La salicornia, che diventa vetro
Le alofite sono piante curiose, dal singolare aspetto carnoso che ricorda il tallo di un’alga. Crescono sulle spiagge e come indica il loro nome, che deriva dal greco, sono “amiche del mare”.
La salicornia glauca
Il sale, che per le altre erbe è un veleno, da esse viene ben tollerato, anzi è quasi gradito, perché prosperano nelle zone in cui è ben evidente il fenomeno delle maree e sopportano volentieri, due volte al giorno, l’immersione nell'acqua di mare che ne consegue.
La salicornia glauca è un’alofita originaria delle Isole Britanniche, anche se in Irlanda è diventata sempre più rara.
Nei secoli passati, infatti, qui come in altre Nazioni europee, è stata estirpata in maniera massiccia, tanto da metterne a rischio la sopravvivenza. Questo perché nei suoi fusti succosi c’è abbondante presenza di sali di sodio.
Essi venivano raccolti dalla popolazione costiera quando c’era bassa marea e posti in cumuli a essiccare. Venivano poi bruciati a mucchi e la cenere, conservata, essendo ad alto contenuto di soda, si mescolava con la sabbia per essere fusa e trasformata in vetro.
Sebbene tale vetro fosse di bassa qualità, era davvero prezioso per gli irlandesi, costretti dalla dominazione straniera a vivere in povertà.
La salicornia glauca appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee ed è stata classificata come Arthrocnemum perenne Moss ma anche come Sarcocornia perennis Scott. e Salicornia perennis Mill.
Quanto all’aspetto, c’è chi la paragona a un minuscolo cactus senza spine, che raggiunge un’altezza massima di 30 centimetri circa.
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La salicornia glauca della famiglia delle Chenopodiacee
È affine alla salicornia europea, più diffusa in Italia (lagune salmastre e spiagge sassose) ma due sono le differenze che saltano subito all'occhio:
la salicornia glauca è legnosa alla base mentre quella europea no ed è più facile da sradicare.
Inoltre la salicornia glauca, che ha fusti prostrati perché soltanto i suoi rami fioriferi sono eretti, presenta segmenti carnosi di un bel verde scuro che tende a scolorire in giallo; la salicornia europea, al contrario, ha fusti che assumono una calda tinta porporina in autunno.
I fiori portati da ciascun segmento di fusto sbocciano tra maggio e ottobre e sono poco evidenti, dal colore giallo verdino, composti da due stami e da due stili filiformi.
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Principi attivi della Arthrocnemum perenne
Dal punto di vista fitoterapico, la salicornia è interessante ma poco utilizzata.
Oltre ai già citati sali di sodio (ossia citrato, ossalato e acetato che, con la combustione, si trasformano nelle ceneri in carbonato e solfato di sodio), contiene anche vitamina C, iodio e bromo.
Questi principi attivi ne fanno un regolatore endocrino, un buon diuretico e un antiscorbutico, che giova in caso di anemie, scrofolosi, scorbuto, calcoli renali e disturbi ghiandolari.
La salicornia non si assume sotto forma di decotto ma come alimento, o bevendone il succo fresco estratto dai fusti o mangiandone i rametti teneri in insalata.
Si può anche cuocere al vapore (per non rovinarne le proprietà medicinali con altri tipi di cottura) e il celebre medico naturalista Pierre Lieutaghi, ricordando le tradizioni della sua Bretagna, consigliava una dieta a base di salicornia per chi trascorre le vacanze al mare.
Può anche essere conservata sott'aceto e, in questo caso, è utile non soltanto alla salute ma è anche assai gradita al palato di chi la gusta.
Foto per salicornia dell'articolo da:
Wikipedia, Flickr (Hardo Müller, Wolfram Burner, Sandra Richard), Pixabay (Ylloh).
Foto della spiaggia di Guérande (Brittany) di Michael Foley.