Il Principe de Asturias, la storia dell’affondamento del Titanic spagnolo

Il Principe de Asturias (Principe delle Asturie) era una delle navi più importanti della marina mercantile spagnola ed una delle più lussuose del Paese.

Era una potente nave a vapore della flotta della compagnia Naviera Pinillos costruita nei cantieri navali scozzesi di Kingston da Russell & Co.

Il Principe de Asturias (Principe delle Asturie)

Il Principe de Asturias (Principe delle Asturie)
Il Principe de Asturias (Principe delle Asturie)

La compagnia di navigazione era stata fondata nel 1840 e nel 1912 aveva costruito quello che all'epoca venne considerato il più grande piroscafo del Paese: il transatlantico Infanta Isabel.

Due anni dopo, nel 1914, costruirono il ”fratello gemello”, il Principe delle Asturie che non deve essere confuso con il grande transatlantico Asturias della Royal Mail Steam Packet Company.

La Royal Mail Steam Packet Company non era ovviamente spagnola, era, invece, una compagnia di navigazione britannica fondata a Londra nel 1839 da uno scozzese, James MacQueen.

Il transatlantico Asturias faceva parte di una serie di navi il cui nome cominciava per A ed era riferito a luoghi spagnoli. Qualcosa di simile aveva già fatto la concorrente compagnia Blue Star dando nomi ispanici ai suoi cinque lussuosi transatlantici: Almeda, Andalucía, Avelona, Ávila e Arandora nota per la drammatica storia che coinvolse molti emigrati italiani.

Tuttavia il Principe de Asturias (Principe delle Asturie) dai britannici qualcosa aveva imparato (o così pareva) e in particolare dal Titanic e dal suo affondamento.
Al pari del Titanic, era indirizzato al lusso e aveva anche diverse sale da ballo, spazi per fumatori, cabine di grandi dimensioni, una biblioteca e illuminazione elettrica in tutta la nave.

Il lusso nel Principe delle Asturie

Gli interni del Principe delle Asturie
Gli interni del Principe delle Asturie

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Tali servizi avevano un costo e il biglietto di prima classe poteva raggiungere le 3.000 pesetas, una cifra molto alta per l'epoca, ma, come in quasi tutti i transatlantici dell'epoca, c'erano classi più economiche in cui era possibile viaggiare ad un prezzo considerevolmente più economico.

Ma, come si diceva, dal tragico incidente del Titanic (15 aprile 1912), la compagnia aveva appreso l’importanza, nel costruire le sue navi, di prestare una particolare attenzione alle misure di sicurezza.

Sia l'Infanta Isabel sia il Principe de Asturias furono dotati di scompartimenti a tenuta stagna, un meccanismo utile ad impedire che una perdita d'acqua in uno di essi potesse diffondersi al resto della nave, mantenendo così la galleggiabilità dell’imbarcazione.

L’Isabel Infanta ebbe in effetti una lunga vita navale. Nel 1921 la Pinillos la vendette a una compagnia giapponese, che la ribattezzò Midzuho Maru e rimase attiva fino al 1944, quando fu affondata da un sottomarino americano. Il suo ”fratello gemello” avrebbe navigato per appena due anni.

La rotta che seguiva il Principe delle Asturie collegava l'Europa con l'America.

Il viaggio era difficile e aveva aspetti pericolosi in quegli anni a causa della guerra che devastava il vecchio continente.

La Spagna era neutrale, ma non era raro che i sottomarini tedeschi e britannici battessero la rotta di queste navi. L’affondamento della Lusitania, avvenuto nel 1915, era più presente che mai.

Il 17 febbraio 1916 il Principe de Asturias salpò dal porto di Barcellona diretto a Buenos Aires.

Prima di percorrere la rotta per l’America fece diverse fermate a Valencia, Almería, Cadice e in Gran Canaria.

I dati non sono precisi su quanti fossero i passeggeri, ma si ritiene che ci fossero circa 600 persone a bordo, tra cui anche alcune personalità dell’epoca.

La nave trasportava anche un carico molto interessante. A bordo c’erano oggetti di valore, lingotti d'oro (per quasi un milione di euro di oggi), diamanti, opere d'antiquariato destinati al Museo di Arte di Denver.

Nel carico pare ci fossero anche delle statue “maledette”. Le statue realizzate per il Monumento degli spagnoli a Buenos Aires avevano una storia considerata sfortunata che includeva la morte dei due scultori e uno sciopero che ne hanno impedito il completamento in tempo.

Il capitano José Lotina Abrisqueta del Principe de Asturias

Il capitano José Lotina Abrisqueta del Principe de Asturias
Il capitano José Lotina Abrisqueta del Principe de Asturias

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La nave era comandata dal capitano José Lotina Abrisqueta, un basco di 44 anni con una vasta esperienza alle spalle.

Sabato 4 marzo il Principe de Asturias avrebbe dovuto sbarcare a Santos (Brasile), ma non fu possibile.

Le condizioni meteorologiche, favorevoli durante tutto il viaggio, quel sabato erano mutate in un'intensa tempesta che aveva impedito alla nave di avvicinarsi al porto.

José Lotina Abrisqueta provò anche la mattina seguente ad avvicinarsi al porto anche se le condizioni non erano migliorate.

Il punto di comando della nave
Il punto di comando della nave

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La situazione non poteva anzi essere peggiore a causa della pioggia e della nebbia che provocava una scarsa visibilità.

L'affondamento del Principe de Asturias

L'affondamento del Principe de Asturias
L'affondamento del Principe de Asturias

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L'orologio della nave segnava le 04:15 quando apparve il faro di fronte alla prua della nave mentre pensavano dovesse trovarsi a dritta. Si erano avvicinati troppo alla costa.

Il capitano e gli ufficiali in servizio sul ponte di comando si resero subito conto dell'imminente pericolo, ma era troppo tardi. L’ordine del capitano, il suo "indietro tutta" o "Vira a Babordo" inviati in quei drammatici momenti furono solo parole disperate.

La fortissima collisione contro le barriere coralline di Ponta de Pirabura aprì lo scafo all'altezza della sala macchine e l'allagamento delle caldaie causò una serie di esplosioni.

In solo cinque minuti il Principe de Asturias (Principe delle Asturie) affondò trascinando con sé 457 persone. Alcune navi, come la brasiliana Vega o la spagnola Patricio Satrústegui, tentarono di prestare soccorso, ma si salvarono solo 143 passeggeri.

La notizia suscitò grande commozione in Spagna, poiché la maggior parte dei passeggeri era composta da spagnoli diretti in America in cerca di un futuro migliore.

Quelli, però, erano gli anni della Grande Guerra e il naufragio del Principe de Asturias cadde presto nell'oblio.

La notizia tornò sui giornali per il presunto ritrovamento dell'oro e dei gioielli che la nave trasportava. Qualcuno li aveva presi?

Le teorie dell'epoca consideravano la possibilità che l'affondamento fosse stato causato anche da un'altra nave per rubare parte del carico. Sorsero dubbi anche sulla stessa compagnia di navigazione che suggerivano fosse dietro l'incidente per beneficiare dell'assicurazione.

Nessuna di queste teorie fu confermata da un’indagine avvolgendo gli ultimi momenti del Principe de Asturias (Principe delle Asturie) in un po’ di mistero.