Facciamo un po’ di chiarezza: cosa è il diabete?
Se ne sentono e leggono davvero di tutti i colori… con questo articolo vorrei fare pura e semplice corretta informazione.
Diabete è un termine generale utilizzato per identificare un gruppo di disordini metabolici caratterizzati da iperglicemia cronica, cioè elevati livelli di zucchero (glucosio) nel sangue.
L’iperglicemia è causata da deficit della secrezione e/o dell'efficacia dell'insulina, ovvero il pancreas non produce più insulina o quella che produce è troppo scarsa o ha scarsi effetti.
Il diabete, come confermato anche dai nostri recenti standard italiani (AMD, SID, 2018), può essere classificato in due gruppi principali:
Diabete di Tipo 1 e sottotipo LADA (Latent Autoimmune Diabetes of Adults, ovvero Diabete di Tipo 1 a lento esordio) ad eziologia autoimmune
e Diabete di Tipo 2 ad eziologia non autoimmune.
Tutti gli altri disordini metabolici caratterizzati da iperglicemia sono classificati in categorie speciali di diabete:
- Diabete Gestazionale,
- il Diabete Monogenico,
- Diabete indotto da farmaci
- e Diabete correlato ad altre patologie (ad es. fibrosi cistica, HIV, epatite C, sindrome dell'ovaio policistico, ecc)
- e, infine, Diabete postchirurgico (ad es. post-pancreasectomia).
Il diabete mellito di tipo 1 autoimmune, precedentemente chiamato diabete insulino-dipendente o diabete giovanile, è dovuto alla distruzione della β-cellula pancreatica, responsabile della produzione di insulina, da parte di auto-anticorpi che agiscono in modalità anomala, contro cellule proprie.
La causa del processo autoimmune alla base del Diabete di tipo 1 è ancora sconosciuta.
La produzione di insulina a seguito della distruzione delle β-cellule del pancreas è estremamente compromessa e richiede infatti una terapia insulinica intensiva con somministrazione sottocutanea di insulina.
Il diabete di tipo 1 si manifesta più frequentemente in bambini e adolescenti ma può manifestarsi anche in soggetti adulti e fino all'ottava-nona decade di vita.
Tipicamente all'esordio i soggetti non sono in stato di obesità, infatti quest’ultima condizione non è correlata strettamente al diabete di tipo 1.
Spesso il diabete di tipo 1 è correlato a malattie autoimmuni come morbo di Addison, vitiligine, morbo celiaco, tiroidite di Hashimoto, epatite autoimmune, miastenia grave e anemia perniciosa. (ADA, 2015 e AMD-SID 2018)
Il sottotipo LADA (Latent Autoimmune Diabetes of Adults), ovvero Diabete Mellito Autoimmune a lento esordio, è tipico dell'età adulta ed è caratterizzato da una lenta e progressiva perdita della funzione β-cellulare.
Ad oggi non è possibile prevedere e prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 1.
Il diabete di Tipo 2, precedentemente chiamato diabete non-insulino dipendente o diabete dell'adulto, comprende circa il 90% dei malati di diabete.
È caratterizzato da insulino resistenza associata a deficit relativo o assoluto della produzione di insulina, quindi l’insulina viene prodotta ma in quantità insufficiente oppure questa insulina non è abbastanza efficace.
Molto spesso il diabete di tipo 2 viene diagnosticato dopo diversi anni in quanto i sintomi non si manifestano immediatamente o in modo evidente e l'iperglicemia si sviluppa lentamente.
Le cause di questo tipo di diabete possono essere molteplici ma, anche se non c'è una causa specifica, è certo che non è dovuto a distruzione immuno-mediata della β-cellula pancreatica.
Essendo il diabete di tipo 2 una patologia multifattoriale, ovvero dovuta a interazione tra geni e ambiente, le cause comprendono fattori ambientali (nutrizione e stile di vita, obesità addominale e sindrome metabolica, ambiente uterino, fattori chimici ambientali, il microbioma intestinale) e fattori genetici.
In questo caso è possibile fare prevenzione: modificare i fattori di rischio ambientali può portare notevoli benefici in termini di salute.
Gli interventi preventivi del diabete di tipo 2 riguardano in particolare lo stile di vita:
attività fisica, dieta e raggiungimento/mantenimento di un peso corretto.
Oggi, l'inattività fisica è considerata uno dei maggiori problemi di salute pubblica nel mondo ed è dimostrato che l'attività fisica può contribuire alla riduzione del 30-50% dello sviluppo di diabete di tipo 2
Nel contempo, i fattori dietetici che possono aumentare il rischio di diabete sono:
- Consumo di quantità eccessive di cereali raffinati,
- Consumo di bevande zuccherate e zuccheri semplici,
- Il consumo di carne rossa e carni processate,
- Consumo di alcol superiore alle quantità raccomandate dalle linee guida,
- Scarse quantità di fibre alimentari nella dieta,
- Presenza di elevate quantità di grassi trans e saturi nella dieta;
mentre risultano protettivi verso lo sviluppo del diabete:
- Consumo controllato di cereali integrali,
- Consumo di legumi,
- Il consumo di frutta oleosa (noci, mandorle, ecc),
- Consumo regolare di verdura,
- Consumo di latticini magri;
indipendentemente dal peso corporeo e dall'attività fisica.
