lavoro femminile, il suo salario, come quello delle altre scienziate, era la metà di quello percepito da un uomo. Questo permetteva, con lo stesso budget, di assumere il doppio del personale facendogli svolgere il lavoro più faticoso e monotono, con l'ulteriore vantaggio di ottenere risultati migliori.

Nonostante i riconoscimenti, Williamina Fleming si trovò, spesso, in difficoltà nel far quadrare i conti con la sua modesta retribuzione, dovendo anche mantenere il figlio Edward, peraltro senza che ciò intaccasse la sua dedizione alla causa scientifica.

Una passione che, sicuramente, le ha fornito lo stimolo per superare i numerosi problemi materiali e morali incontrati nel corso della vita.

Foto La Nebulosa Testa di Cavallo credit: APOD-Nasa CFHT, Coelum, MegaCam, J.-C. Cuillandre (CFHT) & G. A. Anselmi (Coelum). Foto Williamina Fleming: Wikipedia, Anindhea.