Remedios Varo, biografia di una sognatrice
[vc_row][vc_column width="2/3"][vc_column_text]Il nome della pittrice Remedios Varo è legato al movimento surrealista, l’avanguardia ispirata da André Bretón suo maestro e amico, che dopo il suo soggiorno a Parigi portò in Messico, traducendolo con la sua sensibilità e genialità artistica.
La sua tarda ma intensa attività, durante l'esilio nel paese ispano-americano, permise al surrealismo, la cui prospettiva includeva dimensioni psicologiche freudiane, di distinguersi fra le opere plastiche dell'epoca.
Questo consentì a Remedios Varo di raggiungere il prestigio internazionale e alla sua visione surrealista di essere inconfondibile nel panorama artistico degli anni '50.
Remedios Varo, i viaggi di una sognatrice
Nel secondo decennio del secolo scorso, una ragazza dagli occhi a mandorla come un gatto e uno sguardo curioso ammirava un manoscritto con immagini.
L’affascinavano in particolare delle immagini del medioevo le visioni di Hildegarda de Bingen (artista ed erudita dell'XI secolo), come i disegni di Ende (sul Beato de Gerona) la prima donna artista, probabilmente una monaca, che firmò delle miniature nella storia dell’Europa occidentale.
È così, forse, che una ragazza sognò il suo futuro d’artista.
Il suo nome era Remedios Varo ed era nata per caso in Catalogna (Anglés, Gerona), il 16 Dicembre 1908, mentre i suoi genitori (padre andaluso, Rodrigo Varo e Zejalvo, e di una madre basca Ignacia Uranga e Bergareche) vi si trovavano per motivi di lavoro.
Molto presto la piccola Remedios sogna e disegna. Pensa ai viaggi e agli andirivieni di una casa governata dai trasferimenti richiesti dalla professione del padre.
La famiglia si trasferisce ad Algeciras, nel sud della Spagna, poi a Larache (Marocco) ed infine sono a Madrid.
Sono gli stessi viaggi che Varo farà fare ai personaggi che dipinge, percorsi che hanno il sapore profetico. Però deve essere questo il destino dei visionari, quelli capaci di trasformare l'ordinario, un viaggio di lavoro, nello straordinario di un’opera.
Remedios Varo disegna fin dall'infanzia mentre riceve un’educazione liberale.
Impara a disegnare tessuti e vestiti con un padre capace di infonderle anche una passione per la natura, la scienza e la fotografia, con il regalo molto amato di una macchina fotografica.
A metà degli anni venti entrò nell'Accademia di San Fernando a Madrid (una delle prime donne ad accedervi), dove conobbe Gerardo Lizárraga, uomo dal forte impegno per la Repubblica.
Lì, fra tertulias y vivencias, conobbe nella residenza studentesca artisti come García Lorca e Salvador Dalí.
Sposò Gerardo Lizárraga nel 1930 era la libertà che avveniva, paradossalmente, con un matrimonio: così doveva essere allora anche per una giovane donna di una famiglia liberale.
Insieme a Lizárraga andò a Parigi, incontrando e facendo suoi gli ideali d'avanguardia del surrealismo di André Bretón.
Tornata in Spagna si stabilì nella città più surrealista della penisola iberica, a Barcellona, dove iniziò una relazione d'amore con l'artista Esteban Francés: la sua prima rottura con i severi codici morali del tempo.
Remedios Varo, il surrealismo e il cadavere squisito berrà il vino nuovo
In quegli anni, e insieme a Frances e al canario Óscar Domínguez, Varo intraprese un percorso apertamente surrealista.
I cadaveri squisiti sono un gioco in cui ogni giocatore scrive o disegna una parte del testo o della figura senza tener conto dell'esecuzione per il resto dei partecipanti. Il risultato è una composizione che conserva il carattere collettivo e casuale del lavoro.
Il nome deriva da quella che si ritiene la prima composizione fatta dai surrealisti: il cadavere squisito berrà il vino nuovo (Le cadavre exquis boira le vin nouveau).
