Ende il mistero della prima donna miniaturista
[vc_row][vc_column width="2/3"][vc_column_text]Nell'Archivio della Cattedrale di Gerona è conservato uno dei più famosi codici pre-romanici, chiamato Beato di Girona ed è firmato da una donna Ende, probabilmente la prima donna miniaturista e certamente l’unica conosciuta.
Come tutti i beati, è una copia miniata dei commentari dell'Apocalisse che furono redatti nell'ottavo secolo dal monaco asturiano noto come Beato de Liébana. Di questa opera sono conservate diverse copie di manoscritti fatti tra il decimo e il sedicesimo secolo.
I beati miniati nella penisola iberica risentivano dell’occupazione degli arabi. In sostanza questi libri mozarabici (mozárabes cioè fatti da cristiani sotto la dominazione araba) da un lato lanciavano un messaggio ai cristiani (quelli più eruditi, certamente) sulla speranza della Reconquista della penisola e dall’altro finirono col risentire delle influenze artistiche dei musulmani.
Gli esperti le distinguono in famiglie diverse, per le somiglianze e le differenze presenti nelle loro illustrazioni, dalle quali emergono l'influenza classica, paleocristiana, musulmana, nordica... Particolari che mostrano che traevano ispirazione da diversi modelli.
Ende, Magius e Emeterius
Nel X secolo, Magius, era un noto monaco che aveva lavorato nello scriptorium del monastero di San Miguel de Escalada (León), dando origine a una famiglia di codici con un nuovo stile di illustrazione in cui si riunivano il patrimonio carolingio e l'influenza dell'Islam attraverso la cultura mozarabica.
Magius era un grande e innovatore miniaturista tanto che il suo discepolo Emeterius lo descrisse come archipictor.
Negli ultimi fogli del cosiddetto Beatus di Tábara, perché elaborato nel monastero di San Salvador de Tábara (o Távara) e datato 970, (oggi nell'Archivio storico nazionale di Madrid), c’è il passaggio dal maestro Magius, quando questo morì, al discepolo Emeterius (Emeterio) che lo proseguì con l'aiuto di un misterioso Ende.
Ende depintrix e il Beato di Girona
Solo cinque anni dopo veniva completato anche il Beato di Girona (Beatus di Girona) composto da ben 284 grandi fogli e firmato da Emeterius, Senior e da "Ende" (o En, come si dedurrà in seguito) che si definiva come "depintrix" e "Dei aiutrix", cioè, una pittrice e aiutante di Dio.
Però in questa occasione, il nome di Ende precede quello di Emeterius e tutto sembra indicare che fosse lei la responsabile principale dell’opera.
Il fatto che poco prima avesse finito il manoscritto avviato da Magius, nonché la qualità del lavoro svolto da entrambi nel Beato di Girona fa pensare che facessero parte del monastero di Tábara, uno dei più importante del regno di León.
Il monastero era fornito di scriptorium e biblioteca e vi risiedevano, nel momento di maggior splendore, quasi trecento monaci e altrettante monache.
Ende fu l'unica donna collegata ad un lavoro su un qualsiasi libro miniato del suo tempo e il Beato di Girona è l'unico che conserva la firma della prima pittrice dell’Europa occidentale.[/vc_column_text][vc_column_text]
Ende pittrice di Dio, Dei aiutrix
La tua auto-definizione come Dei aiutrix invita a pensare che fosse una suora, però alcuni studiosi ritengono che potesse essere un titolo onorifico concesso ad una donna di alto rango.
Quindi Ende poteva essere una nobildonna che viveva nel monastero da sola o perché vedova.
Questa però è un'ipotesi che nasce dalla difficoltà nell'immaginare una suora con tali responsabilità
su un'opera di tale portata.
Non si sa nulla di questa monaca, se non che fosse vissuta in Hispania nel X secolo, che era un’abile miniaturista e che forse proveniva da un altro monastero come quello di Santa María la Real de Piesca, nella regione di Liébana.
È conosciuta come Ende, sebbene la storica María Rosa Ferrer Dalgá ha dimostrato che c'era un errore di lettura della firma del Beato di Girona e che il nome della miniaturista era En.
Ende lavorava in modo molto diverso da Magius e dagli altri miniaturisti.
Si esprimeva con policromia esuberante, con forme vigorose e aveva una ferma volontà di donare profondità ai disegni per superare l'aspetto piatto delle miniature.
Aveva modificato lo schematismo tradizionale e vi aveva aggiunto l'astrazione abituale nelle immagini mozarabiche.
Nel Beato di Girona, ci sono immagini fino ad allora inesistenti in altre opere simili e questo fa pensare che Ende ed Emeterius avevano trovato ispirazione in fonti mai usate in un altro Beato.
Un esempio è la Crocifissione (Crucifixión) che offre elementi che appariranno più tardi nell'arte romanica.
Ende (o En) seppe realizzare un’opera incredibile di 284 fogli di pergamena con più di cento immagini, molte delle quali a piena pagina, dipingendo con una sensibilità unica e una grande originalità di temi.
Avvolti nel mistero del tempo resteranno tutti i particolari sulla vita di questa donna dalle doti eccezionali.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width="1/3"][/vc_column][/vc_row]