Viaggio su Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo tra tangenti e carenza di manutenzione

1.918 Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo e 802 catalogati a rischio di cedimenti, qual è la situazione della rete stradale italiana?

Il maltempo di questi giorni ha evidenziato i problemi di cui soffrono le infrastrutture del nostro Paese.

Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo: viadotto Madonna del Monte sulla A6

Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo: viadotto Madonna del Monte sulla A6
Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo: viadotto Madonna del Monte sulla A6

Il 24 novembre è crollato il viadotto Madonna del Monte sulla A6, a Savona, mentre sull'A26, Torino-Piacenza, si è aperta una voragine.

A Castell'Alfero, in provincia di Asti, il ponte inaugurato il 16 novembre e costruito con l'arcata elevata di un metro e mezzo sopra la linea della massima piena, secondo le recenti normative, è stato chiuso dopo una settimana perché la pioggia lo aveva reso inagibile a causa del cedimento delle due banchine laterali.

La magistratura è intervenuta per chiudere due ponti sulla A26 mentre, in diverse località, sono stati messi sotto osservazione numerosi viadotti e ponti.

Il 18 novembre in Sicilia, a Termini Imerese, si è rotto il giunto di un viadotto sulla A19, come, a inizio anno, a Bologna sulla A14 e a Roma sulla A1.
La rottura di un giunto è stata all'origine del drammatico deragliamento di un treno a Pioltello, nel 2018.

Il 19 novembre, nella galleria Fornaci sulla A10, tra Savona e Spotorno, si è incendiato un camion mentre ad aprile dell'anno precedente il fuoco aveva distrutto un autobus di studenti.

L'80% delle gallerie autostradali del centro-sud non è a norma:

il 30 aprile è scaduto il termine per adeguare rifugi, ventilazione ed estintori alle leggi dell'Ue fissate ben quindici anni fa.

Per questo, il 10 ottobre, l'Italia ha ricevuto dall'Unione Europea una lettera di messa in mora e rischia una procedura di infrazione che, in caso di mancato adeguamento e condanna, comporterà il pagamento di pesanti sanzioni pecuniarie fino a che non avrà messo a norma le gallerie irregolari.

Un quadro da cui traspare una situazione drammatica.

Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo: Ponte Morandi a Genova

Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo: Ponte Morandi a Genova
Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo: Ponte Morandi a Genova

Potrebbe interessarti anche: Jane Fonda, Donald Trump e i comportamenti virtuosi nel campo ambientale.

Il 14 agosto 2018 è crollato il ponte Morandi a Genova e, di fronte alle tragedie, i politici esternano dichiarazioni di volontà che, poco dopo, vengono fagocitate da burocrazia e rimpalli di competenze tra enti ma che vengono ostacolati anche da chi detiene gli interessi economici legati a quelle attività.

L'allora ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, aveva promesso la creazione di una "task force" formata da 250 ingegneri per mappare ponti stradali e ferroviari, in modo da individuare gli interventi urgenti nelle strutture a rischio.
L'organismo è stato denominato Ansfisa e, nel gennaio di quest'anno, ne è stato nominato il presidente, Alfredo Mortellaro, ex dirigente del Sisde e membro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Purtroppo, il regolamento attuativo di Ansfisa da lui elaborato è, al momento, bloccato in attesa di un parere del Consiglio di Stato:

per questo, il personale non è ancora stato assunto.

Monitoraggio dei Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo

Monitoraggio dei Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo
Monitoraggio dei Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo

Mortellaro si è lamentato di aver incontrato notevoli resistenze nel suo operato e che le richieste di visionare i piani di manutenzione stradali non hanno ottenuto risposta, se non da parte di Anas e Rfi: non aver ottenuto appoggi dalle Direzioni Generali del ministero delle Infrastrutture è indice dell'ostilità da parte di chi vuole mantenere lo status quo e non desidera controlli su determinate procedure.

