Il consumismo, la pubblicità e l’impegno per l’ambiente.

Parlando con le persone ascolto episodi della vita quotidiana che accomunano.

C'è chi si lamenta che gli stivali acquistati durino una sola stagione o racconti controvoglia di dover cambiare l'auto prima che si svaluti e perda valore perché dopo solo due anni escono versioni che, modificando piccoli particolari esterni, rendono il modello "vecchio".

Per non parlare dei prodotti elettronici in cui le riparazioni sono più care dell'acquisto di un nuovo apparecchio. Sostituire il vetro scheggiato di un cellulare costa più del cellulare stesso.

Ci troviamo tra le mani vetture in cui periodicamente le spie segnalano problemi che necessitano interventi, obbligandoci a visite in officina anche solo per cambiare una lampadina che brucia dopo pochi mesi.

Componenti elettronici facilmente deteriorabili o costruiti con materiali di non elevato valore provocano questi effetti e ormai vengono inseriti ovunque.

Come mai?
Quando, negli anni Sessanta, il boom economico portò allo sviluppo delle grandi industrie italiane, alla base c'erano realtà artigianali in cui passione e inventiva permisero a fasce sempre più ampie di consumatori di accedere alla qualità delle loro opere.

I prodotti erano costosi ma resistenti nel tempo.

ambiente e consumismo 2Automobili ed elettrodomestici erano costruiti per fornire un aiuto duraturo: mia madre ha ancora in cantina un frigorifero di quel periodo perfettamente funzionante.

Ora accade che la vita di questi strumenti diminuisca sempre più rapidamente:

mandiamo sonde su Marte e non siamo in grado di costruire una lavastoviglie che funzioni per più di tre anni?

L'impressione è che all'inizio ci fosse la volontà dell'artigiano di dar vita a un prodotto che lo rappresentasse portandone il nome, come l'orgoglio di essere artefice di un bene di qualità.

Poi l'ingrandimento dell'attività, la perdita della dimensione artigianale, la concorrenza spietata e la volontà di catturare acquirenti o clienti con redditi più bassi ha spinto a ridurre prezzo e qualità.

Soprattutto i produttori si sono resi conto che un bene eccessivamente durevole era dannoso per i loro affari.

Quindi si cerca, anche con l'ausilio della pubblicità, di generare gusti e necessità per creare il desiderio di possedere qualcosa di nuovo, anche se non indispensabile, con cui sostituire oggetti ancora funzionanti, mentre la tecnologia pianifica elementi dalla durata limitata.

Serge Latouche è un economista e filosofo francese che sostiene che la società consumistica sia sorretta da tre principi fondamentali:

l'obsolescenza programmata, la pubblicità e il credito.

La pubblicità crea modelli e instilla bisogni, la banca finanzia, le tecniche di produzione e la bassa qualità dei materiali avviano un meccanismo che permette di sfornare beni dalla vita breve.

Un sistema che non tiene conto delle conseguenze, quali la grande produzione di rifiuti spesso tossici e difficili da smaltire che si cerca di esportare nei paesi del Terzo Mondo oppure lo sfruttamento selvaggio delle risorse del pianeta.

La spinta al consumo viene esercitata anche nei confronti degli alimenti.

Si inventano sempre nuove tipologie, varietà, gusti, ma alla fine si mangia troppo e male:

non è un caso che i maggiori problemi di carattere medico della società occidentale siano costituiti da obesità e malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.

Molto cibo viene gettato perché se ne produce troppo.

La necessità di vendere induce a cercare ingredienti a basso costo per essere competitivi, come ad esempio gli oli tropicali utilizzati anche nell'industria cosmetica che hanno un elevato impatto ambientale.

Le persone si perdono in diatribe sulla nocività di un grasso rispetto a un altro senza comprendere che il problema non si risolve sostituendo un olio con un altro, ma imparando a consumare e a mangiare meno per guadagnare in salute personale e ambientale.

Bisogna chiedersi se certi cibi sono indispensabili, al di là degli ingredienti usati, e se non sia opportuno ridurne il numero, aumentando qualità e prezzo per contemperare gli interessi di consumatori e produttori.

La pubblicità offre immagini patinate e non sempre realistiche.

Per reclamizzare un ragù, una pasta ripiena o delle lasagne si utilizzano volti sorridenti e rassicuranti che ne declamano la preparazione con attenzioni da amorevole massaia per poi scoprire la presenza di carne equina non dichiarata in etichetta.

La casa automobilistica Volkswagen ha manipolato le procedure dei test relative alle emissioni di NOx, gli ossidi di azoto, per dimostrare di produrre modelli ecologici che in realtà sforavano i limiti consentiti.

Eppure la reazione degli organi che dovrebbero indicare le normative da rispettare è stata disarmante poiché a febbraio 2016 il Parlamento Europeo ha raddoppiato i parametri di emissione di NOx risolvendo così l'imbarazzo.

Un po' quello che accade con la presenza di alcune sostanze nelle acque che escono dal rubinetto, come l'atrazina o altri pesticidi.

Invece di sanzionare il comportamento che infrange le norme e agire sul contenimento del problema, s'innalza la percentuale di sostanze nocive che possono essere presenti nell'acqua infischiandosene della salute pubblica.

Nel 1993 la contaminazione delle acque potabili di una cittadina dello stato americano della California ha originato un caso divenuto famoso.

Erin Brockovich era la segretaria di un avvocato americano che aveva intentato una causa contro la Pacific Gas & Eletric per conto delle famiglie di un paese in cui alcuni componenti si erano ammalati di leucemia e tumori. 

