Cos'è l’ansia scolastica o il mal di scuola che può soffrire nostro figlio? Come si manifesta, quali sono le cause e come affrontarla.
Ansia scolastica Tuo figlio ha il mal di scuola
La scuola dovrebbe essere un posto stimolante, in cui crescere cognitivamente, culturalmente e socialmente. Spesso, però, è rivestita di timori, paure, insicurezze e preoccupazioni talmente permeanti da provocare un forte disagio nello studente.
Talmente forte da dire: “Mamma, ho mal di pancia. Posso restare a casa?” e ciò si ripete quasi tutti i giorni. Si può osservare il proprio figlio andare a scuola con meno entusiasmo e avere timore di commettere errori, di dover affrontare le verifiche..
Ansia scolastica: il mal di scuola
Ansia scolastica: il mal di scuola
Cosa sta succedendo? Sono capricci o sintomi di qualche difficoltà? In realtà, uno dei motivi più frequenti per cui bambini e adolescenti iniziano una terapia psicologica è il timore di andare a scuola.
Sempre più studenti presentano tale problematicità e si registrano dei picchi in alcuni momenti cruciali del percorso scolastico:
Tra i 5 e i 7 anni (inizio della primaria);
Tra i 10 e gli 11 anni (inizio scuola secondaria di I° grado);
Tra i 13 e i 14 anni (inizio scuola secondaria di II° grado).
Studi indicano una maggiore prevalenza della difficoltà nelle ragazze rispetto ai ragazzi.
Ansia scolastica 2
Cos'è l’ansia scolastica e come si manifesta
L’ansia scolastica racchiude la paura dell’insuccesso, del giudizio negativo, di non riuscire a superare la prova che si deve affrontare. È caratterizzato dal desiderio di essere ammirati ed amati e dalla paura di essere ridicolizzati e rifiutati. Chi ne soffre può subire un netto calo del rendimento scolastico.
I segnali più diffusi sono:
Pianti, tremori, mente offuscata;
mal di testa;
mal di pancia/disturbi allo stomaco (nausea, vomito, diarrea) o tensione muscolare che inducono i bambini/ragazzi a non recarsi a scuola e/o uscire prima;
difficoltà ad addormentarsi (a volte si ricorre al letto di mamma e papà) e/o incubi o frequenti risvegli notturni;
forte ansia fino al panico poco prima di entrare in aula e/o prima di uscire da casa;
abbassamento del rendimento scolastico e disinteresse per le materie che prima appassionavano;
disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività (ADHD);
disturbo oppositivo – provocatorio (DOP);
disturbo della condotta (DC).
Il circolo dell’ansia
Il timore dell’evento temuto (prova) include il timore del giudizio, di deludere gli altri, di essere ridicolizzati..
Lo studente, pertanto, si sente insicuro, irritabile, è alla ricerca di rassicurazioni e/o gratificazioni oppure per riuscire a gestire l’angoscia potrebbe impegnarsi a raggiungere la perfezione in tutto ciò in cui si impegna o evitare determinate situazioni e/o luoghi.
Per spezzare tale circolo vizioso è necessario agire principalmente sui pensieri negativi (giudizio, delusione..).
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I pensieri sono solitamente rivolti al futuro ed hanno un esito negativo. Ad esempio: “E se il compito andasse male? Non imparerò mai queste cose. L’intera classe mi prenderà in giro. Verrò bocciato e sarò preso in giro anche nella nuova classe. Non riuscirò a fare amicizia con nessuno e resterò solo per sempre”.
Oltre a lavorare sui pensieri è necessario focalizzarsi anche sui fattori di mantenimento come l'evitamento delle situazioni ansiogene. Tale comportamento unito al rimanere a casa (luogo sicuro) mantiene e perdura la difficoltà.
Cosa fare?
Non sottovalutare il problema è il primo passo necessario. Come esposto in precedenza si ritiene spesso erroneamente che siano capricci del bambino/adolescente per non andare a scuola. Se trascurato e presente non in forma lieve può sfociare in fobie o attacchi di panico.
È importante comprendere che l’ansia scolastica non ha nulla a che vedere con il rifiuto scolastico: in quest’ultimo caso non è presente l’ansia e vi sono in genere associati comportamenti antisociali e disinteresse per la propria formazione scolastica.
Il trattamento prevede un lavoro integrato bambino – scuola – genitori. Vi è, in genere, una prima fase di psicoeducazione sull’ansia. Successivamente si lavora sui propri pensieri disfunzionali e sui comportamenti che mantengono e rafforzano l’ansia scolastica. A livello comportamentale risultano utili le tecniche di rilassamento e la mindfulness.
Il parent training ha un ruolo importante: permette ai genitori di apprendere come rispondere alle richieste dei figli e ai loro comportamenti evitando di andare a rinforzare i loro timori, le paure e le preoccupazioni e quindi l’ansia scolastica.
Il rientro a scuola può essere graduale e concordato con i docenti.