Tamara de Lempicka, la vita al limite della regina dell’Art déco
A Sotheby’s, dove l'arte ha un prezzo, già nel 2011, accanto ad un Egon Schiele (amato dagli estimatori dell'arte dei nostri giorni), un Marc Chagall ed un Picasso (un ritratto di Dora Maar) fece stupore la vendita di La Dormeuse del 1930 a 4 milioni di euro della regina dell’art déco Tamara de Lempicka.
D’altro canto che la pittrice polacca di origini russe fosse apprezzata dall’alta società moderna (ancor più di quella della sua epoca) trova facile conferma nelle prime scelte di investimento di Madonna, che di tendenze e moda se ne è sempre intesa molto. La Pop star collezionava i quadri di Frida Kahlo sin dagli anni '80, ipnotizzata dallo sguardo freddo dell'artista, accanto ai nudi geometrici di Tamara de Lempicka e, di certo, anche le opere di Francis Bacon e Salvador Dalí.
Tamara de Lempicka e l’alta società russa
Tamara de Lempicka era già sofisticata nella culla e, nata in una famiglia benestante, non le ci volle molto ad abituarsi al lusso.
Con l’altezzosa sufficienza di un’aristocratica mentiva non solo sulla sua età, ma anche sul suo luogo di nascita. Quando gli anni cominciarono a dare i primi segnali giunse a mentire anche su sua figlia, presentandola spessa come sorellina.
Però a Tamara de Lempicka, la "regina dell'Art déco", alla donna capace di condurre una vita così affascinante quanto al limite (non solo per l’epoca), si deve perdonare tutto per poter ammirare il suo lavoro e per poterlo capire.
Tamara de Lempicka, nasce a Varsavia (forse) come Maria Gurwik-Górska il 16 maggio 1898 e muore a Cuernavaca (Messico) il 18 marzo 1980 e fra queste due date una vita senza mezze misure.
Quello che ha reso per molti anni particolarmente attrattiva Tamara de Lempicka è stata la sua provenienza da quel mondo decadente della Russia zarista di cui era un'elegante, frivola e ricca protagonista.
La verità è che di questa donna eccentrica, vanitosa, bisessuale e dotata di una personalità travolgente ha saputo circondarsi di tanti misteri e dubbi da non lasciare certezza nemmeno della sua nascita avvenuta tra il 1895 e il 1900 (quella attribuita è solo la più probabile). Non è neppure chiaro se suo padre abbia divorziato da sua madre o si sia tolto la vita.
Tamara de Lempicka e la pittura
Tanto nell’infanzia come nell'adolescenza a Tamara non è mancata una buona educazione artistica e accademica tipica per chi apparteneva ad una classe sociale benestante, né le sono mancati i viaggi nella bella Europa.
Quella che di certo risulterà importante è l’esperienza vissuta in Italia con la nonna nell'inverno del 1911. A questo viaggio la pittrice attribuirà la scoperta della sua passione per l'arte e per i pittori rinascimentali.
A San Pietroburgo vive per un po’ di tempo con la zia Stefa Jansen e il marito Maurice Stifter.
Per la futura pittrice la coppia, molto ricca, rappresenta un facile accesso ai migliori ambienti della società russa.
In quella città, da cui partirà la odiata Rivoluzione d’ottobre, la giovane Tamara frequenta l'Accademia di Belle Arti e partecipa attivamente alla vita culturale.
Tamara e Tadeusz Lempicki
Assistendo a concerti e balli conosce Tadeusz Lempicki che sposa nel 1916 e dal quale ha una figlia Maria Krystyna, che chiama affettuosamente Kizette.
La rivoluzione russa si prende la vita del fratello e la libertà di Tadeusz imprigionato dai bolscevichi che lo considerano una spia. Il coraggio, la determinazione e di certo anche l'amore di Tamara de Lempicka per il marito entrano in azione. Con l’aiuto di un console svedese e un diplomatico siamese (col quale pare avesse avuto una breve avventura extraconiugale) riesce ad ottenerne la liberazione.
Sono liberi, sono insieme, ma dispongono di poco denaro e solo di alcuni gioielli e sono costretti a scappare a Parigi.
La capitale francese, in piena ebollizione creativa, fra il 1917 e il 1920, era diventato un luogo privilegiato dai nobili russi in fuga dalla rivoluzione. La Russia dei Romanov, di Rasputin, di Guerra e Pace, del samovar e degli ufficiali dell’armata non esiste più.
In migliaia vi cercavano scampo alla violenza bolscevica e fra questi molti filosofi, poeti e artisti, tutti costretti a reinventare la propria vita e a ricominciare da zero. Alcuni, i più fortunati, avrebbero raggiunto addirittura la fama mondiale, altri, la stragrande maggioranza, sarebbero morti fra povertà, fame e un muro di immeritato disprezzo.