Il 25 novembre, il Consiglio dei ministri del governo Conte II ha deciso la sostituzione di Mortellaro con l'ing. Fabio Croccolo che, invece, fa parte del Mit, il ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

Quando si ascoltano i commenti dei politici, si ha l'impressione che, nel momento in cui sono all'opposizione, critichino per partito preso, individuando con sicurezza urgenze, attività e fondi con cui possono essere realizzate mentre, non appena fanno parte della maggioranza, palesano difficoltà nel concretizzare quell'azione che sembrava così semplice da esprimere a parole.

Come mai, oggi, la viabilità italiana è in queste condizioni, con paesi isolati e regioni divise a metà?

Da un lato, esiste il problema della corruzione: il 30 novembre, a Catania, sono stati arrestati nove dipendenti dell'ANAS per aver intascato mazzette da parte di ditte aggiudicatarie di lavori di manutenzione stradale eseguiti in parte o per nulla.

Le tangenti hanno amplificato le spese per le grandi opere:

la somma con cui una ditta si aggiudica la gara d'appalto è destinata a lievitare con le varianti, che consentono all'impresa di realizzare quel profitto inesistente nell'importo con cui hanno vinto l'appalto.

In altri casi, per aumentare i guadagni, vengono utilizzati materiali scadenti o cemento che non tiene:

sono molte le gallerie a rischio e la magistratura interviene, chiedendo perizie sui tunnel, come sta accadendo sui tre più importanti della ferrovia Milano-Genova.

A Como è stato costruito il viadotto dei Lavatoi nel 2003. Un'opera non datata ma che ha subito numerosi interventi di consolidamento ed è stata dichiarata pericolosa dai periti del tribunale: all'indomani del crollo del Morandi si è installato un sensore per monitorarne i movimenti.

È uno degli ottocento ponti che, in Lombardia, necessitano di interventi urgenti.

Tra questi vi è il cavalcavia di Binzago, in provincia di Monza e Brianza, su cui è stato vietato il passaggio a camion con portata superiore a 35 tonnellate, divieto non rispettato da tutti gli autisti.

Come mai la magistratura interviene per chiudere ponti o dichiararne la pericolosità?

Non dovrebbe farlo un apposito personale tecnico incaricato del controllo e della manutenzione delle strade italiane?

Quando ponti e viadotti non appartengono alla rete autostradale, il compito di metterli in sicurezza spetta allo Stato, ai Comuni e alle Province.
Per quanto riguarda le Province, però, nel 2014 la legge Delrio ne ha modificato la struttura, svuotandole di risorse e personale.

Il governo di quel periodo ha messo in atto una politica di "spending review" con l'obiettivo di eliminarle:

per tre anni, ha tagliato la parte corrente dei bilanci provinciali di tre miliardi di euro e bloccato gli investimenti.

La giustificata volontà di risparmiare i costi della politica ha portato, oltre all'azzeramento dei trasferimenti statali, ad avocare una parte consistente del gettito provinciale, finanziato dalle imposte sulle auto: ciò ha paralizzato l'azione delle Province nel campo della manutenzione di 132.000 chilometri di strade e, nell'edilizia scolastica, di 5.100 scuole superiori.

Dal 2014, le Province si sono trovate a gestire questi ed altri compiti con personale dimezzato e bilanci svuotati.

Molti dipendenti sono stati trasferiti o prepensionati, perdendo un patrimonio di esperienza e competenza tecnica.

Vittorio Poma, responsabile delle Infrastrutture dell'Unione Province Italiane, rivela il paradosso che, oggi, per la manutenzione delle strade, si considera straordinario ciò che, fino a pochi anni fa, era considerato ordinario.

La manutenzione di Ponti e Viadotti italiani a rischio

La manutenzione di Ponti e Viadotti italiani a rischio
La manutenzione di Ponti e Viadotti italiani a rischio

Il funzionario, inoltre, si meraviglia che non siano caduti un maggior numero di ponti, considerate le ridotte disponibilità dei bilanci.
Infatti, per la manutenzione straordinaria delle strade servono circa 33.000 euro al chilometro mentre le Province, dal 2014, si sono dovute arrangiare con 5.000 o 6.000 euro.

