Mario Draghi, un viaggio grafologico tra le righe del nuovo ed ermetico Presidente del Consiglio
Una biografia breve e l'analisi grafologica della grafia del Presidente del Consiglio Mario Draghi
Super intelligente, riservatissimo, forte e tenace, con un elenco infinito di ruoli di spicco nel mondo accademico e soprattutto economico sia in Italia che in Europa, Mario Draghi è stato da poco eletto 30° Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.
Sempre impeccabile, forse un po’ rigido, con un apparente accenno di timidezza mista a scherno, rispettoso, ma non sottomesso, dotato di equilibrio tecnico e psicologico, Super Mario, come viene spesso soprannominato, ha avuto una difficile giovinezza, segnata dalla scomparsa a soli 15 anni di entrambi i genitori, morti a pochi mesi di distanza l’uno dall'altra, e dalla necessità di prendersi cura dei fratelli.
Questi fatti lo hanno certamente condizionato e lo hanno obbligato a maturare presto e a rimboccarsi le maniche sin dai primi anni di vita.
La sua «religione del lavoro», la sua severità e astuzia e la sua garbata determinazione gli hanno permesso di guadagnare stima e ammirazione a più livelli e di raggiungere i traguardi prefissati.
Nato a Roma il 3 settembre 1947,
sposato da quasi mezzo secolo con Maria Serenella Cappello, esperta di letteratura inglese, con cui ha avuto due figli,
tifoso della Roma, amante dei cani, appassionato di sport in particolare di golf, di trekking e di scacchi,
non ama stare sotto i riflettori e essere al centro dell’attenzione. Scopriamo cosa ci racconta la sua grafia…
Analisi della grafia di Mario Draghi
Potrebbe interessarti anche: Sofia Goggia, come scrive una campionessa?
La prima impressione che si ha osservando questo breve scritto è di armonia e di equilibrio.
Una forma piccola, ordinata, sobria, chiara, omogenea, che scorre fluidamente sul rigo, senza concedersi alcun eccesso, lasciando spazio saltuariamente a qualche leggera oscillazione sulla verticale.
Potrebbe interessarti anche: Le firme dei Beatles, analisi grafologica di un mito
Se andiamo a leggere le corrispondenze caratteriali dei segni sopra elencati sembra di essere di fronte ad un soggetto che incarna qualcosa di molto simile alla perfezione:
intelligenza, concentrazione, prudenza, modestia (piccola), disciplina (ordinata), facile adattamento, senso della misura, padronanza di sé,
semplicità, discrezione (sobria), chiarezza di spirito, ampiezza di vedute (ariosa), costanza e coerenza, razionalità, realismo (legata), stabilità emotiva (omogenea), ecc..
Come al solito un’analisi più attenta permette di cogliere alcune sfumature che ci aiutano a meglio comprendere anche alcuni aspetti più celati dell’ermetico neo-eletto Presidente del Consiglio.
Ci riferiamo alla presenza di allunghi superiori che rivelano la presenza di ambizione,
che colora e rafforza la capacità realizzativa,
e la rotondità di alcune lettere, soprattutto degli ovali,
che lasciano, quasi inaspettatamente, trapelare la sensibilità e l’attenzione verso la componente sentimentale, verso una sensibilità e un’emozione intense ma non esibite,
mitigando dunque l’immagine generalmente fredda e distaccata a cui ci ha abituati.
Una delle regole in Grafologia è quella di “non analizzare mai uno scritto senza la Firma o viceversa” perché l’uno potrebbe completare, sfumare o addirittura smentire ciò che esprime l’altra. Una norma quanto mai calzante nel caso in esame.
Analisi grafologica della grafia di Mario Draghi: la firma
Potrebbe interessarti anche: La sindrome di Hubris nella scrittura: Intossicati dal potere
La Firma di Draghi che privilegia il Nome, più grande e leggibile, rispetto al Cognome stentato, incerto, illeggibile e svalorizzato, presenta la maiuscola “M”, quasi a forma di corona, con “denti di pescecane” (vertici acuminati delle arcate),
un segno che ci parla di aggressività e combattività, di astuzia e abilità consumata, di un uomo in realtà non sempre così moderato e misurato che vuole inconsciamente sottolineare il fatto di essersi fatto da sé,
di aver costruito una carriera invidiabile senza l’aiuto di nessuno tanto meno per merito del Cognome che porta.