La famiglia Lempicki vive relativamente male in quei primi anni di esilio. Tadeusz si rifiuta di lavorare considerandosi ancore ricco, così è Adrienne, sorella di Tamara e futuro architetto, a incoraggiarla a sviluppare il suo talento nella pittura.
Tamara de Lempicka e l’art déco
Il decennio degli anni '20 per Tamara è un crescendo di impegno artistico, soddisfazioni economiche e mostre in cui il suo nome diventa sempre più importante.
Sa muoversi nella ricca borghesia e tra i ricchi uomini d'affari ed ottenere ammirazione e commissioni.
Dipinge più di 12 ore al giorno e guadagna molto, ma alle lodi si mescolano le critiche sui suoi lavori che li indicano come lascivi ed eseguiti con uno stile banale.
Nel 1925 in occasione della Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes di Parigi, Tamara De Lempicka dipinge 28 opere in sei mesi, ma da quel momento il suo nome è sinonimo di Art déco, quando è inteso al femminile.
Tuttavia, i buoni risultati artistici non corrispondono alla felicità vita.
Una vita bohémien, una vita al limite
La vita bohémien e mondana che conduce parallelamente non è solo piena di lusso e stravaganze, ma include la droga e il sesso con altri uomini e donne. I disaccordi fra Tadeusz e Tamara si fanno più profondi con il marito che non sopporta di vederla tornare al mattino dopo aver passato la serata in qualche locale ambiguo. Ancor meno sembra pesare nella vita della pittrice la figlia Kizette.
Sono di questo periodo anche gli incontri con Joyce, Cocteau, Coco Chanel, Thornton Wilder, Poiret, Isadora Duncan, Colette, Gide...
Tadeusz, che nel frattempo, quasi costretto, ha cominciato a lavorare, in un viaggio conosce e si innamora di Irene Spiess, sarà la fine del loro matrimonio. Tamara implora il marito di tornare a casa, ma alla fine divorziano.
In quel decennio ci sono lunghe notti parigine in cui accade di tutto. Ci sono gli incontri fra amore, sesso e pazzie come quello con Marinetti, col quale progetta di dar fuoco al Louvre o con Rafaela, la modella di La tunique rose... La belle Rafaela.
Ma ci sono anche i viaggi in Italia, di studio come di incontri... con D’annunzio un’avventura che, per alcuni, avrà il suo peso nel divorzio.
Lo stile di vita di Tamara è molto lontano dalle norme sociali comunemente accettate negli anni fra le due guerre. La pittrice non si cura neppure di nasconde né l’uso di droghe (allora poco considerato dalla legge) né i suoi molti amori con uomini e donne, (tanto veri che inventati).
Il matrimonio col barone Raoulf Kuffner e gli ultimi anni
Tamara de Lempicka, dopo un periodo di grandi soddisfazioni artistiche non privo di momenti di depressione personale si risposa nel 1934 con il barone Raoulf Kuffner.
All'inizio della seconda guerra mondiale la sua origine ebraica consigliano a Tamara, e sua figlia, di trasferirsi in America, dove aveva già passato lunghi periodi.
L'artista diventa ben presto famosa tra la borghesia di New York ed espone in diverse gallerie americane ed europee.
Il suo fascino è irresistibile negli Stati Uniti e il matrimonio con il barone è improntato alla massima libertà così non sono rare le feste volte anche a pubblicizzarla come artista di successo e nell’alta società. Millanta, ma forse alcune sono vere, amicizie con Greta Garbo, Rita Hayworth e Orson Welles, tra gli altri.
È certo che ottiene un grande rispetto nel mondo di Hollywood, ma dura solo fino al dopoguerra quando si cominciano ad apprezzare altri stili come il surrealismo e arte astratta.
Pur con un tentativo di adeguarsi alle nuove tendenze, lentamente il nome di Tamara de Lempicka finisce per essere dimenticato.
Nel 1962, il marito muore, così decide di trasferirsi a Cuernavaca, in Messico, con la figlia fino alla fine dei suoi giorni.
Il 18 marzo del 1980, a 81 anni, secondo il suo certificato di nascita, Tamara de Lempicka muore nel sonno. La figlia Kizette, realizza il desiderio di sua madre e a bordo di un elicottero getta le sue ceneri nel cratere del vulcano Popocatépetl.
Tamara de Lempicka è stata una pittrice eccezionale nel suo miglior momento e una donna che riuscì a fare della propria vita un'altra opera d'arte degna di un romanzo... russo.