Nell'ottica di uno stile di vita sano il raggiungimento e/o mantenimento di un peso corporeo ottimale (calcolato in base all'altezza, al sesso e all'età) permette di fare prevenzione per molte patologie tra cui il diabete di tipo 2.
Il sovrappeso e l’obesità sono i fattori di rischio più importanti per lo sviluppo di diabete di tipo 2, infatti sono strettamente correlati alla dieta e all'attività fisica.
Essi rappresentano il risultato di uno squilibrio tra intake calorico e dispendio energetico totale.
La riduzione del peso può avere effetti notevoli sull'incidenza del diabete: ogni chilogrammo di perdita di peso è correlato con una riduzione del 16% nello sviluppo di diabete di tipo 2.
La terapia medica nutrizionale è una componente fondamentale della terapia del diabete e le persone affette da alterazioni glicemiche o diabete devono ricevere da personale specializzato in ambito diabetologico delle indicazioni dietetiche specifiche e personalizzate.
Oltre che nella prevenzione, il calo di peso è fortemente raccomandato anche in corso di malattia per tutti i soggetti in sovrappeso od obesi.
Per ottenere il calo di peso e mantenere i risultati ottenuti è necessario modificare lo stile di vita intervenendo su dieta e attività fisica attraverso regimi dietetici non drastici che permettono un calo di peso lento ma progressivo e duraturo.
Per il dimagrimento sono indicate sia una dieta a basso contenuto di grassi e calorie, sia una dieta a ridotto contenuto di carboidrati, sia la dieta mediterranea ricca in fibre e alimenti di origine vegetale.
Al momento AMD e SID non hanno riconosciuto utili sul lungo termine diete con contenuto di carboidrati inferiore a 130g/die.
La dieta di una persona diabetica non si discosta da quella che dovrebbe avere anche una persona sana:
a questo proposito è bene citare le Linee Guida per una sana alimentazione italiana:
- Controlla il peso e mantieniti attivo
Come già detto, per prevenire molte patologie, tra cui anche il diabete, è essenziale avere uno stile di vita attivo; - Più cereali, legumi, ortaggi e frutta
Consumare almeno 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura, consumare cereali integrali e legumi come alternativa al piatto proteico permette di coprire il fabbisogno di fibre e carboidrati a basso indice glicemico. - Grassi: scegli la qualità e limita la quantità
Non tutti i grassi vengono per nuocere… purché siano di buona qualità ( ad esempio olio extravergine di oliva, oli vegetali monoseme solo a crudo, frutta oleosa, ecc) e in piccole quantità. - Zuccheri, dolci, bevande zuccherate: nei giusti limiti
Gli zuccheri semplici sono presenti in moltissimi cibi e bevande, infatti è necessario prestare attenzione alla quantità totale di questi cibi introdotta nella dieta che non dovrebbe superare il 10% della quota calorica totale giornaliera, tenendo conto anche della frutta! -
Bevi ogni giorno acqua in abbondanza
Un organismo per “funzionare” correttamente deve essere ben idratato, per questo motivo è fondamentale assumere liquidi per reintegrare tutte le perdite fisiologiche nella misura di almeno 1,5-2 Litri di acqua.
- Il Sale? Meglio poco
Attenzione a cucinare con poco sale e a ridurre i cibi che ne sono ricchi come salumi e insaccati, formaggi stagionati, snack e prodotti in scatola. - Bevande alcoliche: se sì, solo in quantità controllata
Devono evitare assolutamente gli alcolici le persone con età inferiore ai 18 anni, le donne in stato di gravidanza e le persone con patologie del sistema digerente. Vanno sempre limitate anche nelle persone sane e le quantità massime raccomandate sono di un bicchiere a pasto per l’uomo e mezzo bicchiere a pasto per la donna. - Varia spesso le tue scelte a tavola
Avere un’alimentazione varia permette di evitare carenze alimentari! - Consigli speciali per persone speciali
Bambini e adolescenti vanno educati a una corretta alimentazione partendo dalla famiglia e dalla realtà scolastica per ridurre i fattori di rischio per malattie causate da una cattiva alimentazione. Le persone che hanno delle patologie, come ad esempio il diabete, devono seguire con molta attenzione questi consigli. - La sicurezza dei tuoi cibi dipende anche da te
La lettura delle etichette dei prodotti alimentari è alla base della sicurezza alimentare. È inoltre importante prestare attenzione ai metodi di cottura, preparazione e conservazione degli alimenti.
Bibliografia e Sitografia
American Diabetes Association (ADA). Classification and Diagnosis of Diabetes. Diabetes Care 2015; 38 (Suppl. 1): S8–S16
Associazione Medici Diabetologi (AMD) – Società Italiana di Diabetologia (SID). Standard Italiani per la cura del diabete 2018
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Bonora E., Brangani C, Pichiri I. Obesità addominale e diabete. G Ital Cardiol 2008; 9 (Suppl 1-4): 40S-53S
Kolb H. and Martin S. Environmental/lifestyle factors in the pathogenesis and prevention of type 2 diabetes. BMC Medicine 2017, 15:131
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