La scrittura di Dario Argento Complicatamente egocentrica

La scrittura di Dario Argento: cosa ci racconta la sua grafia? Scopriamo cosa trasmette il gesto grafico sulla vita e il carattre del grande regista

L'analisi grafologica della scrittura di Dario Argento:

cosa ci racconta la sua grafia? Scopriamo cosa trasmette il gesto grafico sulla vita e il carattre del grande regista.

La vita

Un uomo dai toni pacati e modi gentili traditi dall'intensità di uno sguardo intenso e “buio” che rappresenta la porta di accesso a un mondo oscuro e pieno di ribellioni e di paure.

La vita e l'analisi grafologica della scrittura di Dario Argento
La vita e l'analisi grafologica della scrittura di Dario Argento

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Dario Argento è uno dei registi (e non solo) italiani più famosi al mondo, per i suoi film horror.

Due figlie: Fiore, nata nel 1970, dal matrimonio con Marisa Casale durato dal 1966 al 1972 e Asia, nata nel 1975, dalla relazione con l’attrice fiorentina Daria Nicolodi.

Un talento immenso che con le sue pellicole ha ispirato intere generazioni, italiane e ed estere con capolavori come Profondo Rosso e Suspiria, per fare due nomi dei suoi lavori.

Ha appena compiuto 80 anni allietati dal Premio Pietro Bianchi 2020 dei Giornalisti Cinematografici al Festival del cinema di Venezia 2020, che coincide anche con i 50 anni dalla prima regia.

La sua vita non è stata semplice.

Nasce a Roma in una famiglia “movimentata” e vive un’infanzia faticosa e isolata e una relazione difficile con la figura paterna. Fuggirà a quindici anni da casa vivendo di espedienti.

Un carattere chiuso, scontroso e poco simpatico, terrorizzato da corridoi, finestre e scale. Un tentativo di suicidio quando girava Suspiria, esperienze di droga, amori particolari e addirittura il carcere.

Da sempre voglioso di suscitare il terrore nello spettatore, che viene portato con sapiente maestria attraverso atmosfere inquietanti, Dario Argento è un uomo che ha scelto di dialogare con la sua “metà oscura”, di indagare il proprio inconscio, spalancando la porta su un mondo di fantasmi, di mostri, di visioni livide che, come egli stesso racconta, per lui sono bellissime.

La sua scrittura cinematografica è automatica, proviene dall'inconscio.

Egli afferma di scrivere a una velocità incredibile, come un fiume in piena, di vedere i personaggi come in un piccolo schermo, che agiscono davanti ai suoi occhi e che non gli resta quindi che mettere nero su bianco quello che vede.

“Occhiali neri” che vedrà a breve il suo ritorno sulle scene, sarà ancora una volta un thriller, un giallo ambientato a Roma e nelle campagne laziali.

Cosa ci racconta la sua grafia?

La grafia di Dario Argento

Osservando il Gesto grafico del grande regista siamo immediatamente colpiti dall'angolosità delle forme e dall’agitazione del movimento che lega, intrica, aggredisce, tormentato le lettere, senza soluzione di continuità, terminando con finali lanciate e acuminate.

Analisi grafologica della scrittura di Dario Argento

Analisi grafologica della scrittura di Dario Argento
Analisi grafologica della scrittura di Dario Argento

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Sono presenti forti disuguaglianze di dimensione e di direzione e “ovoidi” e “triangoli”, in grafologia detti anche “lame di coltello”, che enfatizzano l’assertività e sottolineano un carattere complesso e non propriamente morbido e trasparente.

Non mancano anche “gonfiezze” e inanellamenti che lasciano emergere una mancanza di misura che ci parlano di irritabilità, suscettibilità, disagi profondi, orgoglio e desiderio di piacere come rivalsa su un passato difficile.

È una scrittura che appartiene a una persona piena di energia, che ha bisogno di esprimersi, di esternarsi, di mostrarsi, trovando attraverso una spiccata curiosità, creatività e immaginazione (proteiforme, ovali aperti in alto e ricombinazioni nei legamenti), anche soluzioni personalissime, utili a mettere ordine al proprio tumulto interiore.

L’affettività è un tasto dolente e delicato e potremmo definirla più passionale e forse egoistica, che dolce e sentimentale. Un uomo ansioso e complicato, pervaso da un confuso tormento che genera forti conflitti e rende difficile la socievolezza.

Il suo è un io ipertrofico che ha bisogno di territori allargati ma rimane egocentrico e nonostante le aperture verso gli altri e la capacità di attirare l’attenzione, conserva sentimenti di introversione molto accentuati e una serenità mai trovata e forse mai neppure troppo cercata.