Erin Brockovich

Erin riuscì a convincere più di seicento cittadini a non accettare i risarcimenti offerti dalla società ma a insistere nell'azione legale, procurandosi le prove che la Pacific aveva contaminato le falde acquifere con cromo esavalente invece di smaltirlo correttamente.

Lo studio legale in cui la donna lavorava ha ottenuto il più grande risarcimento nella storia degli U.S.A., circa 333 milioni di dollari.

Questa storia, raccontata in un film di cui è protagonista Julia Roberts, rende in maniera cruda l'atteggiamento delle grandi imprese produttrici che detengono il potere economico nei diversi settori:

il profitto è il loro obiettivo primario e, talvolta, per ridurre i costi, minimizzano rischi o li negano, trattando il consumatore come una pedina inanimata.

Serge Latouche elenca tre elementi alla base del sistema consumistico ma credo che ne sottintendesse uno fondamentale: l'avidità.

Non solo i beni vengono visti come mezzi per realizzare una funzione, esaurita la quale sono gettati per essere sostituiti con altri, ma anche persone, animali e ambiente sono considerati meri oggetti.

Non ci si accontenta di un giusto guadagno e del relativo benessere ma si vuole ottenere sempre di più, senza preoccuparsi se la propria azione calpesta gli altri o provoca sofferenze.

Erin Brockovich avrebbe potuto vivere di rendita con quanto ricavato nella causa della Pacific Gas & Eletric invece ha creato la Brockovich Research & Consulting che riceve richieste da ogni parte del mondo, impegnandosi in particolar modo su casi di contaminazione delle falde acquifere in numerosi stati americani, in Australia e in altre nazioni.

Forse perché Erin ha parlato con persone malate e i loro familiari, vivendo dolori e sgomento per una situazione terribile subita senza alcuna colpa e ha deciso di aiutarle mettendo al loro servizio la propria esperienza e volontà.

Il recentissimo terremoto che ha devastato Norcia e le zone limitrofe ha fatto agire un industriale controcorrente, Brunello Cucinelli, che ha annunciato di voler restaurare a proprie spese il monastero di San Benedetto da Norcia.

Come Erin Brockovich anche lui è partito dal basso: figlio di un operaio ha realizzato un impero nel settore del cachemire.

Memore delle sofferenze lavorative del padre, ha deciso che nella sua impresa il profitto debba essere realizzato con etica, sostenendo che occorra investirlo in parte a beneficio della collettività.

Basilica di San Benedetto a Norcia

 

Per questo ha restaurato l'antico borgo di Solomeo, nei pressi di Perugia, dove Cucinelli vive e ha sede la sua attività, costruendo un teatro, un anfiteatro, una biblioteca e un'accademia formativa per promuovere la cultura tra i giovani.

Per creare valori e costruire una società migliore occorre educare e trasmettere quei valori, soprattutto ai giovani.

A dicembre 2012 i dipendenti si sono trovati una gratifica extra in busta paga perché Cucinelli ha diviso con loro gli utili dell'azienda.

Inoltre non chiede straordinari perché ritiene che l'uomo, per conservare energia creativa, abbia bisogno di riposo e altre attività al di fuori del lavoro che non devono pertanto essere sacrificate.

Brunello Cucinelli crede che chi occupa un ruolo rilevante nella società abbia il dovere di preservare la bellezza dei luoghi per diffondere armonia e ben disporre le persone che in tale condizione possono essere ispirate nelle attività che svolgono:

vivere rispettando la natura e gli altri consente di stare bene e di rendere al meglio, realizzando e sentendosi realizzati, generando un clima sociale positivo.

Per l'imprenditore umbro l'uomo non deve considerarsi padrone del creato ma suo custode e protettore, con la responsabilità di restituirlo al futuro e alle generazioni che seguiranno.

Un'ottima spiegazione del concetto di sostenibilità, sbandierato spesso in maniera scorretta.

La bellezza del mondo, delle produzioni artistiche umane e della sfera creativa riflette la bellezza dell'anima.

Per Brunello la Basilica di San Benedetto da Norcia è un luogo speciale per l'anima che occorre recuperare al più presto per non perdere la spiritualità e l'amore che emana, stimola e accresce.

Lo spirito deve essere nutrito con un cibo speciale che si chiama consapevolezza, empatia e responsabilità se il genere umano vuole vivere con dignità e in armonia con l'intero creato.

Ho letto le dichiarazioni di Josè Mujica, l'80enne ex presidente dell'Uruguay in pensione da un mese, che ha trascorso quindici anni in prigione, di cui dieci in una cella di isolamento, durante la dittatura militare del 1973.

"Appartengo a una generazione che ha voluto cambiare il mondo, ma che ha commesso il terribile errore di non volere cambiare prima se stessa".

La prigione l'ha costretto a pensare e a comprendere che la vita è un istante breve che va vissuto al meglio: una delle sue letture preferite è il filosofo romano Seneca che sosteneva che non fosse povero chi aveva poco bensì chi desiderava molto.

Mujica ora viaggia per esporre il suo pensiero di critica nei confronti dell'economia di mercato basata su un sistema di crescita fondato sul consumismo.


"Io lotto contro l'idea che la felicità stia nella capacità di comprare cose nuove. Non siamo venuti al mondo solo per lavorare e per comprare".

Articolo Paola Iotti Il consumismo, la pubblicità e l’impegno per l’ambiente.

 

Economia Globalizzata, agrumi e olio di oliva

 

I levrieri spagnoli e la società dell’usa e getta.

(foto Eva Rinaldi di Erin Brockovich su wikipedia rete. comuni-italiani.it, articolo21. org, saeka. si)