San Colmbán, uno dei più grandi europei
Ricorre proprio nel mese di novembre la festa di uno dei più illustri Santi che la Chiesa veneri.
Irlandese, nato non si sa bene quando, – alcuni Autori indicano come data il 525, altri addirittura il 543, – formatosi a Bangor sotto l’abate Comgall, il monaco Colmbán scelse dodici compagni e lasciò la sua patria per convertire l’intera Europa che s’era imbarbarita dopo la caduta dell’Impero Romano.
San Colmbán (San Colombano)
Praticò così il cosiddetto martirio bianco che, in una terra in cui i cristiani non conobbero persecuzioni, sostituiva quello rosso di sangue. Esso consisteva nella partenza, nel viaggio verso l’ignoto per portare a popoli lontani la Parola di Dio.
Pellegrino per vocazione (tanto che pure a Lourdes c’è un ostello del Secours Catholique a lui dedicato), fondò monasteri in tutto il continente: oltre al celebre Luxeuil, se ne contano un centinaio fra quelli creati da lui stesso o dai suoi diretti successori.
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Si fece amare e odiare per il suo carattere, fatto di luci e d’ombre e di virtù fra loro opposte.
Colombano aveva in sé un misto d’impetuosità e di contemplazione, d’umile dedizione e di tenace fierezza, con tutti i meravigliosi slanci e le contraddizioni dell’indole celtica.
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La gente lo adorava per i miracoli compiuti nel nome di Cristo; i monaci gli erano devoti sebbene dovessero seguire una Regola spartana che prevedeva anche le sferzate; i potenti, invece, spesso lo videro come il fumo negli occhi, a iniziare dai vescovi francesi e da Brunilde, la terribile nonna del re di Borgogna, Thierry, che tanto brigò finché non lo fece esiliare dal regno del nipote.
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Ma non tutti: i sovrani longobardi di Milano, Agilulfo e Teodolinda, lo tennero in grande considerazione e lo invitarono spesso a corte.
Da un banchetto quaresimale nacque la tradizione della colomba pasquale, dolce che ancora oggi mangiamo in occasione di questa festività. Agilulfo aveva fatto preparare per i suoi ospiti una tavola imbandita di cacciagione.
Ma Colombano, che era tra gli invitati, in quaresima mangiava soltanto pane e beveva acqua.
Così benedisse un colombo arrostito che si trasformò in una forma di pane, affinché lui pure potesse cibarsene.
Ma il merito principale di Teodolinda e di Agilulfo verso Colombano fu quello di avergli concesso all'incirca 6 kmq dei loro domini: su questa terra egli fondò il nucleo originario dell’abbazia di Bobbio.
Colmbán (il suo nome irlandese significa “Colomba bianca) aveva una speciale predilezione per questa località isolata, boscosa e irrigua ai piedi del Penice, in cui il 23 novembre del 615 si concluse la sua vita.
Poco si sa della sua morte:
avvenne, forse, in una delle due grotte solitarie nelle quali si ritirava in meditazione.
Beatificato nell’anno 627 e canonizzato nel 642, la sua “deposizione” fu già menzionata nel martirologio Geronimiano (VII sec.) e la sua fama, grazie anche alle ricerche del defunto Primate d’Irlanda, Card. Tomás Ó Fiaich, e alla decisione del 1969 d’inserire la sua festa nel calendario generale della Chiesa, è oggi planetaria: è persino venerato da alcune Chiese ortodosse!
Solo in Italia, ci sono più di 40 parrocchie a lui consacrate (S. Colombano al Lambro, Pagno di Saluzzo, Vernasca, ad esempio).
Il suo culto diffuso in ogni continente – non possiamo non citare la chiesa di Shanghai! – fa di lui che fu severo eppur tollerante ed ecumenico, come scrisse il ministro dell'Éire Seán MacBride (figlio dell’omonimo capo dell’insurrezione del 1916 e Premio Nobel per la Pace nel 1974), non solo un grande irlandese ma uno dei più grandi europei della sua epoca.
Foto da Wikipedia e Marco Stucchi (.com). Elaborazioni CaffèBook.