Lo scrittore e artista Marcel Jean avrebbe descritto Remedios Varo, nel 1935, così: "Appena dipingeva, disegnavamo un po' e passavamo molto tempo a fare cadaveri squisiti insieme".
Condivideva lo studio con il pittore surrealista Esteban Francés con il quale aveva frequentato il circolo surrealista di André Breton.
A Barcellona, anche con Óscar Domínguez e Marcel Jean, crearono dei preziosi “cadaveri squisiti”, disegni collettivi che come per le parole, erano iniziati da un partecipante al gioco, coperti e continuati dal giocatore successivo: i risultati furono sorprendenti.
Remedios Varo, una donna determinata
Però Remedios Varo era tutt'altro che sottomessa, anche per gli ambienti surrealisti.
Quando si innamorò del poeta Benjamin Péret, che aveva conosciuto a Barcellona dove era arrivato tra i primi stranieri disposti a difendere la Repubblica, affrontò con lui le difficoltà della Guerra Civile.
Con lui condivideva la vita: "Non era facile vivere di pittura a Parigi” avrebbe poi raccontato di quel periodo. ”Ho avuto molte specialità... Traducevo conferenze per latinoamericani ". Tra queste specialità, affermò anche di aver realizzato falsi dipinti di Giorgio de Chirico e persino dei restauri.
Forse furono queste sue molteplici occupazioni per guadagnarsi da vivere la causa che la portarono ad iniziare a dipingere molto tardi.
Remedios Varo lasciò, involontariamente, un'eredità femminista costruendo, anche senza un’azione esplicita, nella coscienza del tempo un forte personalità femminile ed entrando a far parte del grande contesto culturale degli anni 50 con intellettuali e artisti come: Octavio Paz, Leonora Carrington, Frida Khalo, Diego Rivera.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width="1/3"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width="2/3"][vc_column_text]
Remedios Varo l’esilio in Messico, la pittura e la morte
L'esilio in Messico sarebbe iniziato per Varo e Péret, come per molti altri, quando i nazisti entrarono nella capitale francese.
In Messico si sarebbero stabiliti dopo un lungo e doloroso viaggio.
In Messico, l'artista sarebbe rimasta anche dopo che Peret decise di tornare a Parigi e lì vi avrebbe coltivato l'amicizia di un'altra profuga, la scrittrice e pittrice britannica Leonora Carrington.
Entrambe avevano uno squisito senso dell'umorismo e un'immaginazione traboccante che a volte si applicava alle loro famose ricette visionarie.
Un buon esempio sono le ricette e i consigli per scongiurare i sogni prematuri, l'insonnia e i deserti delle sabbie mobili sotto il letto: "Indossa il corsetto piuttosto stretto. Sedetevi davanti allo specchio, rilassate la tensione nervosa, sorridete, provate i vostri baffi e berretti secondo i vostri gusti".
Nel 1952 sposò un politico rifugiato austriaco, Walter Gruen, un devoto del suo lavoro, che la convinse a dedicarsi esclusivamente alla pittura. Le fornì stabilità e la "propria stanza" di cui, secondo Virginia Woolf, ogni donna ha bisogno di svolgere il proprio lavoro.
I suoi dipinti, popolati da personaggi androgini che a volte svolgevano attività scientifiche e in altri erano collocati in ambienti mistici, cominciarono ad essere esposti e venduti.
Era un curioso doppio gioco in cui Remedios Varo si nascondeva dietro ai suoi personaggi tanto quanto i personaggi si nascondevano dietro di lei per muoversi poi in un'architettura spettrale.
Sfortunatamente la carriera di Varo fu interrotta quando la colpì un infarto, all'età di 55 anni.
Remedios Varo morì in Messico l’8 ottobre del 1963.
Alla sua morte, André Breton scrisse: "Il surrealismo reclama tutto il lavoro di una maga che se ne andò troppo presto".[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width="1/3"][/vc_column][/vc_row]