Italiani: popolo di santi, poeti e navigatori o di gente in fila agli sportelli?

Il diritto nasce nella società umana per fissare regole che garantiscano la coesistenza ordinata della comunità e tutelare i soggetti più deboli.

Un concetto che i Romani sintetizzavano nel motto "ubi homo, ibi societas, ubi societas, ibi ius".

Ognuno di noi si sarà sicuramente imbattuto nei tentacoli soffocanti della burocrazia italiana.

Una piovra che mette a dura prova l'incolumità psico-fisica delle persone e che incrina la finalità di protezione del diritto.

Spesso, nel quotidiano, le regole sembrano creare difficoltà più alle persone che ne dovrebbero essere tutelate piuttosto che a coloro che le violano, i quali sembrano continuare indisturbati la loro azione.

Nella Pubblica Amministrazione le regole di trasparenza, correttezza e anti-corruzione rallentano l'attività degli impiegati, rendendo ostica la procedura degli acquisti che, soggiacendo alla regola del minor prezzo, non sempre è in grado di assicurarne la qualità.

Foto Burocrazia
Foto Burocrazia

Bisogna garantire la libera concorrenza e impedire favoritismi ma può accadere che per comperare beni di poco valore, come un semplice mazzo di fiori, sia necessario effettuare una serie di delibere, richieste di preventivi e autorizzazioni varie che comportano attività producenti costi maggiori del risparmio, distogliendo tempo ad altre esigenze.

A novembre 2018 è accaduto che nel Comune di Pesaro il sindaco abbia voluto omaggiare una giovane campionessa di atletica leggera, al ritorno da un'importante manifestazione sportiva, con un mazzo di fiori da 22 euro.

L'acquisto è stato autorizzato mediante una determinazione dirigenziale in cui si afferma che l'oggetto non è disponibile da Consip

(l'ente che semplifica gli acquisti pubblici garantendo trasparenza, qualità e riduzione dei costi),

che deve essere comprato con procedura diretta da un fiorista

(chiedendo almeno tre preventivi informali e scegliendo quello congruo), domandando il Durc all'INPS

(che attesta la regolarità contributiva del soggetto)

e lo smart CIG (Codice Identificativo Gare) all'ANAC - l'Autority Anticorruzione -

per poi inviare copia dell'atto di spesa al collegio dei sindaci revisori dei conti.

Ma l'attività amministrativa non è conclusa:

obblighi di pubblicità e trasparenza prevedono l'inserimento dell'atto e dei suoi giustificativi in molti database obbligatori per legge.

Questa procedura è stata elaborata per evitare abusi ma appare ridondante in casi come quello di Pesaro.

Nonostante si ripeta la volontà di snellire e semplificare l'iter burocratico, sembra che i passaggi aumentino, invece di diminuire.

Cosa succede, invece, al cittadino quando si rivolge ai vari uffici, pubblici e non?

Si trova con sportelli il cui numero si riduce, così come gli orari di apertura, rendendo meno agevole l'accesso a chi lavora.

Nelle famiglie, la presenza di anziani o disabili comporta oneri per la loro gestione.

Esistono patologie che richiedono controlli medici periodici e impongono prenotazioni brigose da effettuare poiché i tempi di attesa sono lunghi;

la ricerca della disponibilità delle liste di prenotazione obbliga a stare in fila agli sportelli o a trascorrere ore al telefono a comporre il numero del CUP.

Esistono agevolazioni a difesa di determinate situazioni ma, per ottenerle, il cittadino si trova sempre più spesso di fronte a procedure che impongono passaggi complessi e, talvolta, contorti.

Se si è ottenuta una certificazione medica attestante una disabilità alla deambulazione, anche temporanea, e si vuole il contrassegno per il parcheggio disabili, occorre prendere un altro appuntamento con un medico dell'Ausl che rilascia un secondo certificato, recarsi all'ufficio comunale dei permessi per farsi rilasciare il tesserino, ed effettuare tutti i passaggi accompagnati dal disabile che deve essere presente per firmare la documentazione:

solo in Comune è possibile recarsi con la delega, che richiede una pila di fotocopie di cui ne manca sempre una, obbligando a un'altra fila.

Talvolta, a seconda dell'impiegato che ci si trova davanti, vengono impartite istruzioni che divergono, creando disparità e confusione.