In provincia di Pavia, al'inizio del 2000, c'era la disponibilità di 180 cantonieri che gestivano circa dieci chilometri di strade a testa effettuando manutenzione, pulizia dei fossi, sfalcio dell'erba e sistemazione delle piccole buche. Ora, il personale si è ridotto a 28 unità e il servizio è stato appaltato all'esterno.

Per quanto riguarda l'edilizia scolastica, in Italia un istituto su quattro ha problemi ambientali e il 16% ha difetti strutturali.

La riduzione della manutenzione ordinaria e straordinaria crea pericoli: molte scuole sono state costruite senza criteri antisismici o con materiali deperibili e, ormai, sono all'ordine del giorno notizie di crolli di controsoffitti e intonaci nelle aule.

L'aumento dei costi di gestione degli istituti scolastici impedisce gli investimenti che abbatterebbero di un terzo il consumo di energia per il riscaldamento, della metà quello dell'energia elettrica e di un quinto quello dell'acqua.

Un circolo vizioso che blocca gli investimenti, mettendo in pericolo l'incolumità dei nostri ragazzi.

1918 Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo

1918 Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo
1918 Ponti e Viadotti italiani a rischio di crollo

Dopo la riforma Delrio, circa 5.000 chilometri di strade provinciali sono state chiuse perché insicure, mentre il transito è stato limitato su 1.918 ponti e viadotti, di cui 802 a rischio di cedimenti.

L'ex ministro Toninelli ha voluto istituire l'Ansfisa per mappare e individuare le criticità della rete stradale italiana senza riuscire nello scopo, dato che l'ente è ancora inattivo.

In realtà, un elenco delle criticità dei ponti esiste ed è stato compilato dall'Unione Province Italiane e inviato al ministero dei Trasporti, come ricordato da Vittorio Poma.

Invece di creare ex novo organismi complessi, di fronte ai disastri si dimentica l'esistenza di realtà già organizzate che, come nel caso delle Province, sono state frettolosamente svuotate di risorse per mettere in atto un risparmio che è tale solo di facciata.

Per economizzare non basta ridurre il personale e tagliare i fondi ma occorre riorganizzare le competenze, che non possono essere eliminate con un colpo di forbice.

Manutenzione delle strade italiane

Manutenzione delle strade italiane
Manutenzione delle strade italiane

Potrebbe interessarti anche: Dacia Maraini e il significato odierno dell’8 marzo.

Dal 2018, il governo è intervenuto per riassegnare fondi alle Province finalizzati alla manutenzione straordinaria di strade e scuole superiori, ma cinque anni di inattività richiedono stanziamenti maggiori per recuperare.
Di fronte alle dichiarazioni espresse, nel corso degli anni, dai politici che si sono alternati nei diversi governi e al dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti, mi viene in mente l'orgogliosa testimonianza di Iole Mancini, 99 anni, partigiana.

Quando era una studentessa ventenne, Iole faceva la staffetta nascondendo le armi nel cesto della spesa. Fu una delle migliaia di antifascisti rinchiusi e torturati dalle SS tedesche a Roma, in via Tasso.

Intervistata, Iole afferma con amarezza di essere delusa da questa Italia in cui domina l'arrivismo che spinge a calpestare chi non ha la forza di reagire, in cui comandano solo i soldi e si sono persi i valori che hanno spinto tante persone come lei a lottare per la libertà, rischiando la vita e soffrendo.

Un'amarezza condivisa da tanti cittadini che, ogni giorno, viaggiano sulle strade del nostro Paese.

Foto Wikipedia: Glabb, Alessio Sbarbaro, Consiglio Nazionale dei Geologi.