Dran la libertà di esprimere l’inatteso
Le sue inquadrature sull'argomento rivelano una raffigurazione leggera come un cartone mentre il messaggio conserva tutto il suo peso cosi si potrebbe riassumere l’arte di Dran.
Dran, il Banksy francese, un punto di vista diverso
È ormai ampiamente noto al mondo della street art, e ai collezionisti, come il "Banksy francese", una definizione che se da un lato può lusingare, dall'altro vorrebbe già limitarlo ad una copia dell’originale.
Ma lo stile di Dran è unico, anche se ha di certo in comune con il famoso street artist inglese l’interesse per i temi sociali e una certa attenzione alla propria privacy.
Il poco che ha lasciato trapelare sulla sua vita privata racconta che è nato a Tolosa nel 1979 e che ha iniziato ad esprimersi artisticamente in giovane età, copiando immagini dai fumetti che leggeva.
Il passo successivo è quello di ogni artista di street art quando ha cominciato a sperimentare le sue idee sui muri delle strade all'età di 13 anni.
In una dichiarazione frequentemente riportata racconta che suo padre voleva che lavorasse con lui nella costruzione ma poiché aveva le braccia troppo deboli per usare il martello decise di dedicarsi al disegno.
Ha cominciato a ricercare un suo stile mentre frequentava la Scuola di Belle Arti di Tolosa cosa che lo ha distinto subito dalla gran parte dei suoi coetanei.
Ha poi perfezionato la sua tecnica utilizzando vari mezzi che includevano illustrazioni, graffiti, disegno, pittura, stencil, serigrafia e fotografia.
È membro del gruppo Da Mental Vaporz e, allo stesso tempo, un formidabile artista a sé stante tanto che Dran è ormai una figura notevole della street art francese.
Con i migliori street artist ha in comune anche l’attenzione delle gallerie d’arte e, con questo “nuovo mezzo” per far conoscere l’arte che è il web, vediamo le sue opere partire da Tolosa e dalla Francia per raggiungere tutto il mondo.
Così troviamo nei siti di gallerie rinomate il nome di Dran abbinato non solo a quello di Banksy ma anche quelli di Ben Eine, Blek Le Rat, Shepard Fairey (anche chiamato Obey), Borondo, Faith47 sapientemente proposti con nomi di risonanza globale come Ai Weiwei se non addirittura con gli ormai “classici” Roy Lichtenstein, Jean-Michel Basquiat o Keith Haring.
Ma torniamo alla sua tecnica che lo porta ad affrontare l’argomento con un’ esecuzione stravagante e fumettistica.
I suoi disegni inquadrano il soggetto in un modo inatteso e sembrano una vignetta estratta da una striscia di cui si può immaginare il prima e il dopo ormai non necessari perché sapientemente condensati.
Le invitanti illustrazioni di Dran emanano da un lato un sentimento innocente che ci raggiunge al primo sguardo ma poi ci si rende conto che la narrazione corre in tutt'altra direzione.
È un umorismo oscuro, un’ironia che critica la società contemporanea, critica la cultura moderna e serve allo spettatore tutti i suoi numerosi difetti.
Affronta ampiamente i temi dell'aumento dei matrimoni falliti nell'era moderna, dell'incapacità di connettersi tra coloro che condividono lo stesso letto, ma non trascura anche alcune questioni più ampie e coinvolgenti come la globalizzazione della distruzione ambientale a favore della produzione, la corsa assurda del sovra-consumo e il tema dei rifiuti.
Dran e la libertà dei bambini
Un'altra preoccupazione che incontriamo di frequente ricorrendo la sua arte è la libertà di espressione.
È l'oppressione della creatività e dell'arte in generale ma più ancora quella che circonda i bambini che sono naturalmente fantasiosi, ma sempre più limitati ed “educati” nei loro pensieri.
Descrivendo tutti questi problemi attraverso figure infantili nei suoi lavori, Dran ammira e si relaziona alla loro innocente fuga attraverso il gioco e il sogno.
Foto Spencer Hickman, Dr Case, Marie Aschehoug-Clauteaux