La grafia di Franco Zeffirelli, sensibilità e raffinatezza

L'analisi grafologica della grafia di Franco Zeffirelli e una biografia breve.

L’ultimo grande maestro della regia italiana del ‘900, regista, sceneggiatore, scenografo e politico italiano, ci ha lasciato il 15 giugno 2019 all’età di 96 anni.

Franco Zeffirelli, una biografia breve

Il suo nome completo è Gian Franco Corsi Zeffirelli.

Avrebbe dovuto chiamarsi Zeffiretti, cognome scelto dalla madre in onore a Mozart (da una sua aria), ma l'impiegato dell'anagrafe sbagliò la trascrizione. A seguito di una ricerca genealogica condotta da due studiosi, è stato supposto che sia addirittura imparentato con Leonardo da Vinci (analisi grafologica di Leonardo).

In un’intervista al quotidiano La Nazione, dello scorso anno, parlando della morte, egli dichiarava:

“L’idea del trapasso, di non essere più di questa terra da un istante all'altro fa paura. Una fatica mentale e morale, perché ho la testa piena di storie, di personaggi, di pezzi di vita, di parole. Capita che mi rivolga alla morte ma con la confidenza e la distanza che merita”.

Nato fuori dal matrimonio da un commerciante di stoffe originario di Vinci, vicino Firenze, e da una donna fiorentina, Zeffirelli ebbe un’infanzia difficile che lo segnerà per tutta la sua lunga vita.

Il mancato riconoscimento del padre, che avvenne solo a 19 anni, la prematura scomparsa della madre per la tubercolosi, quando egli aveva solo 6 anni, il successivo affidamento a un istituto per orfani, che riuscì ad abbandonare solo grazie all'adozione di una cugina del padre, sono cicatrici indelebili che hanno condizionato la formazione del suo carattere e probabilmente anche tutta la sua grande produzione artistica.

Dichiaratamente omosessuale (noto il suo travagliato rapporto con Luchino Visconti) da alcuni anni si era rinchiuso in un distaccato silenzio. Era circondato dall'affetto di pochi amici e dei figli adottivi Pippo e Luciano. A loro, diversamente da quanto accadde quando era lui a essere figlio, Zeffirelli ha deciso di dare il proprio cognome.

Analisi grafologica della grafia di Franco Zeffirelli

Qualcuno afferma che basterebbero due parole per descrivere ila sua persona: stile e contraddizione. Uno stile manierato e raffinato, persino anche ampolloso contrapposto a toni lirici, altisonanti e a volte patetici delle sue storie.

Analisi grafologica della  grafia di Franco Zeffirelli 2
Analisi grafologica della grafia di Franco Zeffirelli 2

Cosa ci racconta la sua grafia?

Troviamo elementi di corrispondenza in questa descrizione? La scrittura di Zeffirelli suscita al primo sguardo una sensazione di eleganza e di buongusto soprattutto nell'occupazione spaziale del foglio, nella presenza della “d” lirica e di pences negli allunghi inferiori.

Il corpo grafico è ordinato in capoversi, le righe e le parole sono ben spaziate tra loro. Sono segni di capacità di ascolto, di osservazione, di organizzazione, di uno spirito critico adeguato.

La dimensione piccola e la forma tendenzialmente sobria, priva di elementi aggiuntivi inutili evidenziano un carattere modesto, ma non per questo debole, dove prevalgono obiettività e oggettività, in cui l’atteggiamento predominante è l’introversione.

Sensibilità e capacità di concentrazione, prudenza, flessibilità e capacità di adattamento completano il quadro caratteriale di questo grande artista. I buchi tra lettere, i canali bianchi che si formano diagonalmente tra righe, la leggera prevalenza del bianco rispetto alle parti scritte, il punto a trattino confermano oltre alla presenza di intuizione, una certa prudenza/diffidenza verso il prossimo accompagnate da un’ansia mai sopita.

Sono interessanti da osservare infine gli ovali, che grafologicamente ci parlano di come il soggetto scrivente vive l’affettività. Essi risultano spesso schiacciati, quasi avessero un peso sopra che affatica, o ciechi, soprattutto le “o”, che esprimono una difficoltà nel campo del sentimento.

La firma nella grafia di Franco Zeffirelli
La firma: analisi grafologica di Franco Zeffirelli

La firma, ascendente, sottolineata, senza soluzione di continuità, è decisamente più affermata. Nel tracciarla Zeffirelli finalmente si lascia andare, libera la sua raffinata energia creativa, abbandona le insicurezze per mostrarsi al pubblico in tutta la sua grandezza espressiva.

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