Le Poste detengono il primato per la complessità delle procedure e delle relative versioni discordanti.

Burocrazia italiana gente in fila agli sportelli?
Burocrazia italiana

Il bancomat postale consente di prelevare allo sportello automatico evitando file ma, se è scaduto il documento di identità, la carta è bloccata.

Allora iniziano le file e, se il titolare del conto è una persona anziana che fatica a camminare, i disagi aumentano.

Magari il giorno prima il medico dell'Ausl ha rilasciato a quella persona il certificato per il parcheggio disabili ma il giorno dopo la vogliono vedere in Posta, per accertarsi che sia in vita e che il delegato non voglia lucrarne la pensione.

Aggiornato il documento, può capitare di scoprire che la tessera sia ancora bloccata perché non si è risposto al questionario di profilazione e bisogna tornare, perché il titolare deve firmarlo.

Magari, il giorno successivo, il bancomat è ancora bloccato perché l'impiegato si è dimenticato di apporre un "flag" per agganciare il questionario alla posizione telematica, mantenendo il conto ancora bloccato.

L'Istat rivela che l'italiano passa una media di 400 ore l'anno in fila.

Gli italiani che, oltre ad essere poeti e navigatori si distinguono anche come inventori, aguzzano l'ingegno:

esistono persone che arrotondano lo stipendio facendosi delegare per occuparsi dei documenti altrui,

naturalmente con una remunerazione oraria non denunciata.

Il lavoro nero è una delle piaghe dell'economia italiana ma i cavilli della burocrazia sembrano favorire l'arte di arrangiarsi.

In Europa esiste un paese che ha dichiarato guerra ai tentacoli burocratici:

è l'Estonia che ha iniziato, nel 2000, una radicale innovazione informatica.

Divenuta indipendente dall'Unione Sovietica nel 1991, è ora il paese più digitalizzato d'Europa.

Grazie all'avvento di Internet, si è cercato di svecchiare la Pubblica Amministrazione favorendo le imprese private e consentendo ai cittadini di risparmiare tempo nelle pratiche burocratiche.

Nella repubblica estone, con la carta d'identità si può fare praticamente tutto:

votare, firmare qualsiasi documento, ritirare medicine in farmacia od ottenere un prestito dalla banca senza andarci.

Solamente in tre occasioni il cittadino si presenta di persona innanzi alle autorità:

per sposarsi, divorziare o acquistare una casa.

Per il resto basta un computer o uno smartphone.

Il governo potenzia la conoscenza informatica dei cittadini prevedendo corsi gratuiti di informatizzazione per tutta la popolazione e dà grande importanza alla sicurezza per garantire che le informazioni contenute sulle tessere non siano violate.

La carta d’identità estone è documento per l’espatrio, patente di guida, carta di debito, tessera sanitaria, abbonamento ferroviario e molto altro.

A proposito della patente, le auto della polizia estone sono dotate di computer: basta digitare un numero di targa per controllare se il bollo è stato pagato o esistano segnalazioni in capo al proprietario.

L'automobilista viene pertanto fermato solo se risultano irregolarità.

L'obiettivo è rendere più efficiente il lavoro dell’Amministrazione Pubblica e, soprattutto, agevolare il rapporto del cittadino con il governo:

lo Stato non può chiedere un documento di cui l’Amministrazione Pubblica, locale o centrale, è già in possesso o che esso stesso ha emesso.

Le burocrazie tendono a non mettere in comune le loro informazioni perché i dati costituiscono una fonte di potere.

Ma chi ci rimette è il cittadino e l'ambiente:

la carta risparmiata ogni mese con le operazioni on-line in Estonia,

nazione con una popolazione pari a un milione e trecentomila abitanti,

equivale a una pila verticale di carta alta trecento metri.

Il fatto che ogni operazione sia tracciata on-line contribuisce a ridurre considerevolmente l'esistenza del lavoro nero, oltre a una politica improntata a una tassazione meno oppressiva per agevolare l'economia.

L'Italia è un paese di santi, poeti e navigatori ma, forse, i santi sono in diminuzione... colpa delle file, che fanno perdere la pazienza pure a loro?

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Foto articolo elaborazione Roberto Roverselli per CaffèBook