Piantare un albero per migliorare il Pianeta

Camminare o sedersi in un parco fruendo della presenza di alberi costituisce un momento assai piacevole, che rilassa producendo effetti benefici.

L'energia che si respira negli spazi verdi ha, infatti, conseguenze positive sulla salute mentale e fisica:

si attiva la circolazione sanguigna e si abbassa la frequenza cardiaca, aumentano i globuli rossi e si rafforza il sistema immunitario,

migliora il sonno e si ritarda l'invecchiamento,

diminuisce il livello del cortisolo - l'ormone dello stress - favorendo rilassamento e concentrazione.

Piantare un albero per migliorare il Pianeta, l'energia che si respira

Viale: Piantare un albero per migliorare il Pianeta
Viale: Piantare un albero per migliorare il Pianeta

In Europa si parla di forest bathing mentre in Giappone di shinrin-yoku per indicare un bagno nella foresta che dona benessere.

Villaggio giapponese,  Piantare un albero per migliorare il Pianeta
Villaggio giapponese, Piantare un albero per migliorare il Pianeta

La maestosità silenziosa delle piante dà vita a un'energia magica: non si può non definire magia la capacità di trasformare la luce del sole in nutrimento per sé e in ossigeno per gli altri esseri viventi.

Con le radici proteggono la terra, con le foglie regalano gradevole ombra e con le tonalità, che cambiano nelle stagioni, trasmettono intense sensazioni.

Parco,  Piantare un albero per migliorare il Pianeta
Parco, Piantare un albero per migliorare il Pianeta

Nelle città, gli alberi, oltre a migliorarne la vivibilità, riducono le ondate di calore estivo, mitigano le alluvioni urbane, trattengono le polveri sottili e ospitano biodiversità.

Sono i migliori alleati contro l'effetto serra, l'inquinamento dell'aria e l'aumento della temperatura globale.

Eppure, ogni anno, le aree desertiche avanzano a causa dell'azione umana: l'agricoltura e l'allevamento intensivi, la deforestazione e l'urbanizzazione trasformano la terra fertile in suolo sterile.

L'aumento demografico produce richiesta di beni alimentari a cui si risponde abbattendo gli alberi per creare zone coltivabili:

in Cina, la nazione maggiormente popolata, ogni anno si originano circa 2.500 chilometri quadrati di deserto.

Il lago d'Aral, quarto al mondo per estensione fino agli anni Sessanta, presenta oggi la superficie ridotta del 75% a causa di disastrose politiche agrarie che ne hanno utilizzato le acque per la coltivazione intensiva del cotone.

La desertificazione porta anche alla migrazione di persone che si spostano alla ricerca di luoghi in cui vivere.

Ogni estate si assiste, impotenti, ai roghi che riducono in cenere ettari di bosco nel nostro paese come negli altri:

in particolare, il dramma maggiore si svolge nella foresta amazzonica brasiliana.

In questi giorni, a New York, hanno preso il via i lavori del Climate Action Summit, il vertice che, a margine della 74 esima Assemblea Generale dell'ONU, dovrà discutere le misure da adottare per contrastare i cambiamenti climatici.

È prevista la partecipazione di 60 tra capi di Stato e di Governo ma, purtroppo, sono assenti i più importanti:

il presidente americano Donald Trump, quello russo Vladimir Putin, il cinese Xi Jinping e il brasiliano Jair Bolsonaro.

Le persone comuni cercano di reagire, sollecitando comportamenti responsabili e positivi. Sui "social media" come Facebook nascono iniziative virtuose che invitano a piantare un albero in specifiche giornate, per far sì che una singola azione, unita ad altre, amplifichi la sua portata.

La Comunità Laudato Si', fondata dall'ideatore di Slow Food, Carlo Petrini, e dal vescovo di Rieti, Domenico Pompili, ha lanciato la campagna "Un albero in più" per combattere il cambiamento climatico valorizzando la riforestazione:

se un albero viene piantato da ogni cittadino, istituzione e azienda italiani,

in poco tempo e con costi molto bassi si aumenterebbe la loro presenza nel nostro paese.

La Comunità Laudato Si' è un'associazione spontanea di cittadini ispirata dall'enciclica di Papa Francesco Laudato Si', del 2015, in cui l'uomo viene definito non più custode della terra ma tiranno sfruttatore.

Aumentare il verde urbano è una delle indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per migliorare la salute fisica e mentale dell'uomo e apportare benefici sociali, economici e sanitari: gli spazi verdi, oltre a mitigare gli effetti dell'inquinamento atmosferico, offrono positive opportunità di socializzazione.

Non è, però, sufficiente piantare alberi:

bisogna anche imparare a gestire in maniera corretta quelli esistenti.

Il tree climbing è un mestiere che diventerà sempre più importante che presuppone l'esistenza di una cultura specifica dell'albero: è la potatura, in quota e in sicurezza, delle piante.

Si tratta di una tecnica che permette di operare solo laddove ci sia bisogno del taglio:

il tree climbing arriva ovunque, anche su terreni in cui i mezzi meccanici non hanno spazio ed evitano che il peso di gru o piattaforme compatti il terreno alla base delle piante, causando danni alle radici o traumi all'albero.

Foto per Piantare un albero
Foto per Piantare un albero

È auspicabile che il "verde" aumenti nelle città, ma gli spazi devono essere adeguati e curati con un approccio "verde" . Le amministrazioni pubbliche vedono un tronco troppo alto o rami sporgenti e li tagliano per eliminare un pericolo al traffico.

Occorre, invece, imparare dalla mentalità del Nord Europa, in cui l'albero viene considerato un bene essenziale per l'uomo e si agisce per integrarlo e proteggerlo nel tessuto urbano.

È dunque importante sviluppare una cultura dell'albero partendo dai cittadini per arrivare agli amministratori.

In una società in cui i "social media" accentuano la dimensione virtuale dell'esistenza facendo dimenticare la concretezza della realtà, mentre il degrado urbano e le diversità culturali allontanano da spazi e persone, la presenza di zone verdi può creare occasioni per invertire la tendenza.

Piantare un albero o curare un'aiuola costituiscono piccole azioni, alla portata di tutti, che producono grandi effetti, non solo sul pianeta ma anche nella vita di un quartiere:

come le loro radici tengono unita la terra, così creano legami che integrano e uniscono le persone.

In diverse città italiane alcuni pensionati, che si sono presi cura del verde sotto casa, hanno dimostrato che non è solo migliorato l'aspetto della strada o del rione, recuperando spazi degradati, ma che il loro intervento ha portato i cittadini a sedersi sulle panchine vicine alle aiuole per condividere parole e azioni, collaborando tra loro e dando vita a una catena virtuosa.

C'è chi offre un vaso con un esemplare fiorito, attrezzi, consigli per far attecchire il vegetale o concime naturale: gli abitanti sembrano far parte di un'unica famiglia.

Franco, 76 anni, ex cameriere, lo fa nel suo quartiere a Roma,

Domenico, ex facchino, lo realizza a Genova

mentre Maria, ex infermiera, a Bari,

testimoniando che curare il verde non solo mantiene attivi, ma genera benessere nei confronti di chi ne fruisce.

Le persone sedute sulle panchine affermano che il giardino rende il luogo "più bello", spingendole a collaborare per dare attenzioni anche a luoghi esterni alla propria abitazione, considerandoli un bene comune.

Un modo per far tornare l'uomo ad essere custode della terra perché, come indicato da Papa Francesco, «il degrado ambientale e il degrado umano vanno di pari passo».

Leggi anche: Dal glifosato alla foresta amazzonica, la Terra chiede aiuto.

Foto Pixabay.